I Mercen4ri – Expendables: recensione del film con Sylvester Stallone
Sylvester Stallone, Megan Fox e Jason Statham nel nuovo capitolo del franchise action. I Mercen4ri - Expendables, Barney e gli altri a caccia di un fantasma del passato, arriva nelle sale italiane il 21 settembre 2023.
Introspezione, ma senza esagerare. Parità di genere, work in progress. Azione, come se non ci fosse un domani. È più o meno su queste coordinate che si misurano pregi e difetti del nuovo capitolo di una delle saghe action più apprezzate dal pubblico, I Mercen4ri – Expendables – grafia peculiare – diretto da Scott Waugh e nelle sale italiane il 21 settembre 2023 per una distribuzione Vértice 360. Il terzo Expendables risale all’ormai lontano 2014 e resta da vedere se (e quanto) il tempo abbia scalfito il virile carisma dei protagonisti. Il cast è, storicamente, il punto di forza del progetto (oltre agli stunt gloriosamente fracassoni) e così restano le cose anche per questo quarto film. Jason Statham, 50 Cent, Megan Fox, Andy Garcia, Dolph Lundgren, Levy Tran e molti altri. La posta in gioco è sempre la stessa, salvare il mondo.
I Mercen4ri – Expendables: ritorna un fantasma del passato
Anche lo spettatore meno allertato sa che, quando arriva il momento di chiamare i ragazzi, è perché le cose vanno male. La missione dei Cancellabili, stavolta, consiste nel penetrare una base in Libia, uno stabilimento chimico dell’epoca di Gheddafi, per impedire a un trafficante d’armi, Suharato Rahmat (Iko Uwais), di rubare detonatori nucleari per conto del suo cliente. Un uomo del mistero, viene da dire, perché nessuno sa che faccia abbia. Si chiama, si chiamerebbe, Ocelot. Non è stato possibile associare a queste scarne informazioni riscontri facciali soddisfacenti, addirittura c’è chi dubita della sua esistenza. Non Barney (Sylvester Stallone), che vorrebbe mettere fine a questa storia. Ocelot è il fantasma più ingombrante del suo passato.
Barney e Ocelot si “conoscono” 25 anni prima dei fatti narrati in I Mercen4ri – Expendables. Una missione conclusa in tragedia; il ricorso dei (tanti) compagni caduti in azione continua a tormentare il protagonista. È per questo che decide di mettere insieme il team e tentare, una volta per tutte, di catturare la maledetta balena bianca/Ocelot. Committente è per la verità la CIA, nella persona di Marsh (Andy Garcia), ma è Barney che si occupa del reclutamento del personale. Comincia da Christmas (Jason Statham), felicissimo di partire perché il suo privato è frizzantino. La relazione con Gina (Megan Fox) è burrascosa ma si sa, questo è quello che succede quando un uomo del XX secolo si mette con una donna più tosta di lui.
I Mercen4ri – Expendables si sforza di equilibrare i rapporti tra le due metà del cielo; il mondo si salva insieme, uomini e donne. E se la bilancia pende ancora, decisamente, dalla parte dei maschietti, va detto che la presenza nella storia di Megan Fox e di Levy Tran, che qui è Lash, non è trascurabile. Completano la pattuglia dei Cancellabili l’immancabile Gunner (Dolph Lundgren), alla disperata ricerca di un po’ di sobrietà, Toll Road (Randy Couture), Easy Day (50 Cent) e Galan (Jacob Scipio). Ultimo arrivato Decha (Tony Jaa), amico di Barney dal formidabile talento omicida e con più di uno scrupolo di coscienza. Sfortunatamente, l’operazione libica risulta in un flop clamoroso. Barney e Christmas, anche se non allo stesso modo, finiscono in uno vicolo cieco da cui è complicato uscire. Costretti a un passo indietro, mentre Gina acquisisce sempre più rilevanza nel team. E Ocelot, nel frattempo, resta avvolto dalla consueta coltre di impenetrabilità. Per sconfiggerlo, bisognerà inventarsi qualcosa di grosso e anche molto rumoroso. E infatti.
Azione e umorismo, la formula ad hoc del film
Cosa chiediamo a un film I Mercen4ri – Expendables, cosa cerchiamo, precisamente, da un certo tipo di cinema? Azione deliberatamente sopra le righe, psicologie tagliate con l’accetta, schematiche al limite dell’intransigenza più assoluta, umorismo quanto basta? A conti fatti, se è questo che serve, il film risponde con una certa puntualità. L’azione è gloriosamente esagerata e modellata sulla personalità e del background culturale degli interpreti: stavolta anche un po’ di arti marziali. Si lavora dentro e contro gli stereotipi: Barney è il solito, inafferrabile grande vecchio, saggezza e un’ombra di malinconia. Christmas lo scapestrato dal talento purissimo, Toll Road chiacchierone, Gina una sarcastica e implacabile minaccia. Per i cattivi, come per Christmas.
Scott Waugh, che dirige su sceneggiatura di Kurt Wimmer, Tad Daggerhart e Max Adams, sa che il successo della proposta dipende dall’abilità di mantenersi in equilibrio sornione tra gli opposti. Adrenalinico, con quel tanto di introspezione che serve a dare spessore alle psicologie e alle motivazioni, ma senza esagerare. Ironico, per stemperare il culto della violenza e certe parentesi virili/machiste un po’ stantie. Esile, nella definizione degli snodi narrativi, perché non è il caso di appesantire troppo l’azione con una storia ingombrante.
Niente manca, di quel che è necessario. La chiave è il mix di violenza e afflato dissacrante. È il salvagente che tiene a galla il progetto, altrimenti il giudizio sarebbe più severo, nella misura in cui la leggerezza della trama spesso rasenta l’inconsistenza. Persino la messa in scena – a partire da stunt non sempre leggibili – fatica ad essere dall’inizio alla fine all’altezza dello standard. Tenere in vita un franchise mentre gli anni passano e i film si accumulano è un’impresa difficile ma non impossibile. Nelle sue numerose imperfezioni I Mercen4ri – Expendables chiede allo spettatore una solida sospensione dell’incredulità, indispensabile per accogliere senza rimorsi un’azione divertente e divertita. Resta, soprattutto, il carisma stropicciato, mai domo, di Sylvester Stallone, ormai oltre il puro status leggendario. Nel carisma malinconico e nella capacità di ridere, di sé e degli altri, del grande attore americano, l’amo più succulento del film.
I Mercen4ri – Expendables: conclusione e valutazione
La grazia action di Sylvester Stallone è tarata sul conto degli anni che passano. In realtà, ogni protagonista de I Mercen4ri – Expendables sfrutta il minutaggio a disposizione per celebrare la propria immagine nel modo più intelligente, cioè prendendosi un po’ in giro; su tutti, Dolph Lundgren e il suo Gunner afflitto dalla peggiore delle dipendenze, la sobrietà. Vale la pena di insistere sull’autoironia, sul ruolo giocato dall’umorismo nel mantenere intatte le credenziali di un film, di una saga, che corteggia l’assurdità e l’inconsistenza in più di un modo. Un film d’azione imperfetto e fracassone che chiede, per salvare la giornata, complicità e intelligenza al suo pubblico. È tutta questione di quello che chiediamo, a noi stessi a e al cinema che amiamo. Guai gli snob.