Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti: recensione del film

Arriva in sala il 5 maggio un film d’animazione russo che in maniera molto originale invita alla pace attraverso la storia della cultura sovietica.

Il Naso è uno dei racconti più curiosi del russo Nikolaj Vasil’evič Gogol. Pubblicato nel 1836 e annoverato tra i libri più importanti di sempre, parla di un assessore sovietico che perde il suo naso, il quale presa coscienza di sé, gli sfugge cercando di vivere indipendentemente dal suo padrone, che lo cerca disperatamente. Diversi anni fa il musicista Dmitrij Dmitrievič Šostakovič, avendone composta un’opera satirica, affidò al regista d’animazione Andrey Khrzhanovsky il compito di realizzarne un film, che ha visto la luce nel 2020.

Il naso come centro di ciò che ci definisce: il volto. E se sparisse? Cosa ne sarebbe della nostra identità? È forse il naso la nuova anima dell’uomo moderno e materialista? E se la nostra identità, la nostra anima, si ribellasse a noi stessi? Chissà cos’avrebbe pensato di noi Gogol, sapendo che la nostra è una società dove si può trasformare il proprio naso a piacimento, solo per benessere estetico. Sono alcune delle riflessioni stimolate da Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti, film d’animazione in sala dal 5
maggio e distribuito in Italia da Double Line e Lo Scrittorio.

Il Naso e il coraggio di andare controcorrente

“Il naso o la cospirazione degli anticonformisti” – ha dichiarato il regista sulle sue intenzioni creative – “è dedicato a quei pionieri e innovatori dell’arte e della scienza che ebbero il coraggio di andare controcorrente. Sentivo che sarebbe stato impossibile comporre l’intero film con una sola tecnica. Così
pensai che un aereo con più proiezioni fosse lo spunto perfetto per introdurre la combinazione di diversi stili e tecniche di animazione. Per me era altrettanto importante mostrare quante persone meravigliose mi circondano, mostrare una direzione comune verso la quale ci muoviamo.”

Secondo di una trilogia su arte e potere dopo un film sul poeta Iosif Brodskij, Il naso o la cospirazione degli anticonformisti inizia su un boeing di linea, a bordo tante personalità della cultura sovietica e non. Si
riconosce tra gli altri anche il nostro Tonino Guerra. Sui loro comodi monitor da sedile scorrerà il film.
Passeggeri principali presenti anche nel poster del film il regista cinematografico Ėjzenštejn (di cui si citano Aleksandr Nevskij e la carrozzina della Corazzata Potëmkin), il regista teatrale Mejerchol’d, il musicista Šostakovič e lo stesso Gogol, tutti intorno al protagonista senza più naso.

Il Naso, l’allegoria musicale, Stalin e Putin

Il patchwork di Khrzhanovsky fonde opera e musical con un collage dal ritmo febbrile. La cultura è
attenzione all’altro diverso da noi. Il presupposto fondamentale è la pace. In maniera colta e visionaria è ciò che sussurra questo film. Si citano Rossini, Verdi e il suo Rigoletto nella melodia che tanto ricordano gli esperti di Amici Miei. Una pioggia di riferimenti all’arte sovietica dalle parti di cinema, letteratura e pittura bagna tanto la vicenda del Naso come illusione identitaria e sibillina al centro dei totalitarismi, quanto il secondo atto, che vira su Stalin, la sua trojka e lo scrittore Bulgakov. Si percorre allora la via impervia della censura culturale attraverso una curiosa corrispondenza tra il dittatore e l’autore. Potere e burocrazia come simboli di una dittatura, Stalin cartoon diventa satira corrosiva. “Non mi piace fare pressione sulle opinioni altrui”, dirà il dittatore ai suoi sottoposti. L’allegoria musicale su deliri burocratici e totalitari sfocia nella documentazione sui gulag, i campi di detenzione voluti dalla trojka del regime sovietico.
Il terzo atto inizia invece spingendo sulla posterità poiché due dame ottocentesche, dalla balconata di un
teatro fanno ironia pungente sul musicista Šostakovič commentandone le foto goffe da uno smartphone.
Così il regista amalgama il pettegolezzo senza tempo alla sua moderna evoluzione social. Sbuca pure Putin in TV, incalzato da un giornalista sui fondi stanziati per la Cultura in Crimea! Il metacinema ci riporterà inesorabilmente nel boeing iniziale, ma lo scontro crudele tra realismo e formalismo ricorda tragicamente l’attuale situazione russa ad opera di Putin. A questo proposito va ricordato che il regista, all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina è stato uno dei firmatari, assieme ad altri registi, tecnici e artisti del cinema d’animazione russo e ucraino, di una lettera di dissenso contro l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito governativo di Putin. Il Naso o la cospirazione degli anticonformisti designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, ha vinto il Premio della Giuria in due storici festival di cinema d’animazione d’Europa, Annecy e Zagabria. È stato inoltre finalista agli EFA 2020 come Miglior film d’animazione e nella selezione per la stessa categoria degli Academy Awards come titolo rappresentante della Federazione Russa. Anche se l’opera prima di Khrzhanovsky, del 1968, è stato il primo caso di prodotto d’animazione censurato dal governo sovietico. I tempi sono cambiati? Sarà la Pace a risponderci.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.4