Aline – La voce dell’amore: recensione del film su Céline Dion

Nel film, al cinema dal 20 gennaio 2022, i risvolti intimi della cantante occupano gran parte della narrazione.

Una voce cristallina, una famiglia numerosa e un profondo amore per marito e figli sono i temi centrali di Aline – La voce dell’amore, film diretto da Valérie Lemercier che veste anche i panni della protagonista in questo suo nuovo lungometraggio. L’ultima creazione della poliedrica artista francese è ispirato alla vita di Céline Dion, la cantante “monumento nazionale” canadese, seguendone i passi dall’infanzia all’apice del successo, attraversando infortuni fisici e i problemi della vita privata. Nata in una numerosissima famiglia di musicisti, Aline dimostra da subito un talento particolare nel canto, con una voce limpida e potente che incanta fin da subito pubblico e produttori. Proprio con uno di questi, la giovane cantante trova un legame particolare, tanto da legarsi a lui indissolubilmente fino ai giorni contemporanei. Tra palco e vita privata, il film racconta in poco più di due ore croci e delizie di un’esistenza dedita alla musica e alla famiglia.

Aline – La voce dell’amore: il film che ripercorre la vita della cantante

Aline - La voce dell'amore - Cinematographe.it

Aline – La voce dell’amore promette di percorrere la vita della cantante del Québec, seguendo i suoi successi canori e alternando a questi le sue vicende private. Il film di Valérie Lemercier si concentra in effetti proprio su quest’ultimo aspetto: i risvolti intimi di Aline occupano gran parte della narrazione, in cui i successi della sua carriera discografica fungono da accompagnamento musicale e punteggiano il racconto facendosi sentire più come un dovere che come una reale passione. Da quanto traspare dalla dimensione diegetica, dopo il successo in giovane età, Aline combatte per anni contro diversi problemi di salute, che la mettono in crisi su vari livelli. A tenere sempre ben salda la rotta c’è il marito al suo fianco, che continua a occuparsi dei suoi impegni lavorativi, ma anche la madre, spesso critica ma sempre pronta a stare al fianco della figlia. Dal canto suo, Aline dimostra una caparbietà e una solidità di intenti che lasciano poco spazio a eventuali problemi di scalfire la sua determinazione.

Una narrazione che procede a singhiozzo

Aline - La voce dell'amore - Cinematographe.it

Il trattamento riservato al personaggio protagonista pone Aline/Céline al centro della scena, in maniera tanto ostentata da risultare quasi forzata e non lasciare scampo allo sguardo che, a volte, cerca di trovare un punto di sfogo anche per apprezzare a pieno l’ampio respiro dei grandi successi della cantante. Soprattutto nelle scene sul palco (dall’esibizione per gli Oscar ai grandi finali dei suoi concerti) le canzoni emergono in primo piano, passando quindi da accompagnamento e sottofondo musicale a reale oggetto in scena. Anche in questi frangenti, però, la musica non riesce ad ammutolire tutto il resto che continua a entrare quasi in scena, sottoforma di ingerenze familiari e di salute instabile. A livello recitativo, in compenso, i personaggi di Aline e del marito Guy Claude sono interpretati rispettivamente dalla già citata Valérie Lemercier e da Sylvain Marcel, che sanno dare vita a performance convincenti e completamente in parte, facendo quasi perdere la coscienza della finzione filmica. Soprattutto Valérie Lemercier ricopre un ruolo fondamentale, sia perché in Aline – La voce dell’amore è una vera e propria tuttofare, sia perché riempie con la sua presenza ogni inquadratura del film. Il ritmo narrativo pecca in voler raccontare tutto in poco tempo, finendo col fare procedere la narrazione quasi a singhiozzo e trasmettendo un senso di fretta che stride invece con quanto tanto anelato da Aline stessa. Senza requie si procede su e giù dal palco, lasciando approfondimenti emotivi fuori dallo schermo, puntando tutto sulla centralità della cantante stessa.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.8