I Cassamortari: recensione del film di Claudio Amendola

In uscita su Prime Video dal 24 marzo 2022 il film di Claudio Amendola che ironizza sulla professione dei "cassamortari".

I Cassamortari è il film di Claudio Amendola, coproduzione italo-spagnola Paco Cinematografica, in collaborazione con Amazon Prime Video, distribuito da Vision Distribution e in streaming dal 24 marzo 2022.
Una regia perfetta, un rimando ad una classica commedia all’italiana, un cast eccezionale interpretato dai volti tra i più noti del cinema italiano: Edoardo Leo (Giuseppe), Massimo Ghini (Giovanni), Gianmarco Tognazzi (Marco), Lucia Ocone (Maria) e Alessandro Sperduti (Matteo).

Commedia noir, ambientata in un contesto “popolare” senza pretese esistenziali e grandi colpi di scena. Al centro la famiglia Pasti, impegnata a gestire un’agenzia di pompe funebri che sembra essere una vera e propria fonte di denaro. Il denaro che rappresenta il deus ex machina, il fine primo e ultimo di ogni azione, che determina competizioni accanite nell’accaparramento di possibili clienti. Un’attività di famiglia portata al successo economico dal padre ed ereditata, alla sua morte, dai quattro figli.
Giovanni (il più grande) è quello che sembra più ricordare il padre, un imprenditore arrivista e taccagno. A Maria, la sorella più grande, spetta il ruolo di “accumulatrice” di vedovi piagnoni verso i quali sembra provare un’attrazione magnetica, la maggior parte delle volte ricambiata; Marco vero e proprio fanatico dell’estetica, modaiolo e appassionato di tanato-estetica tanto da essere considerato il migliore nel settore; infine Matteo, il più piccolo, a cui spetta il ruolo di gestire il sito web e stare al passo con le tendenze social, aspirando a diventare egli stesso un “influencer” dei funerali romani.

I Cassamortari: “tutti devono morì ma solo pochi ce guadagnano”

I cassamortari Cinematographe.it

©Paolo Modugno

L’attività, florida e redditizia, quasi per una beffa del destino dovrà affrontare un momento economicamente difficile a causa di una tassa mai pagata dal capofamiglia (ormai defunto) che, vissuto tra lussi e vizi, lascia in eredità un problema che impegna e preoccupa molto i figli, i quali non riescono ad immaginare un loro futuro senza l’agiatezza alla quale sono abituati. Sarà proprio il più piccolo, Matteo, che riuscirà a salvare le sorti dell’azienda imbattendosi in una “morte” celebre, quella del famosissimo cantante Gabriele Arcangelo, interpretato da Piero Pelù, caduto giù dalle scale della sua abitazione, strafatto come sempre, sfinito da uno stress “patologico” causato dalla consapevolezza che la sua carriera è ormai giunta al capolinea. Da qui in poi protagonista diventerà l’ipocrisia e il racconto assumerà tratti a volte surreali, a volte patetici.

Vicende che degenerano, che vanno oltre ogni forma di correttezza e rispondono unicamente a una visione affaristica e speculativa. Sfruttano la notorietà del cantante senza scrupoli con trovate pubblicitarie ed eventi surreali ed inquietanti, assecondando due donne tradite e insoddisfatte (la manager e la capricciosa figlia) che, per motivi diversi, cercano vendetta e riscatto. Situazioni che sfruttando la popolarità del cantante vanno ben oltre i limiti del lecito fin quando i fratelli Pasti decideranno di mettere fine a quello che ormai rischiava di diventare un fenomeno da circo.
“Seppur di famiglia ci sia ben poco” quanto accade avvicinerà i fratelli, i quali rivedono le modalità con le quali hanno lavorato fino a quel momento, decidendo di cambiare rotta e di riappropriarsi di uno stile etico dimenticato.

Il film di Claudio Amendola tra ironia e riflessione

©Paolo Modugno

I Cassamortari è un film che si muove sul filo della risata ma offre anche, sia pur non esplicitamente, una manciata di riflessioni celate da un tono ironico e a volte sfrontato. Ingredienti che, grazie alla sagace regia di Amendola, predispongono ad un finale degno di nota. Come ha dichiarato lo stesso Claudio Amendola: “Il film è stato girato in pieno periodo Covid e ci siamo domandati se fosse o non fosse il caso, però ci siamo ricordati di pietre miliari della cinematografia italiana che sono riuscite a regalare leggerezza trattando temi complicati come la grande guerra.
Mantenere un atteggiamento leggero, specialmente sulle cose importanti, è difficile ma il punto di vista cinico e tagliente funziona sempre. In questo film i morti fanno una bella figura i vivi meno, andate in pace!”

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.9