Grandi bugie tra amici: recensione del film con Marion Cotillard

Recensione di Grandi bugie tra amici, sequel di Piccole bugie tra amici, scritto e diretto da Guillaume Canet, con Marion Cotillard e François Cluzet.

Max è stressato e sotto pressione. Gli anni passano, è invecchiato e si trova schiacciato da una situazione economica non proprio favorevole. Vorrebbe solo passare un compleanno lontano da tutti e senza troppe complicazioni, invece si ritrova a festeggiarlo in compagnia del suo gruppo di amici storici, che ormai non vede da oltre tre anni. Una sorpresa (poco) gradita da Max, che non si mostrerà neanche troppo felice e cercherà in tutti i modi di rendere la loro permanenza indesiderata. Col suo modo di fare brusco, rischierà di mettere tutti quanti in una situazione ancora una volta imprevedibile. Grandi bugie tra amici è il sequel di Piccole bugie tra amici, uscito nel 2010, e firmato di nuovo da Guillaume Canet.

Grandi bugie tra amici: il tempo e la lontananza logorano un’amicizia?

Canet si districa tra il ruolo di attore e regista; nove anni dopo Piccole bugie tra amici, torna a dirigere la vecchia gang di adulti in crisi tra cui troviamo Max (interpretato da François Cluzet), Marie (Marion Cotillard), Vincent (Benoît Magimel) ed Eric (Gilles Lellouche). Stavolta il titolo in italiano – tradotto per renderlo più vicino a un sequel – non aiuta e non rispecchia a pieno la trama del film. Se nel primo film, Canet ha giocato sul filo conduttore dei legami d’amicizia, rendendo la storia gradevole e divertente, in Grandi bugie tra amici, il regista punta sull’effetto nostalgia. Nous finirons Ensemble – questo il titolo originale in francese – ha invece più senso e sottolinea questo costante desiderio di finire insieme fino alla fine dei giorni – quindi morire ensemble.

Grandi bugie tra amici cinematographe.it

Il tempo che passa inesorabile, scandito anche dalla distanza tra la produzione di un film e l’altro, è lì per rimarcare costantemente che il gruppo non è più quello di una volta. I rapporti tra loro sono cambiati, si sono evoluti, e probabilmente giunge quel momento in cui bisogna rivalutare alcune relazioni. Questo tono cupo finisce per pesare sulla sceneggiatura e rende il film nettamente inferiore al suo predecessore. A volte certi sequel non funzionano. Anche Max se lo chiede: è davvero necessario continuare a mantenere qualcosa in vita quando ormai è morto da anni?

Grandi bugie tra amici: un sequel (non) necessario

Piccole bugie tra amici si era rivelato un piccolo cult in Francia, ed era perciò logico che Canet cogliesse la palla al balzo per realizzarne un seguito. A volte però bisogna capire se sia necessario o meno. Nonostante una discreta regia che fotografa la villetta di Max, immersa nella radura sconfinata che affaccia sul mare, Grandi bugie tra amici non è certamente un sequel memorabile. E non basta una buona recitazione per salvare un film che rischia di essere solo la brutta e bistrattata copia dell’originale.

Grandi bugie tra amici cinematographe.it

Dimenticate il gruppo spensierato di Piccole bugie tra amici; la gang, a distanza di anni, non dimostra affatto di essere maturata, anzi, incalzati da un burbero Max che vorrebbe solo vedere sparire i suoi (ex) amici, ognuno di loro tira fuori vizi, immaturità e capricci tipici di un adolescente piuttosto che di un adulto. Se Grandi bugie tra amici vuole essere lo specchio di una società borghese stanca e sull’orlo di una crisi di nervi, l’unico personaggio a riuscire a rispecchiare l’intento del regista è quello interpretato da François Cluzet. Per il resto, la pellicola di Guillaume Canet può anche essere dimenticata.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.1