I Love Lucca Comics & Games: recensione del film di Manlio Castagna da RoFF 2025
Solidarietà, accoglienza, inclusione e soprattutto immaginazione. Con I Love Lucca Comics & Games Manlio Castagna racconta un evento davvero imperdibile. Alla Festa del Cinema di Roma, poi in sala dal 10 al 12 novembre 2025.
Alla 20ª Festa del Cinema di Roma, sezione FreeStyle Arts, c’è un film molto atteso – inevitabile arrivasse, considerato il soggetto – in sincronia con il presente… e forse non abbastanza, almeno non quanto servirebbe. I Love Lucca Comics & Games, regia di Manlio Castagna, fotografa la vitalità della rassegna, di rilievo mondiale e dedicata ad alcune delle massime espressioni artistiche della contemporaneità – fumetto, gaming, animazione – ribadendone la centralità nel pantheon della moderna cultura popolare. Celebrando il senso di accoglienza, inclusione e solidarietà che abbraccia i partecipanti alla rassegna, autori e pubblico, il film riflette su cosa significhi essere comunità. I Love Lucca Comics & Games, nelle sale italiane dal 10 al 12 novembre 2025 I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, racconta la cultura pop non soltanto in termini di creatività e immaginazione, ma soprattutto come un’esplosione di socialità. È lo stare insieme che conta; a ciascuno il suo costume.
I Love Lucca Comics & Games: la piccola fiera che diventa rassegna mondiale, raccontata da chi la vive

Un po’ di numeri. 300.000 visitatori in media ogni anno, 600 espositori e, come se non bastasse, 900 “invitati” ufficiali. Oggi si chiama Lucca Comics & Games, non si chiamava così quando tutto ha inizio a metà degli anni ’60. Cresce in modo vertiginoso, anno dopo anno – il film racconta la cultura pop e la comunione di rapporti tra pubblico e artisti come una cosa “viva” – e diventa rassegna mondiale intrecciando mezzi espressivi nel segno della costante celebrazione e rielaborazione del potenziale liberatorio dell’immaginazione. Lucca Comics nasce per il solo fumetto, si estende ai videogiochi, al cinema (animazione, sci-fi e non solo) e alla televisione/streaming; una fluidità e una contaminazione tra mezzi espressivi molto moderne. A Manlio Castagna il recupero della memoria della manifestazione interessa il giusto. I Love Lucca Comics & Games, una volta assestata una breve cronologia, necessaria a fornire le coordinate minime allo spettatore meno informato in materia, va dritto al punto: raccontare Lucca Comics & Games com’è oggi, al culmine della sua popolarità e capacità attrattiva, da ogni angolazione.
Il film, scritto da Manlio Castagna con Giulia Giapponese e Alessandro Diele, restituisce di Lucca Comics & Games quello che emerge dalle parole e dalle emozioni della sua gente: chi ci lavora, gli autori, i professionisti del settore e, soprattutto il pubblico. Gran parte dello spazio è riservata ai percorsi di vita e al punto di vista delle persone comuni – lo spettro sociale è eterogeneo, sono tante le storie ed è impossibile riportarle in maniera coerente – che, lasciate momentaneamente le fatiche e le incomprensioni (essere se stessi è una faccenda molto complicata) della vita quotidiana, raggiungono Lucca per riscrivere la propria identità, nel modo più autentico e senza inibizioni. I Love Lucca Comics & Games non riduce il fenomeno cosplay a un’elementare imitazione/omaggio di un certo archetipo (cinematografico, seriale e così via). Il cosplayer non riproduce un personaggio, lo ridiscute dalle fondamenta, lo riscrive e lo “contamina” con la sua personalità. Ciò che ne deriva non è il personaggio, né interamente il cosplayer, ma un calibrato mix dei due; è una nuova, più libera, identità. I Love Lucca Comics & Games racconta una rassegna che annulla la distanza tra arte e pubblico (artista e fan), per creare dal nulla una comunità e definire i valori che la regolano.
Una grande performance che annulla la distanza tra autore e pubblico

Ecco, più che il racconto di una manifestazione, I Love Lucca Comics & Games è la fotografia di un ecosistema, di una comunità di persone che condividono una forte propensione all’immaginazione, un insieme di valori e il radicato bisogno di esprimere la propria identità. Manlio Castagna lascia che siano le parole (sono importanti) del progetto Lucca Comics (community, inclusion, discovery, respect e gratitude) a punteggiare la narrazione, a scandire il corso torrenziale e frenetico di un film che dura poco più di un’ora e un quarto e ha tanto da dirci. È il montaggio incalzante, è la frenesia del ritmo, è la colonna sonora di Fabio Antonelli a suggerire un mood frenetico e vitale, per avvicinarci – di più non si può fare – all’esperienza della fiera nella sua dimensione più viscerale e autentica.
Il paradosso è che, nonostante l’attitudine celebratoria e la propensione per una narrazione che predilige l’emozione alla riflessione – in altre parole, la realtà del Lucca Comics è filtrata dai sogni, dalle emozioni, dai sentimenti dei partecipanti – gli spunti più interessanti del film sono intellettuali, teorici. Il grande mosaico lucchese, restituito dai volti e le parole delle sue tante, piccole tessere (i partecipanti), si offre al pubblico in quello che è il suo senso più radicale: quello di performance collettiva che annulla la distanza tra autore e spettatore. Quest’ultimo non è più soltanto un soggetto passivo della creazione: reinventando per sé, diventando autore a modo suo, lo spettatore si prende la scena, mentre l’artista retrocede temporaneamente nel ruolo di spettatore di una nuova creazione; i ruoli si ribaltano. È un’idea forte, inconsueta, e nasce dalla rigorosa osservazione della realtà del Lucca Comics. Non è, insomma, forzata con calcolo spudorato.
Coerentemente, è tanto lo spazio che la storia riserva agli spettatori, più di quanto spetti agli artisti, che pure non mancano, da Frankie hi-nrg mc che scrive la canzone del film, (“Lucca Around“) interpretata da Lillo Petrolo, a R.L. Stine (quello di Piccoli Brividi), a Licia Troisi, Fumettibrutti, Zerocalcare, Gabriele Mainetti e tanti altri. È una spolverata di uguaglianza e democrazia per un rapporto, quello tra autore e spettatore, generalmente impostato secondo logiche gerarchiche e con poca flessibilità. Non si sente la mancanza di un maggior spazio per gli artisti; quello che I Love Lucca Comics & Games avrebbe potuto fare in più è lavorare sul rapporto tra la manifestazione e il mondo esterno per spiegare in che modo la realtà quotidiana modelli e influenzi il bisogno di identità e creatività della manifestazione.
I Love Lucca Comics & Games: valutazione e conclusione
I Love Lucca Comics & Games racconta bene molte cose. Perché Lucca – con l’abbraccio delle mura formidabili, e il paesaggio urbano, immaginifico e medievale – sia lo sfondo perfetto per la manifestazione. In che modo il carattere fluido della manifestazione riscriva il rapporto tra autore e pubblico. Perché siano la verità emotiva e il bisogno di comunità e identità dei partecipanti a contare più di tutto.
Il film di Manlio Castagna è al servizio di una comunità di appassionati – la stessa comunità che dà vita, sostiene e cementa il successo della manifestazione – e ne è portavoce attento, in grado di bilanciare verità emotiva e suggestione teorica. Sarebbe servita, al film, un’attenzione più forte per tutto ciò che è esterno alla realtà del Lucca Comics, partendo dalla città ospitante. Il film lascia intravedere la sofferenza e l’emarginazione subite nel mondo reale da alcuni dei partecipanti, e fotografa di conseguenza la rassegna come porto franco per l’identità e la creatività personale, come parentesi di libertà contro le inibizioni della vita quotidiana. Un dialogo più strutturato con il mondo esterno avrebbe a questo punto rafforzato e di molto la posizione del film. Che è una celebrazione (a un anno dal sessantennale) e la scelta ha perfettamente senso, per quella che è l’impostazione del progetto, ma le tracce seminate portano anche ad altro.
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