Better Days: recensione del film vincitore del Far East Film Festival 2020

Un'improbabile amicizia tra un'adolescente vittima di bullismo e un misterioso ragazzo che la protegge dai suoi assalitori nel film di Derek Tsang.

La vicenda produttiva di Better Days – vincitore del Far East Film Festival 22 – merita di essere raccontata. Il film di Derek Tsang infatti è stato bloccato per ben due volte dalla censura: la prima (la più clamorosa) quando venne ritirato dalla competizione ufficiale della Berlinale 2019, senza addurre particolari spiegazioni; la seconda nel momento in cui saltò anche la sua uscita in sala prevista per giugno. Non è difficile immaginarne le motivazioni: per la ferrea censura cinese la controversa storia vera della ragazza vittima di bullismo e del giovane scapestrato che decide di proteggerla è un terreno minato che apre il fianco ad aperte critiche riguardanti la gestione delle situazioni di emergenza tra gli adolescenti.

Con i dovuti aggiustamenti – pensiamo alle didascalie iniziali e finali, in cui si celebra l’impegno dell’attuale amministrazione cinese nella lotta agli abusi fisici e psicologici – la pellicola è stata poi distribuita, diventando un caso cinematografico, con 217 milioni di dollari di incasso in Cina, oltre alle 8 statuette (su 12 candidature) ottenute agli Hong Kong Film Awards. Tra le altre cose Better Days è il perfetto sunto del FEFF 2020, edizione fortemente incentrata sui temi del bullismo, del #metoo e del sexual harrassment, come dimostrano anche il secondo posto ottenuto dal malesiano Victim(s) e il generale apprezzamento per opere quali Kim Ji-young, born 1982 e Minori, on the Brink.

Better Days: il teppista e la ragazzina

Better Days - Cinematographe.itUna storia vera, dicevamo, da cui è stato tratto un romanzo (In His Youth, In Her Beauty di Jiuyue Xi) divenuto poi film. Difficile per il rigido controllo statale porre dunque dei veti, tenendo in considerazione anche l’ampio risalto che l’episodio ha avuto nel 2011. Ambientato nella città fittizia di Anqiao, Better Days segue il calvario vissuto da una studentessa sottoposta a intensi tormenti proprio alla fine del liceo, una prova orribile che si aggiunge al normale stress scolastico causato dalla preparazione ai severissimi esami di ammissione all’università (i cosiddetti e famigerati Gaokao). Se né la scuola né la polizia riescono ad affrontare la situazione in modo adeguato, non resta che fare da sé.

La protagonista Chen Nian chiede quindi l’aiuto del piccolo teppista coetaneo Bei, incontrato un giorno per caso. Il rapporto che nasce tra i due (interpretati da Zhou Dongyu e dall’idolo pop Jackson Lee, alchimia perfetta) travalica la normale – e banale – deriva amorosa, per diventare un gioco di affinità e sottile condivisione: i due appartengono al medesimo humus culturale, sono entrambi emarginati e vittime di piaghe sociali che appaiono insanabili. Per gli amanti delle definizioni si scrive romantic crime coming of age, ma si legge semplicemente verità emotiva, con una costruzione esemplare della tensione e una tenuta narrativa impeccabile nonostante le oltre due ore di durata.

O sei preda o sei predatore nel film con Zhou Dongyu e Jackson Lee

Better Days - Cinematographe.itQuesto non significa ovviamente che la pellicola sia esente da difetti, a partire da un certo didascalismo e da una tendenza al romance che rischia di minare la verosimiglianza dell’insieme. Ma a colpire è la solidità e la varietà delle argomentazioni, tutte adeguatamente affrontate e sviluppate. Pur attingendo a briglia sciolta da un risaputo repertorio di modelli e “tipi” umani, regia e sceneggiatura indovinano un registro drammatico capace di analizzare la spietatezza degli adolescenti, totalmente incapaci di empatia e sensibilità, e l’insostenibile pressione di un ambiente scolastico in cui gli studenti a volte si riuniscono in file ordinate e recitano non una promessa di fedeltà o un motto, ma un “voto” per non deludere i genitori o gli insegnanti.

In questo contesto si è prede o predatori, punto. E spesso i ruoli sono intercambiabili, a segnalare la necessità e il bisogno di utilizzare qualunque arma a propria disposizione per la sopravvivenza. Chen Nian e Bei sgomitano per avere spazio in un mondo spietato, che – parafrasando Oscar Wilde – pur avendoli fatti nascere nel fango, lascia aperto uno spiraglio per poter guardare le stelle e creare un domani in cui potersi affrancare dalla povertà. I better days del titolo internazionale sono un auspicio e un messaggio di speranza da consegnare ai loro stessi del futuro, quando da adulti ripenseranno ai soprusi subiti e costruiranno una società diversa e migliore per le nuove generazioni. Un’utopia basata su un equilibrio fragilissimo, che dopo aver fatto breccia nei cuori del pubblico asiatico, ha ora conquistato anche con merito l’occidente.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.6