Film Festival Turco – Se mi dimentico sussurra: recensione

Da oggi, 16 aprile, e fino al 19, ha luogo a Roma la IV edizione del Film Festival Turco. Il cinema Barberini proietterà, offrendo l’ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, i 12 film scelti per la rassegna, una selezione di lungo e cortometraggi rappresentativi dell’offerta cinematografica del Paese, storie personali e popolari atte a rafforzare l’amicizia tra Turchia ed Italia mettendone in luce temi e valori condivisi.

Ad inaugurare la kermesse il successo nazionale Se mi dimentico sussurra, del regista Çağan Irmak, presentato dal grande Ferzan Özpetek, presidente onorario della manifestazione. Il film narra la storia del ritorno a casa di Hatice (la divina Hümeyra Akbay, premio alla carriera di quest’edizione del Festival), ex star della musica pop che, ormai anziana e affetta da una forma precoce di Alzheimer, decide di affidarsi alle cure della sorella Hanife, una donna inaridita dal rancore per il grave tradimento subìto da Hatice alla vigilia del suo trionfo nel mondo dello spettacolo. In un continuum bidirezionale  tra passato e presente, Irmak ripercorre i luoghi e le azioni alla base della rabbia di Hanife, accompagnando lo spettatore in un intenso viaggio attraverso l’ascesa e il declino di una carriera e di un rapporto affettivo sullo sfondo dei grandi  temi dell’amore, forza motrice dei più grandi successi umani, e del risentimento, nemico di ogni realizzazione e anticamera della morte.

se mi dimentico sussurra

Una scena del film

Una sceneggiatura equilibrata ed evocativa accompagna l’altissimo livello recitativo del cast che vede, accanto ad Hümeyra, il suo sorprendente alter-ego giovane Farah Zeynep Abdullah, l’altra star nazionale turca Mehmet Günsür (conosciuto anche in  Italia per il suo ruolo di protagonista in Bagno Turco di Ozpetek), Kerem Bürsin e la bravissima Işil Yücesoy.

Se mi dimentico sussurra è un film profondo e malinconico che racchiude in sé la bellezza e crudeltà della vita, fondendo all’interno di una trama appassionante ed evocativa sentimenti che fanno parte del cammino di ogni individuo alle prese con il difficile percorso della realizzazione personale che, spesso e involontariamente, porta a ferire i sentimenti di chi ci è più caro. L’indulgenza, allora, si erge a sentimento indispensabile per chiudere in attivo il bilancio del proprio passaggio sulla Terra, rendendosi capaci di perdonare se stessi e gli altri per quelle piccole debolezze che ci rendono imperfetti ma non per questo meno capaci e degni di amore. Hanife, la sorella che ricorda troppo, e Hatice, quella che sta dimenticando tutto, rappresentano in questo senso gli estremi di quell’equilibrio tra non dimenticare e guardare avanti chiave di volta di una vita degna di essere stata vissuta.

Il Cinema turco conferma, con questa splendida pellicola, la sua vicinanza al sentire italiano, sintonizzandosi sulle nostre stesse frequenze di umorismo e drammaticità e mantenendo un perfetto equilibrio tra i due elementi. Come la presidentessa del Festival Serap Engin ha dichiarato in conferenza stampa, “il mediterraneo ci unisce”, così come la passione degli artisti turchi per i grandi maestri italiani, fonte di massima ispirazione per il loro linguaggio cinematografico. La speranza è che opere di questo genere possano raggiungere e valicare gli sbarramenti della distribuzione italiana, forti del successo che le pellicole di un orgoglio nazionale come Ferzan Özpetek (seguendo le parole di Irmak “un vero cittadino del mondo, ponte tra culture e identità” ) ha riscosso e continua a riscuotere nel nostro Paese.

Qui sotto potete visionare il programma completo dell’evento:

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Giudizio Cinematographe

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

Voto Finale