Il quaderno di Tomy: recensione del film Netflix

Il quaderno di Tomy, diretto dall'argentino Carlos Sorín, è un dramma ispirato alla storia vera di una donna argentina morta quarantenne di cancro. 

Ispirato alla storia vera dell’argentina María Vázquez (1972-2015), architetta e illustratrice divenuta nota nel suo paese per aver raccontato su Twitter, insieme con leggerezza e profondità, le sue avventure tragicomiche da malata terminale, Il quaderno di Tomy affronta il tema dell’accettazione della morte come condizione necessaria al vivere pienamente la vita. 

Affetta da un tumore ovarico metastatico che resiste alle cure, María trascorre i suoi ultimi mesi in una stanza d’ospedale scrivendo e illustrando un diario per il figlio, un bambino di appena tre anni, a cui intende lasciare in eredità soprattutto l’amore per la vita. Circondata da amici, amatissima dal marito, María accetta l’inevitabile, comprendendo sulla sua pelle martoriata e restituendo al suo pubblico di seguaci una verità semplice: parlare di morte è, in fondo, sempre parlare di vita e quel che deve spaventare non è tanto un’esistenza stroncata in anticipo da un male incurabile, ma vivere una paradossale vita priva di vita, un’ossimorica morte in vita, in colpevole anticipo sul sopraggiungere della reale fine biologica.

Il quaderno di Tomy è un film sensibile e dolente nella sua celebrazione appassionata della vita proprio quando la vita si sta spegnendo

Valeria Bertucelli interpreta María Vázquez, la donna argentina morta a 43 anni per un cancro ovarico, autrice del ‘Cuaderno de Nippur’, note illustrate dedicate a suo figlio.

Il quaderno di Tomy, diretto da Carlos Sorín, è un film sensibile e dolente, tuttavia non privo di sottolineature didascaliche o retoriche pur nella chiara volontà di de-retoricizzare il più possibile la riflessione, in particolare nella celebrazione del carpe diem, della possibilità di accedere pienamente alla vita ogni giorno senza aspettare la sentenza definitva: sappiamo tutti che domani potremmo non esserci, non è però facile dare ascolto a questa consapevolezza, metterla in pratica con le nostre scelte.

Del resto, la stessa vicenda della protagonista del film dimostra che è l’approssimarsi della fine a riacutizzare le capacità percettive, a intensificare la voglia di amare, sperimentare, vivere. Il corpo, però, tradisce, non riesce più a filtrare e rielaborare gli stimoli, ad assecondare la reattività della mente, le vitali altalene dell’umore. Allora non resta che dire addio, che accogliere, senza subirla, la propria fine. 

Tratto da una storia vera, il film Netflix affronta il tema del congedo dalla vita, dell’accettazione della propria mortalità

Una foto di María Vázquez con suo figlio Nippur, la cui vera storia ha ispirato il film di Carlos Sorín, ora disponibile su Netflix.

Grazie all’attenzione mediatica che riesce a guadagnarsi, María contribuisce ad abbattere i tabù della malattia e della morte, a condividere con gli altri, conosciuti e sconosciuti, senza piatire alcunché, la dolorosa dolcezza del congedo. Il quaderno di Tomy è, infatti, soprattutto questo, un inno alla vita che non si abbandona piano piano, ma s’accende di più, più verticalmente e visceralmente, nel momento ci si avvicina al suo contrario, la morte.

È anche un film sulle parole per dire il male, sempre elusive e allusive, le parole dei medici che parlano di «accompagnare» e non di impossibilità di guarire. E forse, sebbene invischiate in un’apparente ipocrisia, queste parole edulcoranti sono una forma di gentilezza e di pudicizia espressive, di evocazione, per sottrazione o deviazione rispetto all’obiettivo della precisione comunicativa, dell’indicibilità della morte, ingiustizia senza consolazione e senza soluzione. Il quaderno di Tomy è, però, soprattutto un film sul lasciare, sulla difficoltà di allentare la presa sulla vita quando questa diventa invivibile, sul dolore di dover sottrarre la mano al proprio figlio, confidando che possa non perdersi, che possa sentire anche nell’assenza la presenza del materno. 

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.2

Tags: Netflix