Chi salverà le rose?: recensione dell’opera prima di Cesare Furesi

Chi salverà le rose è l’opera prima di Cesare Furesi, spin-off dell’acclamato film del 1986 per la regia di Pupi Avati, Regalo di Natale, che vedeva protagonista una sfida a poker fra amici di lunga data, fra i quali l’enigmatico avvocato Antonio Santelia, la cui interpretazione da parte di Carlo Delle Piane, valse all’attore la Coppa Volpi al Festival di Venezia.

Sono passati 31 anni dall’uscita di quel film, e Chi salverà le rose? mira ad approfondire gli aspetti della vita privata dell’avvocato, rimasti inesplorati nell’opera di Avati, portando alla luce una storia d’ amore e accudimento, sullo sfondo della ricchezza che le famiglie arcobaleno possono celare, al di là di ogni ingiustificato pregiudizio.

Chi salverà le rose?

Nel film di Cesare Furesi, Giulio Santelia (Carlo Delle Piane) è diventato ormai un anziano signore, e trascorre le giornate accudendo amorevolmente il compagno di tutta la vita Claudio (Lando Buzzanca), costretto a letto da una lunga e grave malattia. L’ uomo  sconta nel frattempo le devastanti conseguenze economiche di un’esistenza da professionista del poker e- perso ormai quasi ogni avere -nasconde agli occhi del compagno tale miseria riuscendo a fargli credere che al piano inferiore della loro casa di Alghero (ormai inaccessibile a Claudio), tutto è rimasto come prima, comprese le amate rose del suo amore, che Giulio finge di cogliere ogni mattina ma che in realtà acquista da un ambulante.

Giulio ha ormai solo un obiettivo nella vita: far felice Claudio e rendergli il più possibile confortevoli e sereni i giorni che gli restano. Ma – avendo giurato che non avrebbe giocato più a poker –  l’urgenza economica della situazione lo costringe a chiedere l’aiuto della figlia Valeria (Caterina Murino) e del nipote Marco (Antonio Careddu). La donna, molto affezionata a Claudio, rinnega il padre a causa della sua vita dedicata più al gioco d’azzardo che agli affetti. Ma proprio grazie all’anziano e malato patrigno scoprirà che dietro all’apparente trascuratezza, Giulio non ha mai smesso di pensare e prendersi cura di lei e del nipote, dimostrandolo ancora una volta con l’organizzazione di un’ultima partita, indispensabile per riaggiustare definitivamente i conti senza infrangere le promesse.

Chi salverà le rose?

Chi salverà le rose?: nobili premesse per un debole risultato

La trama di Chi salverà le rose? promette molto allo spettatore, e rivela le migliori intenzioni del suo regista, determinato a portare in scena una storia di sentimenti umili e intensi, profondamente attuale e al contempo dal fascino antico, ricollegandosi ad un’opera del passato. Ma le buone intenzioni della scrittura, non si rivelano purtroppo una buona scrittura, e il film soffre innanzitutto di un copione dal linguaggio retorico e dissonante per un prodotto cinematografico, e di una messa in scena che – se potrebbe essere accettabile a teatro – al cinema assume gli sgradevoli connotati della pantomima.

Chi salverà le rose?

La recitazione dei due protagonisti, poi, non aiuta, mostrando una fatica notevole nel rendere credibili i personaggi.  Le interpretazioni di Delle Piane e soprattutto di Buzzanca appaiono a tratti  talmente forzate ed enfatizzate da risultare comiche nei momenti in cui avrebbero dovuto trasmettere drammaticità, ed il sostegno dei co-protagonisti viene quasi del tutto a mancare, soprattutto – come detto sopra – a causa di una sceneggiatura che vincola eccessivamente il tono delle interpretazioni, che appare quasi costantemente eccessivo o  fuori luogo.

Chi salverà le rose?

La domanda quindi è: perché scomodare una pellicola (Regalo di Natale) dal grande valore cinematografico per farla rivivere forzatamente in un’opera prima che non possiede la maturità ed i mezzi per raggiungerne il livello, o almeno avvicinarvisi?

Chi salverà le rose? si rivela uno sforzo ammirevole ma un’occasione mancata di parlare senza cliché di una realtà familiare (quella relativa alle coppie omosessuali) sempre più diffusa ma ancora non completamente accettata, trasportando inevitabilmente l’attenzione dello spettatore sui troppi difetti della fattura, e distraendola invece dal nobile ed importante messaggio del quale la pellicola è portatrice. Il film sarà al cinema dal 16 marzo, distribuito da Corallo film; nel cast anche Guenda Goria e Philippe Leroy.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.8