Eddie the Eagle – Il coraggio della follia: recensione

Seppur appaia ridondante la massima “L’importante non è vincere, ma partecipare” in Eddie the Eagle – Il coraggio della follia viene scandagliata in mille frammenti fatti di sacrifici, sudore, fatica e determinazione; il peso della vittoria viene riedificato sulle fondamenta di una struttura capovolta in cui il raggiungimento dell’obiettivo, che in questo caso è la partecipazione alle Olimpiadi, non tende verso l’esterno bensì verso l’interno. Nessuna carriera longeva né talento naturale, nessuna dote fisica in grado di farlo eccellere ma il sogno e la voglia di andare contro tutto e tutti per realizzarlo, questo ha fatto di Eddie Edwards un campione.
Ispirandosi alla vera storia di Eddie “The Eagle” Edwards, interpretato da Taron Egerton, il regista Dexter Fletcher porta in sala un film scorrevole, combattivo, divertente e verace. In un mondo cinematografico in cui il vincente viene osannato, la pellicola distribuita da 20th Century Fox nel giugno 2016 va controcorrente comunicando, però, la stessa aria di festa e soddisfazione.

Eddie the Eagle: la follia di credere in se stessi, anche quando il resto del mondo ci reputa dei perdenti

Eddie the Eagle - Il coraggio della follia: recensione

Occhiali spessi per correggere l’ipermetropia, un tutore per sostenere le ginocchia e un peso corporeo non del tutto congeniale allo sport sciistico non demoliscono mai del tutto il sogno di Eddie che teneramente, fin dall’età di 10 anni, coltiva la sua idea di essere un atleta olimpico. Sembra fallire in tutti gli sport, ma ha dalla sua il sostegno incondizionato della madre, seppur mitigata dai brontolii perenni del padre, che in tutti i modi cerca di tenerlo con i piedi per terra inculcandogli l’idea di un lavoro vero, l’intonacatore! Ma Eddie è un inarrestabile sognatore e durante l’adolescenza matura l’idea di dedicarsi allo sci alpino e partecipare alle Olimpiadi estive per poi approdare ai Giochi olimpici invernali. Pur essendo abbastanza bravo, i funzionari olimpici britannici lo criticano per il suo stile rozzo, cercando in tutti i modi di non permettergli di imboccare questa strada.
Assetato di letture, filmati e racconti sullo sport che pratica, il protagonista alla fine ha un’idea: cimentarsi nella disciplina del salto con gli sci, alla quale il Regno Unito non partecipava da 60 anni. Inizia qui la parte cruciale dell’opera, quella in cui il ragazzo diventa uomo, le distanze si dilatano, i problemi aumentano, i soldi scarseggiano. Trasferitosi in Germania, a Garmisch-Partenkirchen, presso il centro di formazione per saltatori, Eddie si ritroverà senza un posto in cui dormire e senza soldi e per di più deriso dagli atleti più esperti. Oltre a Petra (Iris Berben) che gli offre ospitalità in cambio di aiuto nel bar che gestisce, il ragazzo trova sul suo cammino Bronson Peary (Hugh Jackman), un battipista ubriaco e scontroso che, senza mezzi termini, gli suggerisce di rinunciare. Dietro il suo aspetto da perdente però, Peary nasconde la stoffa del campione: ai suoi tempi era una promessa statunitense di salto con gli sci, ma il suo carattere poco stabile lo condusse a far sfumare la carriera ad appena vent’anni, dopo una lite con l’allenatore Warren Sharp.

Un campione con tanto talento e poca serietà e un atleta armato di determinazione e coraggio, ma sprovvisto di doti eccezionali rappresentano in Eddie the Eagle – Il coraggio della follia una coppia perfetta, allegramente sarcastica e veramente in grado di coinvolgere lo spettatore. I loro metodi di allenamento poco ortodossi, necessari per prepararsi alla qualificazione alle Olimpiadi invernali del 1988 a Calgary (Canada), dilettano e fanno riflettere sul significato della tenacia e del raggiungimento di un obiettivo. Riuscirà Eddie a fare un salto di almeno 61 metri?

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Con una regia fatta di campo e controcampo, in cui le altezze e le distanze si dilatano insieme alla paura e alla voglia di farcela, Dexter Fletcher ci fa librare in volo, cascare, sognare, senza comunque farci fare del male. Con una colonna sonora ricca di adrenalina e un Taron Egerton fenomenale, Eddie the Eagle – Il coraggio della follia è un biopic che elogia la vittoria come valore personale.
Il protagonista, infatti, è l’ultimo della classifica, lo sfigato inguardabile, il poveraccio che non può permettersi un allenatore, ma tutte queste avversità passano in secondo piano davanti alla sua personalità, alla capacità di coinvolgimento del pubblico che lo rende immediatamente un eroe e un esempio da seguire. Eddie the Eagle è il racconto della follia, quella vera, indispensabile ed edificante; quella che spurga da dentro facendoci credere in noi stessi, anche quando il resto del mondo ci reputa dei perdenti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3