Calcutta – Tutti in piedi: recensione del film

La recensione di Calcutta – Tutti in piedi, il film evento di Giorgio testi che si mimetizza troppo con i contenuti YouTube.

Calcutta arriva al cinema dopo il sold out all’Arena di Verona, che ha rappresentato il coronamento di un successo dopo il terzo album e il concerto nello stadio di Latina.
La sua fama è cresciuta a velocità esponenziale ed è diventato un modello musicale rappresentativo per i ragazzi di oggi. Infatti tra il suo pubblico al concerto di Verona molti erano i volti di adolescenti, anche se non mancavano le altre fasce d’età. Perché Calcutta ha uno stile popolare che trova aderenza nell’identità italiana.

La sua musica è riuscita ad arrivare nello stadio Francioni di Latina, così da renderlo il primo indipendente italiano ad averlo organizzato. Poi il sold out all’Arena di Verona ha confermato la sua popolarità. Per questo motivo Giorgio Testi ha pensato di realizzare un film sul suo concerto veronese del 6 agosto 2018. Il progetto si propone di rendere partecipe chi non c’è stato all’evento.

Calcutta – Tutti in piedi, il film di Giorgio Testi, si concentra prettamente sul concerto

Calcutta – Tutti in piedi Cinematographe.it

Calcutta – Tutti in piedi è la ripresa dell’intero concerto, per l’uscita del terzo album Evergreen, con degli inserti in greenscreen omogeneamente distribuiti. Le inquadrature seguono uno schema che si ripete: tra il frontale e la schiena di Calcutta, le coriste, la band e il pubblico. Tutto intervallato dai visual coordinati da Filippo Rossi.

Il limite del film è quello di fermarsi al concerto, senza fornire testimonianze aggiuntive, senza costruire uno storytelling sull’artista che permetta di conoscerlo più da vicino. Ciò che vediamo è quello che è accaduto quel 6 agosto. Testi si diverte di più a interagire con le canzoni creando degli effetti grafici da video musicale.

Infatti con il sottofondo musicale le visuals dello show si intrecciano a finestre di ricerca che si aprono (video di gatti, acquisto di biglietti, interfacce social). Queste sono già presenti sullo schermo del concerto e il regista le estende nelle riprese in greenscreen. La figura di Calcutta viene incorniciata in un cerchio grafico, mentre la grafica cambia colore e si anima. Quando canta Kiwi si vedono scorrere in verticale i frutti a fette.
Sarebbe stato più interessante vedere qualcosa di più del live, raccontato esattamente per quello che è stato. Senza poter cantare ci si sente degli spettatori passivi, non coinvolti nel film e quindi facilmente distraibili.

Calcutta – Tutti in piedi: un film che si mimetizza con i contenuti YouTube, senza spettacolarizzare

Calcutta – Tutti in piedi Cinematographe.it

Edoardo D’Erme e Dario Brunori

Il regista guarda il concerto con sguardo discreto seguendo il flusso musicale delle canzonette, dei motivetto ripetuto, con la voce bassa di Calcutta. A creare una variante sono giusto le guest star: Francesca Michielin e Dario Brunori e la pausa elettronica con Tutti in piedi. Inoltre ci sono degli inserti divertenti di Pierluigi Pardo che pubblicizza l’Acqua Parda. Il film richiama esattamente le Instagram stories. Calcutta – Tutti in piedi è molto moderno, infatti le immagini e l’audio sono di altissima qualità; POP-olare, ma poco cinematografico. Quello che resta è una profonda nostalgia verso un passato comune di addii, partenze e separazioni. La malinconia che evoca la voce di Calcutta concentrata in 1.25h.

Calcutta – Tutti in piedi esce nelle sale come evento speciale il 10, 11 e 12 dicembre 2018, prodotto da Bomba Dischi e distribuito da Lucky Red.

Regia - 2.5
Fotografia - 2.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

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