Venezia 74 – Happy Winter: recensione del docufilm di Giovanni Totaro

Happy Winter è il film documentario di Giovanni Totaro sull'estate popolare vissuta nella spiaggia di Mondello, a Palermo, presentato a Venezia 74.

Happy Winter è il docufilm e primo lavoro diretto dal giovane regista Giovanni Totaro, opera presentata alla 74ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia e in concorso nella Sezioni Orizzonti del Festival. Uno spaccato di vita reale tra verità delle famiglie popolari e una leggera nota di fiction, una quotidianità romanzata per l’occasione, che rende così la spiaggia un tappeto di sabbia su cui far sfilare e alternarsi storie di uomini e donne in un’Italia tristemente precaria.

Le varie cabine del mare di Mondello, località balneare vicino Palermo, ospitano ogni anno gruppi pittoreschi e pulsanti di persone. Chi sogna da tempo di trasferirsi, chi rischia di perdere presto il lavoro, chi si impegna in una campagna elettorale per portare avanti con prosperità il proprio comune. Persone comuni che trascorrono la stagione estiva prendendo il sole, chiacchierando, esprimendo perplessità sul futuro e rimpiangendo un passato dove tutto era più facile. Un settembre che giunge come al solito troppo presto, che fa chiudere gli ombrelloni e tornare a preoccuparsi dell’imminente inverno.

Happy Winter – l’estate italiana raccontata con semplicità nel film di Giovanni Totaro

happy winterGiovanni Totaro vuole raccontare con semplicità narrativa l’estate italiana di un piccolo gruppo di individui i quali rifletterebbero in qualche maniera una parte dei cittadini della Penisola di oggi, una classe proletaria che abbellisce la propria minuscola cabina bordo mare, quasi dimenticandosi di trovarsi solamente in un piccolo stabilimento siciliano, sognando terre esotiche e paesaggi incontaminati, al posto di una vacanza che offre caos e divertimento a buon mercato. Felici comunque di ritrovarsi come tutte le estati insieme alle solite facce, Happy Winter trascorre con i bagnanti le giornate al sole, ad abbronzarsi, ascoltando stralci di inutili dialoghi, a disegnare una cartolina della spiaggia di Mondello di cui nessuno sentiva un particolare bisogno.

Chiara è l’intenzione di girare un’opera tra la soglia della costruzione filmica e la realtà, pur sbilanciando maggiormente l’asticella in una delle due parti e incentrando il racconto più sull’aspetto documentaristico, ma non rivelandosi comunque una mossa sufficiente per far appassionare lo spettatore alle vicende, alle storie, alle problematiche dei protagonisti. Desiderando solo il sopraggiungere del fine della bella stagione, il pubblico subisce passivo gli stereotipi di un’Italia che sembra non saper andare oltre le lamentele contro uno Stato ladro o l’impossibilità di arrivare economicamente tranquilli a chiudere il mese, discorsi fatti triti e ritriti, portati all’occorrenza sulle coste della bella Sicilia.

Happy Winter: il mare è pronto a lasciare posto al freddo e all’inverno

happy winterUna sorta di trattato antropologico condominiale portato avanti da una vastità di luoghi comuni che si spera non rappresentino veramente l’Italia; la mentalità ristretta che, sia forzata da una sorta di finzione, sia come pensiero autentico dei protagonisti, non aggiunge nulla di speciale alla rappresentazione delle vacanze low cost trascorse a Mondello.

Peccato che il contenuto di Happy Winter trascini verso il basso l’intera intenzione dell’autore Giovanni Totaro, giovane cineasta a cui va però riconosciuto il merito di aver saputo lavorare costruendo una regia ottima ed espressiva, fautrice di impressionanti riprese che di certo innalzano la confezione esteriore del docufilm, ma non abbastanza perché influenzino in positivo il giudizio dello spettatore. Punto di merito anche al direttore della fotografia – non estraneo al mondo del documentario – Paolo Ferrari, che passa dagli ultimi film Porno & Libertà, Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua e L’arte ai tempi della guerra all’opera dell’esordiente Totaro, donando al neoregista e al suo prodotto inquadrature nitide, geometriche, parlanti. Happy Winter resta in ogni caso un docufilm di elevata tecnica.

 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2.3