Godzilla Vs. Kong: recensione del monster movie di Adam Wingard

Con pochi spunti narrativi dalla quale tracciare una storia perfettamente sensata, Godzilla Vs Kong gioca tutte le sue carte con gli scontri a cielo aperto tra mostri furiosi e titani senza scrupoli.

Due icone cinematografiche che hanno entusiasmato da decenni il pubblico di tutto il mondo: Godzilla e King Kong si scontrano in una decisiva battaglia per ristabilire la gerarchia dei titani che popolano il nostro pianeta. Disponibile da giovedì 6 Maggio per l’acquisto e il noleggio premium su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Playstation Store e per il noleggio premium su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity, Godzilla Vs. Kong segna un passo importante per la definizione del Monsterverse, serie di film catastrofici rilasciati dalla Warner Bros . In collaborazione con Legendary Pictures, la major punta all’azione senza esclusione di colpi e con una spettacolarità crescente che funge da colonna portante delle vicende.

I due temibili avversari si affronteranno in un campo di battaglia molto esteso, con il destino del mondo in bilico. Kong e i suoi protettori intraprenderanno un viaggio pericoloso per trovare la sua vera casa, ma si troveranno inaspettatamente sul cammino di un Godzilla inspiegabilmente infuriato, che è pronto a seminare distruzione di città in città. I ricercatori Nathan Lind (Alexander Skårsgard) e Ilene Andrews (Rebecca Hall), assieme a Madison Russell (Millie Bobby Brown) e Bernie Hayes (Bryan Tyree Henry), un infiltrato dei laboratori di ricerca e sviluppo Apex Technology, prenderanno parte ad un evento decisivo per le sorti dell’umanità, valutando le fazioni e seguendo attentamente le dinamiche dello scontro.

Godzilla Vs. Kong: un crossover che ritrae dei mostri sperduti, in cerca di una casa

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L’intenzione del blockbuster targato Warner è chiara: inserire pedine umane che rilasciano il minor quantitativo di informazioni utili per muovere le fila della trama, per poi farsi da parte e lasciare che i titani incrocino i loro sguardi, con conseguenze a dir poco devastanti. Godzilla Vs. Kong non ha il minimo interesse a riservarci delle intuizioni geniali in sede di sceneggiatura, né partorire un percorso perfettamente logico e che rispetti tutte le precedenti interazioni fra i mostri. Eric Pearson e Max Borenstein si occupano, in fase di scrittura, di assemblare un mondo come un parco dei divertimenti per i titani, dove ogni occasione risulta invitante per farli mettere l’uno contro l’altro. Seguendo questo itinerario scanzonato e all’insegna di un’attesa che si tramuta in esaltazione di dettagli scenici ed effetti visivi finemente dettagliati, Godzilla e Kong avranno modo di conoscersi, studiarsi le proprie tattiche, avvertire la paura o il senso di smarrimento insito nelle loro reazioni e ricoprire ruoli intercambiabili.

Prede e predatori diventano cavie da laboratorio a piede libero, con l’ottica umana rivisitata e relegata a spettatore disimpegnato che ha elaborato un piano d’azione per allestire il palcoscenico e garantirci i desiderati scontri brutali fra colossi. L’uomo si prende tutta la colpa, ma un elemento nel cast riesce a spiccare per bravura e minimalismo nei movimenti e nelle espressioni: Kaylee Hottle, nei panni della sordomuta Jia, è l’anima del progetto, colei che riesce ad immettere della sana dose di emozioni e a potenziare il profilo caratteriale di un Kong isolato, poco ricettivo, ritrovatosi fuori dal suo habitat naturale. Il rapporto che intercorre fra Jia e Kong ci riserva un approccio sottile, infinitamente più delicato nella direzione dei personaggi; la loro unione è fondamentale per osservare lo spirito dei mostri oltre i loro occhi iniettati di rabbia e frustrazione.

Un terzo atto a dir poco esaltante in Godzilla Vs. Kong

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Il quarto film del Monsterverse va a definirsi come un road movie dal sapore epico, con una scala e portata degli eventi che si estende a dismisura dalla Florida occidentale fino alla scintillante città di Hong Kong. L’occhio vuole certamente la sua parte, e per quanto riguarda il comparto visivo riscontriamo dei fondali definiti al dettaglio, che seguono imprudentemente i mostri protagonisti per alimentare in loro la voglia di dominare sulle nostre terre e affermarsi come specie non protetta. Il design del suono è fragoroso, imponente, lacerante sotto certi aspetti: nell’indicare l’unica sezione emozionante del film, ovvero il rapporto fra Jia e Kong, possiamo riportarvi anche un campionario quasi infinito di versi, grida di battaglia e urla che irrompono nella scena e riescono addirittura a modificare le sorti degli scontri. Un dettaglio che non si può trascurare, dal momento in cui ci viene presentato un climax ascendente nel terzo distruttivo atto del crossover.

Le scene d’azione abbondano e sono tutte gestite da una mano ferma in sede di regia: Adam Wingard (You’re Next, Death Note) si sporca le mani e ci butta nella mischia, preferendo una cinepresa che volteggia attorno alla silhouette dei titani senza mai rompere la magia con un montaggio secco e invadente. Nell’immaginarsi un ottovolante impazzito in una giostra senza binari predefiniti, Wingard sfrutta tutta la sua conoscenza sulle trasposizioni cinematografiche di Godzilla e King Kong e si diverte a selezionare i momenti più iconici e salienti di una serie di combattimenti brutali che non conoscono tregua. In fondo, il senso del film sta tutto in queste interazioni: “let them fight“, come recita la celebre battuta di Ken Watanabe in Godzilla (2014) di Gareth Edwards. Lasciamoli combattere, rimanendo curiosi di scoprire chi sarà il più agile, il più scaltro, o il più potente fra i due colossi.

Godzilla Vs. Kong è in uscita in Italia da giovedì 6 Maggio 2021 in esclusiva digitale su per l’acquisto e il noleggio premium su Apple TV, Amazon Prime Video, YouTube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity.

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Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2