Easy – Un viaggio facile facile: recensione

Con Easy - Un viaggio facile facile Andrea Magnani debutta sul grande schermo regalando umorismo e tenerezza.

Presentato in concorso al 70° Festival di Locarno, Easy – Un viaggio facile facile è l’opera prima di Andrea Magnani (sceneggiatore de L’ispettore Coliandro), un road movie con bara che unisce saggiamente comicità e cuore, donando freschezza al cinema italiano.

Easy – Un viaggio facile facile: un ex campione di gokart in un road movie col morto

Isidoro detto Easy (un perfetto Nicola Nocella, Nastro d’argento per Il figlio più piccolo di Pupi Avati, 2010), è diagnosticamente depresso: 35 anni e un’ex carriera da campione di gokart interrotta da un’improvvisa disforia che gli ha regalato diversi chili di troppo, una dipendenza da psicofarmaci e un vago desiderio di morte. Un “bambinone” che la mamma (una meravigliosa e indimenticabile Barbara Bouchet) accudisce con amore, cosciente però che sarà sempre un numero 2. Un giorno il fratello Filo (Libero De Rienzo) gli propone un lavoretto: trasportare la salma del defunto Taras, un operaio del suo cantiere caduto per sbaglio da un’impalcatura, in Ucraina dalla famiglia. Nulla di complicato quindi, solo una strada dritta, in compagnia di un morto, alla guida di un carro funebre, in un paese con un lingua e un alfabeto totalmente diversi.

Easy - Un viaggio  facile facile

Easy e la gallina

Con Easy – Un viaggio facile facile Andrea Magnani debutta sul grande schermo regalando umorismo e tenerezza

Magnani ci racconta un viaggio di formazione, un’avventura in cui niente andrà come ci si aspetta o come si è programmato, in cui il proprio linguaggio non sarà lo stesso dell’interlocutore, in cui i paesaggi lasceranno senza fiato e l’umanità sarà il comune denominatore. Easy è sì una commedia umoristica e tenera (che si sposa con un gusto più europeo che prettamente italiano, fortunatamente!) ma è anche un film che parla di confini: vita e morte, infanzia ed età adulta, Europa occidentale ed Europa dell’est. Ma se in quella perla di Sofia Coppola Lost in Translation, 2003 era la tenerezza il legame dei protagonisti, qui è ciò che la bara rappresenta: un fine che ci accomuna tutti, indistintamente, e per il quale non c’è bisogno di parole per capirsi, bastano i gesti.

Easy – Un viaggio facile facile: lo sguardo del regista ai vecchi western in cinemascope con un Isidoro che trascina la bara anche a piedi, come il Django di Corbucci

Easy - Un viaggio  facile facile

Easy e la bara di Taras

Easy viaggia come un moderno Django (un memorabile Franco Nero nella pellicola di Corbucci del 1966; il film è girato infatti con uno sguardo d’autore al cinemascope dei vecchi western) trascinando il feretro con i mezzi più disparati per mantenere l’impegno preso. Un compito portato a termine che rappresenta per Easy una redenzione, una rinascita. Il regista punta su una sceneggiatura scarna, essenziale, lasciando alla macchina da presa e all’interpretazione di Nocella la capacità comunicativa più forte. Una scelta saggia che non permette alla pellicola di cadere nel ridicolo ma, anzi, le dona un umorismo amaro degno de L’uomo senza passato del finlandese Aki Kaurismäki.

I temi trattati sono svariati e dal tono non leggero (depressione, lavoro in nero, erronee aspettative dei genitori sui figli) ma Magnani li presenta al pubblico privandoli della carica etica che li contraddistingue, riuscendo così in un’opera sì significativa ma piacevole allo sguardo. Ottimo l’intero cast, in particolare Nicola Nocella che offre una performance matura con un Easy che non si può non amare; azzeccate e coinvolgenti le musiche di Luca Ciut.

Easy – Un viaggio facile facile è in uscita nelle sale italiane da giovedì 31 Agosto, distribuito da Tucker Film.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.4