Roma FF18 – Eravamo Bambini: recensione del film di Marco Martani

Con Eravamo Bambini Marco Martani ci trascina tra l'innocenza e il dolore, dove la felicità è lontana e la vendetta urgente.

Carbura piano, materializzando spezzoni di vita strappata al suo naturale svolgimento. Poi, quando meno ce lo aspettiamo, si srotola rapidamente sotto ai nostri occhi e infine, mentre corre a perdifiato lungo una strada sterrata e isolata, tira il freno a mano e ci lascia lì, sospesi sul precipizio del niente, a ponderare una fine che potrebbe essere inizio. Eravamo bambini di Marco Martani, presentato nella sezione Alice nella Città durante la 18ma Festa del Cinema di Roma e al cinema dal 21 marzo 2024 con Euro Pictures, prende spunto da un monologo teatrale scritto e interpretato da Massimiliano Bruno (Zero, uscito nel 2005) per portare sul grande schermo un dramma che si inerpica nelle retrovie di un’innocenza distrutta da un atto di potere; un film che gioca a scacchi col dolore, la vendetta e l’amicizia.

Vendetta e innocenza nel film di Marco Martani

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Walter (Lorenzo Richelmy), Margherita (Lucrezia Guidone), Gianluca (Alessio Lapice), Andrea (Romano Reggiani) conducono vite ai margini, tra tossicodipendenza, problematiche relazionali e gestione della violenza. Il regista, che si è occupato anche della sceneggiatura insieme a Massimiliano Bruno, ci spiattella dinnanzi un puzzle che in principio si fa fatica a ricomporre. Gli atteggiamenti dei protagonisti sembrano non seguire nessuna logica e le loro esistenze appaiono totalmente slegate, finché un messaggio non crea una congiunzione. Eppure, anche in tal caso, il collegamento risulta flebile e confuso e ci toccherà oltrepassare la soglia della metà del film per ingranare la marcia e lasciarci coinvolgere.

Eravamo bambini inizia con un flashback, focalizzando la nostra attenzione sul personaggio apparentemente meno coraggioso, che non a caso tutti chiamano “Cacasotto” (Francesco Russo). Sorpreso con un coltello in mezzo al bosco, il ragazzo viene interrogato presso la caserma dei carabinieri e adagio emerge una verità che ci fa andare avanti e indietro nella narrazione. Come un pendolo, Martani ci trascina tra l’innocenza e il dolore, in un luogo in cui la felicità è lontanissima e la voglia di vendetta si fa sempre più urgente. Di conseguenza, l’amicizia e l’amore e persino il confronto tra generazioni differenti ci assalgono con una chimica spietata che non lascia scampo al lieto fine.
Se i quattro amici uniti nella mortifera complicità sono lo zoccolo duro, il lato marcio – rappresentato dal personaggio di Massimo Popolizio, Antonio Rizzo, e in parte dal figlio Peppino (Giancarlo Commare) – pervade ogni insenatura della storia, facendosi ingombrante e assillante.

Eravamo bambini: valutazione e conclusione

Il film, che ha dalla sua una fotografia (firmata da Valerio Azzali) in grado di destreggiare luci e tenebre del sud e una colonna sonora (di Francesco Cerasi, mentre al suono troviamo Francesco Cavalieri) capace di coadiuvarci negli inferi dei sentimenti umani, soffre di una sceneggiatura non perfettamente bilanciata, priva di grandi emozioni. Il montaggio di Luciana Pandolfelli regala enfasi e grinta, ma forse basta a stento a risollevare del tutto una prima parte della pellicola, la quale risulta prolissa e confusa. La seconda parte, invece, dimostra di sfruttare al meglio la tensione, incanalandoci verso una parabola ascendente ma parzialmente elisa.

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Il cast, perfettamente immedesimato nella parte, regala performance veritiere e intense in un film che non lascia totalmente indifferenti. Occorre tuttavia resistere al marasma iniziale, lasciarsi scombussolare un po’ e accettare di restare sul precipizio di un finale strozzato, “come le galline”.

Prodotto da Santo Versace, Gianluca Curti, Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, Eravamo Bambini è una produzione Minerva Pictures (Gianluca Curti) con Wildside, in collaborazione con Vision Distribution e Sky e vede Gabriele Guidi come produttore esecutivo, Paola Peraro alla scenografia e Ornella e Marina Campanale ai costumi. La distribuzione in sala è affidata a Europictures.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8