I Fantastici 4 – Gli Inizi: recensione del film di Matt Shakman
Regia di Matt Shakman e con Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Ebon Moss-Bachrach e Joseph Quinn, I Fantastici 4: Gli Inizi arriva nelle sale italiane il 23 luglio 2025.
Se c’è voluto così tanto, non è solo per paura di non riuscire a tirar fuori l’inespresso potenziale di storia e personaggi; è stata anche questione di diritti, difficili da ottenere e non sempre nella disponibilità della Marvel. I Fantastici 4: Gli Inizi è finalmente qui; è il 37° film del Marvel Cinematic Universe (MCU), il primo della Fase Sei, l’ultimo del 2025. L’anno è stato meno doloroso dei precedenti quattro (il numero torna sempre) per via del primo successo di pubblico e critica dopo tanta sconfortante mediocrità (si tratta di Thunderbolts*).
In sala I Fantastici 4: Gli Inizi arriva il 23 luglio 2025 per The Walt Disney Company Italia, con quello che – per la distribuzione complessiva del talento – è forse il miglior cast che la Marvel abbia mai avuto, rapportato al singolo film: Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn, Ebon Moss-Bachrach nella parte degli omonimi protagonisti, più Julia Garner, Ralph Ineson e Paul Walter Hauser. La regia è di Matt Shakman, già nel team creativo di WandaVision, mentre la sceneggiatura è firmata Josh Friedman, Eric Pearson, Jeff Kaplan, Ian Springer. Quattro firme, otto mani, uno script. Non può finire troppo bene. Eppure, il film visibilmente imperfetto e un po’ raffazzonato ha diverse cose per cui merita di essere (positivamente) attenzionato.
I Fantastici 4 – Gli Inizi: non è la solita famiglia, o forse sì

I Fantastici 4 nascono nel 1961 da Jack Kirby – la storia lo omaggia in modo a volte esplicito, a volte più sottile – e Stan Lee. Nel Marvel Cinematic Universe ci finiscono nel 2025, ma se di debutto si può parlare è in senso molto relativo. In precedenza ci sono stati un cult inedito del 1994 e tre tentativi, uno nel 2005, uno nel 2007 e uno nel 2015, non soddisfacenti al botteghino e bistrattati dalla critica. Non è facile tradurre in termini puramente cinematografici l’estetica, l’azione e impatto visivo della storia. C’è qualcosa – nei costumi, nei caratteri, nel sentimento generale – che scoraggia l’idea di un adattamento per il grande schermo.
Matt Shakman prova a risolvere il problema partendo dal look, e ha il merito di scegliersi i collaboratori giusti. I Fantastici 4: Gli Inizi è uno dei film più gratificanti, esteticamente parlando, nella storia dell’MCU, e il merito è dello scrupoloso, elegante lavoro di Kasra Farahani alla scenografia e Jess Hall alla fotografia. Bisogna premettere che I Fantastici 4: Gli Inizi non ha come sfondo la solita Terra; altrimenti, come avrebbero fatto i protagonisti dei 36 film precedenti a non accorgersi dell’esistenza del team? Qui siamo su Terra 828, una delle numerose declinazioni nel Multiverso, e tanto basta a I Fantastici 4: Gli Inizi per costruire un’estetica retrofuturista che riscrive gli anni ’60 (l’origine del fumetto) nel segno di un prodigioso e non soffocante sviluppo tecnologico.
Quando li incontriamo, i Fantastici 4 sono in attività da quattro anni. Si chiamano Reed Richards / Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm / Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Ben Grimm / La Cosa (Ebon Moss-Bachrach) e Johnny Storm / Torcia Umana (Joseph Quinn). Sono, nell’ordine: Reed un genio insicuro, Sue potentissima e stranamente equilibrata dal punto di vista emotivo (dati i pazzi di cui si circonda), Johnny una canaglia adorabile, Ben un burbero dal cuore d’oro. Per gran parte del tempo hanno dovuto vedersela con nemici come Harvey Elder / Uomo Talpa (Paul Walter Hauser), e gli è andata bene. Le cose cambiano quando Galactus (Ralph Ineson), un gigantesco e antichissimo vampiro mangia pianeti, manda sulla Terra il suo araldo Silver Surfer (Julia Garner) per annunciare l’imminente distruzione del pianeta. Il problema è che Reed e Sue stanno per avere un bambino e l’incastro dei due problemi – l’apocalisse e la famiglia che si allarga – non giova alla causa della Terra e alla felicità dei nostri eroi.
Premesse e risultato non sempre coincidono

Ora la nota dolente, che non si può più nascondere: I Fantastici 4: Gli Inizi non è poi così interessato a esplorare le sue potenzialità. Se c’è traccia di cambiamento, nei protagonisti, è solo un’ombra, o l’esasperazione della formula iniziale. E quindi, man mano che la storia procede, Reed è un po’ più geniale e un po’ più maldestro nelle interazioni umane; Sue, condizionata dalla maternità, più decisa e consapevole; Johnny, sempre più canaglia e adorabile; Ben, un burbero esponenzialmente sensibile. Ebon Moss-Bachrach cattura scintille di umanità nella performance capture che ingabbia il suo gigante. Vanessa Kirby spinge sull’acceleratore per risparmiare alla sua madre eroina (madre lavoratrice) gli stantii cliché Marvel. Joseph Quinn fa davvero il massimo, data la rigidità comportamentale del personaggio. Pedro Pascal parte avvantaggiato, perché la dualità di Reed – genio, ma imperfetto nelle relazioni umane – combacia con il suo profilo di maschio alfa tuttavia vulnerabile.
I Fantastici 4: Gli Inizi è un cinecomic dall’inedito (per l’MCU) portato sentimentale costruito sull’intreccio di due temi: la fatica e le ansiogene ricompense della vita in famiglia, e l’estrema fragilità dell’esistenza. L’estrema fragilità dell’esistenza è traslata in un gigantesco mostro mangia vita, e il fatto che l’inquadratura non sia mai in grado di contenere le enormi fattezze di Galactus – un Ralph Ineson cui il doppiaggio italiano, senza volerlo, farà un torto portandogli via l’iconica voce cavernosa – racconta bene la minaccia esistenziale (la morte, la separazione) che affligge la vita di ogni famiglia. Purtroppo, lo squilibrio è anche il riflesso delle ambizioni sproporzionate del film. Riesce a svilupparne soltanto una porzione.
I Fantastici 4: Gli Inizi è uno dei più riusciti film del recente MCU e uno dei più imperfetti. Esteticamente appagante, prova a conciliare l’umorismo autoironico e furbetto del franchise con una robusta dose di emotività – un mostro assassino vuole prendersi tuo figlio, come combatterlo? – ma finisce soltanto per accarezzare la sua profondità. Per ogni spunto nello script non raccolto dalla regia, lo scotto lo pagano i comprimari. Se il profilo ingombrante, la voce e il costume fanno bene a Ralph Ineson – ricordando che il montaggio finale si è concesso il lusso di cancellare ogni traccia di John Malkovich – il film non fa abbastanza, in termini di minutaggio e di arco narrativo, per Julia Garner e Paul Walter Hauser. Doveva essere il cinecomic con un cuore, finisce per essere un dolceamaro e stereotipato scontro Bene vs. Male. Sa di già visto, ma c’è del buono e forse conviene tentare un’altra chiave di lettura.
I Fantastici 4 – Gli Inizi: valutazione e conclusione
I Fantastici 4: Gli Inizi prova sul serio ad armonizzare azione, psicologia e sentimento. Il film consente ai personaggi di esprimersi tramite l’azione, cosa che non capita poi così spesso nell’MCU. Il problema è che le psicologie sono tratteggiate in modo lineare e schematico, e la fatica dello script nel sostenere la sua grande ambizione – apocalisse e famiglia, una combinazione micidiale – rende il (comunque valido) prodotto finito più stereotipato del necessario. Forse il modo giusto di leggere I Fantastici 4: Gli Inizi è cogliere lo spunto e sperare per il meglio nel prossimo futuro. Il film di Matt Shakman è il tentativo di contaminare l’azione e l’immaginario dell’MCU con storie, sentimenti e relazioni umane più articolate e realistiche. I Fantastici 4: Gli Inizi, lo accenna anche il titolo, è solo il primo passo nella direzione giusta.