Berlinale 2019 – Elisa y Marcela: recensione del film Netflix

Netflix ha presentato in concorso alla Berlinale 2019 il film Elisa y Marcela sul primo matrimonio omosessuale della storia.

Com’è triste e com’è bella la storia di Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas, le due donne protagoniste – nel 1901 – del primo matrimonio omosessuale della storia. E com’è brutto il film Netflix che la racconta. Elisa y Marcela è stato presentato dalla piattaforma streaming in concorso alla Berlinale 2019: il film è in bianco e nero e, per quanto faccia leva su una vicenda delicata, è eccessivamente sdolcinato e, spesso, di cattivo gusto.

Il racconto, come già accennato, ruota attorno a due donne realmente esistite che, contro ogni paradigma sociale si incontrano e si innamorano nella Spagna dell’inizio ‘900. Le due vivono clandestinamente il loro amore, ma quando i loro compaesani iniziano a sospettare e ad additare violentemente la loro relazione, Elisa decide di travestirsi da uomo e, con uno stratagemma, di sposare Marcela.

Elisa y Marcela: la storia del primo matrimonio omosessuale su Netflix

È impressionante e bellissimo quello che hanno fatto Elisa e Marcela. La loro è una vicenda anticipatrice dei tempi e che predica l’amore sopra ogni cosa. Come dovrebbe essere. Ecco perché è triste arrivare a stroncare un film che, con sicuramente tante buone intenzioni, ha provato a far conoscere a tutti queste due donne straordinarie. La pellicola, diretta da Isabel Coixet, è spesso inspiegabilmente scadente nel modo stesso in cui è confezionata. Le due attrici arrancano nell’interpretare una storia così complicata diventando troppo spesso melodrammatiche senza necessità e totalmente apatiche nei momenti sbagliati.

Elisa y Marcela cinematographe

La regia – che opta per il bianco e nero – ricorre a tecniche ridicole (ad attirare la nostra attenzione è stata soprattutto l’iris, la dissolvenza a cerchio che chiude alcune scene) e un montaggio insensato che corre in maniera forsennata in alcuni momenti e che si sofferma all’infinito su altri. C’è poi un problema fondamentale nel racconto di Elisa y Marcela: una quantità esagerata e immotivata di scene di sesso.

È un film d’amore, certo, e per quanto racconti una storia peculiare, il sesso è un elemento fondamentale. E il problema non è il mostrare l’atto in sé, anzi. Sarebbe anche arrivato il momento di considerare il rapporto tra due donne o due uomini, esattamente alla pari di quello tra un uomo e una donna: non ha senso scandalizzarci. A farci storcere il naso è l’ossessione che il film sviluppa per la sessualità delle sue protagoniste. Non sarebbe servito. Non serve mostrarcele mentre coinvolgono un polpo, morto e pronto per essere cucinato, in una scena di sesso estemporanea. Non è Cinquanta sfumature di grigio e dubitiamo del fatto che sia propriamente questo il motivo che spingerà gli utenti Netflix a vedere il film. O forse è proprio questo che vogliono.

Elisa y Marcela è un film importante, ma poteva fare di meglio

In una storia complessa e coraggiosa come quella di Elisa y Marcela il focus andava messo anche e soprattutto su altro. La conseguenza di questa scelta creativa potrebbe anche rivoltarsi contro il film e ridurlo a un soft-porn nel quale la narrazione è quella parte che viene mandata avanti veloce per arrivare ai momenti piccanti. Il film perde di valore, se aggiungiamo il fatto che tutto il resto è pure mal realizzato.

In sostanza Netflix, con Elisa y Marcela, ha tentato un’operazione coraggiosa proponendo al pubblico della Berlinale (e tra qualche tempo a quello dei laptop) una storia poco conosciuta su un argomento – purtroppo – ancora difficile da affrontare. Ci si spezza il cuore a leggere, nel finale del film, di come il matrimonio omosessuale sia ancora oggi, nel 2019, ritenuto illegale in moltissimi Paesi del mondo, con il solo pretesto di preservare una tradizione e un valore culturale, religioso, che – siamo onesti – non esiste più (e non davvero per colpa della comunità omosessuale, figuriamoci).

Quando, però, si ha a che fare con argomenti del genere non sono ammessi passi falsi, purtroppo. Elisa y Marcela ne commette un’infinità e si espone a una critica che, dal punto di vista ideologico e – perché no – narrativo, non si sarebbe meritato. Con la consapevolezza, quindi, che il film avrebbe potuto fare molto di meglio, diciamo che non può essere un caso che sia stato presentato al pubblico nel giorno di San Valentino e vogliamo prendere in prestito una frase dello scrittore americano David Leavitt: “L’amore sboccia tra persone, non tra sessi”.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 3

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