Cosa mi lasci di te: recensione del film su Jeremy Camp

Inizialmente in bilico tra biopic e love story, verso la fine Cosa mi lasci di te sceglie la strada del sick-lit movie.

Un ragazzo e una ragazza si incontrano, sono belli, hanno vent’anni e stanno vivendo il periodo più importante, quello dell’università, in cui si decide cosa si farà da grandi. Jeremy e Melissa: sono questi i nomi dei protagonisti di Cosa mi lasci di te, il film diretto da Andrew e Jon Erwin, che racconta la vera storia del cantante Jeremy Camp (K.J. Apa) e del suo incontro con la prima moglie, Melissa (Britt Robertson), morta giovane a causa di un tumore. Il film sarebbe dovuto uscire al cinema ma, a causa dell’emergenza sanitaria, è stato deciso di renderlo disponibile su Amazon Prime Video dal 17 aprile 2020.

Cosa mi lasci di te: tra il biopic e la love story

Cosa mi lasci di te - Cinematographe.it

Cosa mi lasci di te racconta la nascita e il triste epilogo della storia d’amore di Melissa e Jeremy Camp, star della Christian Music. Sembrerebbe una classica love story inventata, esagerata ed esasperata che punta alla commozione dello spettatore, invece si tratta di un biopic, infatti il film è tratto dal bestseller I Still Believe, in cui lo stesso Camp racconta l’amore più grande della sua vita che lo ha spinto a diventare un cantante e a cercare l’amore a tutti i costi.

Jeremy Camp lascia la casa nell’Indiana per recarsi al Calvary Chapel Bible College, l’università californiana di impronta religiosa, lì incontra, durante il concerto del musicista Jean-Luc, Melissa, bella, speciale, una stella che brilla più di tutte le altre. Da lì la sua vita cambia, basta poco e capisce: quella è la donna della sua vita. A lei Jeremy dedica le canzoni d’amore, i pensieri più profondi e più delicati ma Melissa si tira indietro – per non ferire Jean-Luc con cui la giovane ha un’amicizia speciale -, lascia Jeremy; dopo poco il ragazzo riceve una telefonata: Melissa ha un tumore al terzo stadio.
Il giovane uomo non si pone troppe domande, gli basta sapere che lei lo ama per andare avanti nella relazione e sposarla nell’ottobre del 2000.

Il film vive di due anime, una, piuttosto trascurata, in cui si racconta la “storia musicale” di Camp – come è nata la sua carriera – e una molto più importante sul tragico amore tra Jeremy e Melissa.

Cosa mi lasci di te: la storia di un cantante senza la musica

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Il talento di Jeremy ci viene solo fatto intuire dalle parole del padre che descrive quello del figlio come un dono da coltivare, dallo sguardo perso di Melissa che ascolta piena d’amore quel giovane conosciuto da poco. La storia musicale di Jeremy quindi viene buttata lì, con fin troppa superficialità: riesce a trovare troppo presto la sua strada, lo spettatore quasi non se ne rende conto, avviene tutto il contrario invece per la nascita del sentimento tra i protagonisti, per l’abnegazione totale di un ragazzo verso la propria moglie. Sì, Jeremy scrive, sì suona la chitarra ma questo elemento si annacqua negli struggenti primi incontri tra lui e Melissa. Perde d’importanza la prima volta in cui Camp fa Camp, in cui canta in uno studio di registrazione e partecipa ad un concerto. Passa tutto in secondo piano, al centro c’è Melissa, l’amore per lei, la folgorazione che ha provato il giorno in cui ha incrociato il suo sguardo, la cura che lui ha nei confronti di lei che è malata, stanca, sfiancata dai dolori e dai “bollettini medici” che non le lasciano speranza.

Jeremy esiste come cantante proprio grazie a Melissa e al suo interesse; è importante sottolineare che lei nella realtà è soltanto una cara amica di Jean-Luc ma i registi hanno deciso di far diventare Melissa un’amica speciale del musicista in modo da inserire la rivalità in amore tra i due uomini. Questo espediente dimostra quanto sia molto più forte l’indole amorosa di Cosa mi lasci di te che quella da biopic. C’è poca musica in un film su un cantante e questo risulta essere evidentemente una lacuna.

Cosa mi lasci di te: il racconto della star della Christian Music in cui manca le fede cristiana

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Un altro elemento che dovrebbe essere fondamentale nel racconto di Jeremy Camp è la fede cristiana ma anche questo emerge poco e male: il nome dell’università, la richiesta di Jeremy di pregare per la moglie nel momento in cui deve essere sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, le parole della giovane dirette al marito come una sorta di testamento, i dubbi del giovane messo in crisi dai continui dolori che colpiscono lui e la sua famiglia. Non si vede mai nessun contatto fisico tra i due – si suppone che Melissa e Jeremy per la loro fede abbiano deciso di limitarsi nel contatto fisico ma il film non lo racconta mai – né prima né dopo il matrimonio, e ciò sembra strano dal momento che il target di Cosa mi lasci di te è chiaramente giovane anche per la presenza di KJ Apa e Britt Robertson.

Cosa mi lasci di te: un film che punta ad una facile commozione

Se all’inizio di Cosa mi lasci di te il film sembra voler stare in bilico tra due generi, poi sceglie la sua direzione concentrandosi sul sick-lit movie, decisione che determina il film stesso. Inevitabilmente si punta alla lacrima fin troppo facile, non entrando nel profondo del dolore ma mostrando scene che non possono non commuovere. Il miracolo ricevuto dopo le infinite preghiere da parte dei fan di Camp, la celebrazione del matrimonio, parentesi felice negli ultimi mesi della coppia, la vista di un ventenne che passa le giornate a dare morfina alla moglie, disperata perché sente la fine vicina, e non a pensare alla costruzione del loro amore vengono narrate in modo fin troppo semplicistico tanto quanto la “rinascita” di Jeremy segnata, indirizzata dalla moglie ormai morta.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.3