Fantasma in guerra: recensione del film Netflix

La sanguinaria lotta all’ETA in uno dei periodi più drammatici per la Spagna democratica nel film di Agustín Díaz Yanes con Susana Abaitua. Dal 17 ottobre 2025 su Netflix.

Nemmeno il tempo di godersi l’uscita nelle sale spagnole lo scorso 3 ottobre dopo l’anteprima mondiale alla 73esima edizione del San Sebastián International Film Festival, laddove ha registrato un discreto risultato, che per il nuovo film di Agustín Díaz Yanes dal titolo Fantasma in guerra è venuto subito il momento di approdare in piattaforma, nello specifico su Netflix a partire dallo scorso 17 ottobre 2025.

Fantasma in guerra trae ispirazione dall’Operazione Santuario, il più ampio sforzo sotto copertura condotto contro la banda armata dell’ETA

Fantasma in guerra cinematographe.it

La pellicola, scritta dallo stesso registra madrileno, si ispira alla reale “Operazione Santuario”, ossia il più ampio sforzo sotto copertura condotto contro la banda armata dell’ETA, ripercorrendo i dodici anni di doppiezza, paura e violenza attraverso la traiettoria silenziosa di chi ha combattuto senza mai uscire dalla clandestinità. Tra di loro c’era anche Amaia, una giovane guardia civile che negli anni Novante viene infiltrata all’interno di ETA in uno dei periodi più drammatici per la Spagna democratica. Per oltre un decennio vive una doppia vita in un ambiente dominato dalla paura e dalla violenza, con l’obiettivo di scoprire i zulos, i nascondigli delle armi nel sud della Francia e sventare nuovi attentati. In scena irrompono identità rubate, segreti inconfessabili e relazioni impossibili che porteranno la donna a pagare il prezzo altissimo dell’infiltrazione, oltre alla perdita di sé. Il film segue parallelamente la parabola umana della protagonista e i momenti più tragici della storia iberica, mescolando efficacemente finzione e materiale d’archivio (notiziari, manifestazioni, comunicati), con le immagini che riportano lo spettatore dagli omicidi di Gregorio Ordóñez e Miguel Ángel Blanco fino alla grande operazione che nel 2004 segnò l’inizio dello smantellamento della sanguinaria banda armata.

La cura nella ricostruzione storica e soprattutto l’intensità e la forza interpretativa data dalle performance di Susana Abaitua sono i punti di forza di Fantasma in guerra

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Quella narrata in Fantasma in guerra, che ricorda per similitudini e punti in comune il plot di La infiltrada della connazionale Arantxa Echevarría, è dunque la storia di una persona coraggiosa che ha cambiato la sua vita per cercare di salvare quella degli altri. Lo ha fatto in nome dei propri ideali, a caro prezzo, nonostante il pericolo, sacrificando se stessa e la sua giovane età. Sarà stato questo e l’importanza storica della vicenda a spingere il cineasta di Madrid a tornare al period-drama dalle venature thriller e poliziesche già battute nel 1995 con l’esordio Nessuno parlerà di noi. Il risultato per fortuna gli ha dato ragione, con l’autore che ha saputo restituire sullo schermo tutta la gamma emotiva e il percorso umano della protagonista, incastonandoli all’interno di uno spettro drammaturgico più ampio che è quello socio-storiografico della lotta armata in Spagna, mostrandone le implicazioni e la catena di causa ed effetto. Queste due linee narrative coesistono, scorrono all’unisono e alimentano la timeline in maniera equilibrata, dando forma e sostanza a un film che consegna al fruitore un coinvolgente ed empatico percorso che esplora sia la dimensione privata che quella pubblica. Il tutto attraverso l’utilizzo ben congegnato dei codici e degli stilemi del genere poliziesco, la gestione della tensione che scaturisce da alcune scene distribuite nell’arco narratico per alzare la temperatura (vedi il tentativo di strangolamento in auto e il tesissimo finale), la cura nella ricostruzione storica che si evince dalla confezione e soprattutto l’intensità e la forza interpretativa data dalle performance di Susana Abaitua.

Fantasma in guerra: valutazione e conclusione           

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Nel cuore degli anni più bui della lotta contro l’ETA, Fantasma in guerra racconta la lunga infiltrazione di una giovane agente della Guardia Civil, sospesa tra identità negate, verità storiche e tensione permanente. Lo fa mescolando in maniera efficace fiction e materiali d’archivio, dando forma e sostanza a una pellicola che racconta con tensione e rigore la parabola umana e i momenti più tragici della storia iberica, alternando e sovrapponendo la sfera privata con quella pubblica. Da segnalare in particolare la performance intensa e coinvolgente di Susana Abaitua nel ruolo della protagonista, resa possibile dalla direzione di un regista esperto come Agustín Díaz Yanes.   

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

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