Anikulapò: recensione del film nigeriano Netflix

Anikulapò è un film che parte benissimo ma poi il registro varia improvvisamente...

Anikulapò è un film diretto da Kunle Afolayan, disponibile su Netflix dal 30 settembre 2022.

Anikulapò viene ucciso dal re per essere andato a letto con sua moglie: ma viene riportato in vita da un uccello mistico.
Dopo aver girovagato senza meta, arriva in un villaggio dove inizierà una seconda vita: accolto da una signora equivoca, diventerà il sarto ufficiale del re, ma la sua prestanza fisica lo porterà a diventare amante delle sue varie figlie e non solo.

Anikulapò, recensione, Cinematographe.it

Afolayan e il cinema nigeriano

Afolayan è un regista nigeriano particolarmente prolifico, che nel mercato occidentale ha trovato una modesta fortuna con il suo Phone Swap, commedia romantica che riprende alcune tematiche fondanti del suo cinema. Un cinema che si intesse, prima di tutto, sulle relazioni tra uomo e donna e tutte le loro complicazioni, dalla più leggera (lo scambio di cellulari nel citato Phone Swap, la violenza e il femminicidio in Citation): e che probabilmente trova la sua massima espressione proprio in Anikulapò.

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Che è un film per molti versi interessante in un mercato occidentalizzato che non lascia spazio o respiro a forme espressive alternative ma ugualmente valide, diverse dalla copia conforme dello standard hollywoodiano.

Una scelta ben precisa che crea un cortocircuito interessante con le stesse dichiarazioni del suo autore, che in un’intervista alla rivista Cable ha affermato di non guardare i film nigeriani: “A dire il vero, li guardo a malapena perché sono appassionato di film che mi sfidano e che cambiano il mio orientamento su determinate cose”.

Anikulapò, recensione, Cinematographe.it

Netflix ha ormai fatto della varietà di sguardi sul cinema uno dei suoi punti di forza: serie come La Casa Di Carta o Squid Game sono diventati casi mondiali e poi oggetti di culto, ma solo dopo essere stati rifiutati o aver avuto scarno successo nei rispettivi paesi di origine.

Ma ovviamente la diversità è una ricchezza: ed è un piacere trovare nel catalogo della grande N rossa serial come Gli Audaci.

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Netflix e Nollywood

D’altronde è dal 2021 che Netflix lavora fianco a fianco con l’Unesco per individuare una nuva generazione di cineasti africani, per restituire nuova vita all’immenso e prezioso patrimonio di fiabe tramandate in Africa di generazione in generazione: pilastro fondamentale della cultura africana, la tradizione orale di racconti, fiabe e leggende è sicuramente terreno fertile per la produzione di nuove serie tv, cortometraggi e film.

Anikulapò, recensione, Cinematographe.it

Ed è invece da un paio di anni che Netflix ha firmato una partnership con Mo Abudu, una produttrice nigeriana con cui la piattaforma streaming svilupperà diversi contenuti, tra cui due serie originali e diversi film concessi in licenza dalla società di produzione EbonyLife.

Mo Abudu, la regina di Nollywood, è una delle dominatrici incontrastate della cinematografia nigeriana e ha fatto suo il motto black stories matter.

Anikulapò parte benissimo con l’improvvisa e immaginifica resurrezione del protagonista: e sembra aver imparato la lezione dei cinecomics quando mette in scena un ritorno dalla morte dalla prevalente componente grafica. Ma poi il registro varia improvvisamente, e riporta ad una storia immersa nel cuore della Nigeria fatta di amore, sesso, tradimento e fiducia, il tutto però colorato da cromatismi inediti e recitato con toni e registri inusuali rispetto a quello che il pubblico è abituato a trovare in tv e nello streaming più diffuso.

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Probabilmente è questa la vera forza di Anikulapò: il saper mostrare che il cinema non ha colore né voce, né confini o rigidi recinti, visto che la sua natura risiede solo nelle storie e nella potenza affabulatrice degli autori.

Anikulapò, recensione, Cinematographe.it

Anikulapò si dirama in mille rivoli, mostra spaccati di vita quotidiana, si abbandona a languidi adulteri e pruderie sessuali che però restano sempre in linea con una storia leggiadra e multiforme, che passa dalla morbidezza dei corpi che mostra alla drammaticità dei sentimenti che stanno dietro.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8

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