Billionaire Boys Club: recensione del film con Taron Egerton

È disponibile su Sky Cinema Billionaire Boys Club, l'ultimo film di Kevin Spacey dopo le accuse di molestie sessuali.

Diverse influenze contaminano il Billionaire Boys Club di James Cox, definito come la brutta copia in salsa teenager di The Wolf of Wall Street. Sotto un certo punto di vista lo è, dall’altro tenta una strada propria. Il film attinge dal bacino di genere, punta ad un cast giovane e di talento, all’azione prima dell’introspezione. Perché ciò che manca veramente è la profondità dei personaggi, relegati ad una scrittura superficiale che si ferma ai cliché. Per tutta la durata del film non si ha mai piena consapevolezza di ciò che muova le interazioni tra i protagonisti, l’amicizia e l’amore. Tutto viene lasciato in secondo piano, come se non fosse importante ai fini della storia. Ma così non è, e Billionaire Boys Club si perde in una struttura che vorrebbe ricalcare l’opera di Scorsese.

Un altro dato da non tralasciare è la presenza ingombrante di Kevin Spacey, qui alla sua ultima interpretazione cinematografica dopo le accuse di molestie sessuali. Il suo coinvolgimento ha giocato a sfavore del film che, all’uscita in sala nel 2018, è stato un grandissimo flop. Forse anche per questo, Billionaire Boys Club è passato quasi in sordina negli ultimi tre anni, e il cui ricordo è collegabile solo alla presenza dell’attore. Ma, al di là, di qualsiasi analisi distributiva, il film di Cox non è comunque riuscito a spiccare per personalità e immaginazione.

Billionaire Boys Club: lo schema Ponzi dei giovani di Beverly Hills

Billionaire Boys Club - Cinematographe.it

Siamo negli anni ’80, Joe Hunt (Ansel Egort) e Dean Karny (Taron Egerton) sono due giovani con grandi progetti. Vorrebbero ottenere ciò che i loro amici facoltosi possiedono dalla nascita: soldi. Mettono così in piedi una società con scopo lucrativo e, attraverso uno schema Ponzi, iniziano a vedere i primi successi. Purtroppo è tutto fumo, una truffa ben orchestrata insieme al truffatore Ron Levin (Kevin Spacey). Quando la situazione inizia a prendere una brutta piega, tutti quanti iniziano a fare i primi passi falsi, primo fra tutti Joe. Ed è qui che inizia un’escalation di violenza, droga e omicidi.

Billionaire Boys Club è tratto da una storia vera, e Joe Hunt quanto il resto dei personaggi sono realmente esistiti. Questo genere di prodotto è funzionale nel mercato, perché crea affiliazione con il pubblico che ha un riscontro nella realtà. Non pura e fantasiosa finzione, ma storie vere con persone vere; per quanto poi film o serie vengano romanzati. Allora cosa è andato storto con il progetto di Cox? Nel mercato la presenza di Spacey, a livello intrinseco una trama semplice. Il cast di giovani talenti può contare su Ansel Egort, famoso per Divergent, Colpa delle stelle e Baby Driver e Taron Egerton che un anno dopo all’uscita del film otterrà il pieno successo con Rocketman. Il cast femminile viene da American Horror Story, come Emma Roberts e Billie Lourd, e la partecipazione di Suki Waterhouse. Insomma, attori e attrici conosciuti e apprezzati.

Un cast talentuoso che non riesce ad esprimere il suo potenziale

Billionaire Boys Club - Cinematographe.it

Fina dalle prima battute è chiaro il riferimento a The Wolf of Wall Street: la voice over del protagonista che racconta i fatti, la droga e i party a bordo piscina, la sfrontatezza difronte al guadagno e via discorrendo; il pacchetto completo. James Cox ricalca Scorsese tentando una via propria, ma non riesce nell’intento e si perde senza lasciare il segno. Esistono vari esempi a tal proposito, come la storia tra Joe e la Sidney di Emma Roberts. Non si ha mai un coinvolgimento emotivo, men che meno è chiaro cosa scaturisca tra loro. Oltretutto, manca la chimica tra i due attori. In secondo luogo, l’amicizia tra i due protagonisti non è mai veramente mostrata, è questo rende meno d’impatto il finale. A Billionaire Boys Club manca la parte umana, di relazioni e confronto con il pubblico. Tutto rimane fermo al principio della grande truffa e ai soldi, alla patina glitterata della vita al limite.

La regia punta a riprese semplice e funzionali, senza mai mostrarsi, e quindi senza mai osare. Billionaire Boys Club manca di mordente, e dopo una metà salvabile si perde senza una vera via d’indirizzo. Il film è disponibile su Sky Cinema e su Prime Video.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.3