California Schemin’: recensione del film di James McAvoy, dal RoFF 2025
L'elettrico e convincente debutto alla regia di James McAvoy con un biopic musicale irresistibile.
California Schemin’ racconta la storia del duo rapper Silibil N’ Brains, che per tre anni si è finto americano per essere preso seriamente nell’industria della musica. James McAvoy debutta dietro la macchina da presa con una storia vera di sogni e speranze, presentata al Festival del Cinema di Roma. Seamus McLean Ross e Samuel Bottomley interpretano rispettivamente Billy Boyd e Gavin Bain, due giovani irlandesi che desiderano sfondare nel mondo del rap. Siamo agli inizi degli anni 2000, e nel mondo musicale si è affermato Eminem, rapper bianco che sta sfondando in America, scalando le classiche globali. Per Billy e Gavin è una missione impossibile riuscire nell’impresa di raggiungerlo. Che fare, quindi? I due si reinventano e creano una bugia per nascondere le loro umili origini. Con in mano una mappa della California, Billy e Gavin inventano una storia, imparano la pronuncia americana guardando dei film classici come Jerry Maguire e I Soliti Sospetti. Il destino sembra quindi dar loro una mano, ma quando la pressione mediatica si fa più forte, l’amicizia rischia di spezzarsi, e con essa anche la gigantesca bugia che hanno costruito: fin quando riusciranno a continuare la loro farsa?
California Schemin’: il convincente debutto alla regia di James McAvoy

Nella sua trentennale carriera nell’industria cinematografica, James McAvoy ha assorbito tutto ciò che ha imparato per cimentarsi nel mestiere del regista. L’attore scozzese ha quindi scelto una storia semplice, di due persone che sono partite dal basso per inseguire il loro sogno, senza dimenticare di aggiungere un tono più drammatico nei momenti di tensione. I personaggi di Billy e Gavin sono positivi, ma quest’ultimo appare come il più disperato tra i due. Gavin ama il successo, ma è spaventato all’idea che l’inganno che lui e il suo amico hanno messo in scena possa essere scoperto. Soprattutto perché a rischiare la carriera non sono solo loro due, ma anche Tessa (Rebekah Murrell), una dipendente della casa discografica. California Schemin’ è un film basato su una trama abbastanza prevedibile, ma il cui ritmo – complice anche le esibizioni canore – riesce a bilanciare i momenti dove pervade una lentezza narrativa a quelli sul palco, il luogo dove Billy e Gavin danno il meglio di sé.
James McAvoy costruisce un film sui buoni sentimenti, ed è chiaro il leggero tono critico verso l’industria d’élite, che favorisce il nepotismo a discapito del talento delle persone. La storia di Billy e Gavin, pur fondata su una bugia, rimane un racconto in cui è facile identificarsi: sono due persone comuni che lottano per affermarsi in un mondo popolato da privilegi e raccomandazioni. California Schemin’ è quindi una storia semplice che lascia una buona morale sempre universale.
California Schemin’: valutazione e conclusione

James McAvoy è promosso a pieni voti: il suo debutto alla regia è sorprendente e dinamico. Sebbene mostri una certa lentezza in alcune parti, la sceneggiatura di California Schemin’, curata da Elaine Gracie e Archie Thomson, trova un compromesso tra le scene “vuote” e quelle più animate, soprattutto nei momenti dedicati alle esibizioni canore del duo protagonista. Trattandosi di un biopic un po’ romanzato, è inevitabile che la storia risenti di qualche imperfezione artistica. Al di là dei suoi punti deboli, California Schemin’ è il classico racconto del sogno americano ed è impossibile non provare un po’ di empatia per la storia dei Silibil N’ Brains. Quando la loro doppia vita comincia a mostrare le prime crepe, riuscire a rimanere a galla sarà difficile per entrambi. In conclusione, il film di James McAvoy è un inno all’integrità morale, che abbraccia anche tematiche come l’amicizia e il prezzo della fama.
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