Il Premio: recensione del film di e con Alessandro Gassmann

L'esilarante odissea di Alessandro Gassmann & company, al cinema dal 6 dicembre con Vision Distribution

Con Il Premio Alessandro Gassmann porta al cinema il suo nuovo film, una commedia che lo vede ritornare per la terza volta in cabina di regia per mettere in scena un esilarante viaggio della speranza in cui la famiglia si riunisce in un mix di amore e odio.
A cinque anni dal lungometraggio d’esordio Razzabastarda, il regista e attore romano decide di portare in sala la storia di una stravagante famiglia diretta verso Stoccolma. Infatti Giovanni Passamonte (un Gigi Proietti in grande spolvero) dovrà recarsi presso la capitale svedese per ritirare il prestigioso premio Nobel alla letteratura a lui insignito.

Durante questo lunghissimo viaggio in auto da Roma fino alla Svezia sarà accompagnato da suo figlio Oreste (Alessandro Gassmann), uomo poco ambizioso e sottomesso dalla moglie menefreghista, dalla figlia Lucrezia (Anna Foglietta), ossessionata dalla sua volontà di mantenere il titolo di “cocca di papà” e per questo motivo in continua ricerca delle sue attenzioni e infine dal segretario tuttofare Rinaldo (Rocco Papaleo), dipendente di Giovanni da quasi trent’anni. Durante questa avventura il quartetto iniziale di viaggiatori sarà destinato ad allargarsi e la famiglia capirà che, in fondo, non è poi molto differente dalle famiglie “normali”.

Il Premio e l’elogio a Vittorio Gassmann attraverso il personaggio di Gigi Proietti

Il Premio cinematographe

Da questa breve spiegazione dell’incipit si può benissimo intuire che la storia scelta da Gassmann come sua terza esperienza registica abbia un aspetto decisamente autobiografico: il Giovanni Passamonte interpretato con spensieratezza da Proietti non è altro che una rivisitazione romanzata della figura del padre Vittorio Gassmann. Tuttavia, se aggiungere al variegato pastiche – che è l’intreccio narrativo di un film – elementi fortemente legati alla propria sfera privata può risultare talvolta una limitazione, Alessandro Gassmann riesce sapientemente a non lasciarsi influenzare dalle similitudini col suo passato e ad invertire l’effetto.

Ad affascinare maggiormente sono quindi le scene di confronto tra padri e figli, che sottolineano non solo l’inevitabile scontro tra generazioni ben distinte e differenziate, ma anche rispetto alla modalità con la quale essi decidono di prendersi sulle spalle quel fardello metaforico rappresentato dalla propria formazione ed esperienza personale. Il distacco tra queste figure, tramite il momento dell’incontro, è destinato progressivamente a ridursi, permettendo di riallacciare un rapporto mai approfondito in modo esaustivo, anche con il semplice ausilio di alcuni gesti sublimati (vedasi le pacche sulla spalla che Oreste riceverà continuamente).

Il Premio: un road movie fatto di entusiasmo e critiche costruttive

La struttura abusata del road movie presenta delle palesi citazioni a pilastri del genere ai quali è impossibile non attingere, come Little Miss Sunshine e Easy Rider. La suddetta formula, però, non annoia lo spettatore, proprio per merito dello sguardo profondamente sincero ed empatico del Gassmann regista, che si diverte ad osservare con entusiasmo le vicissitudini di questa scapestrata banda di personaggi, mantenendo al tempo stesso un occhio critico verso la società stagnante e bigotta che li circonda.

Il ritmo non sempre viene gestito in maniera ottimale e l’equilibrio tra il serio e il faceto diventa spesso e volentieri assai precario (elemento disorientante per il pubblico). Dopotutto la presenza di un ottimo cast permette di incassare questi momenti di indecisione nel processo di scrittura, a partire da Gigi Proietti, che si trova a ricoprire un ruolo con forti inclinazioni drammatiche, fino ai già citati Gassmann, Papaleo e Foglietta (la quale, insieme a Proietti, ruba letteralmente la scena ai suoi compagni di set) e alle giovani leve Matilda De Angelis (in rapida e continua ascesa per quanto riguarda i risultati delle sue prove attoriali) e Marco Zitelli.

Il Premio cinematographe

Mentre da una parte Il Premio rappresenta una commedia canonica, condita dall’affascinante atmosfera del road movie, dall’altra questo nuovo progetto di Alessandro Gassmann gli permette di intraprendere un discorso metacinematografico decisamente interessante, inedito all’interno del panorama del cinema italiano odierno, che merita assolutamente di essere ascoltato e assimilato.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

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