TSFF 2019 – After Midnight (Something Else): recensione

La recensione di After Midnight (Something Else), film presentato al Trieste Science+Fiction Festival, scritto, diretto e interpretato da Jeremy Gardner.

After Midnight (Something Else) ha come protagonisti Hank (Jeremy Gardner) e Abby (Brea Grant), una giovane coppia legata ormai da 10 anni. L’amore è forte come il primo giorno e viene coltivato nella grande e un po’ cadente casa di Hank, proprietario di un bar nel mezzo del middle border, in una piccola oasi tra le Everglades, patria di forti bevitori, cacciatori e piccole cittadine dove tutti si conoscono.

Una bella mattina però, Hank si accorge che Abby è sparita, senza lasciare traccia, senza neppure curarsi della loro gatta, con solo un biglietto appeso in cucina come saluto, con in realtà ben poco che faccia capire il perché della sua azione. Ma a questo terribile e straziante problema, che alimenta dubbi e perplessità (nonché sensi di colpa notevoli), Hank deve anche aggiungere le spaventose e continue visite alla sua porta di una mostruosa e misteriosa creatura, che non gli dà tregua.

Con Abby sempre più lontana, il di lei fratello poliziotto Shane (Justin Benson) che lo accusa di inventarsi tutto e il solo fidato e un po’ tardo amico Wade (Henry Zebrowski) a dargli manforte, Hank si troverà perso in un labirinto di dubbi, paure, incertezze e ansia, costretto a fare i conti con i propri errori e le proprie insicurezze.

After Midnight (Something Else) un monster movie di formazione

After Midnight (Something Else), scritto, diretto e interpretato da Jeremy Gardner, si pone come un’interessante, simpaticissima, intelligente e sovente malinconica opera a metà tra fantasy, commedia romantica e horror non poi tanto horror, che omaggia sia la cinematografia sui vari mostri “paludosi” degli anni ’50, sia alcuni tra i film più riusciti di M. Night Shyamalan come Signs o Lady in the Water.

Tuttavia Gardner può rivendicare una genuina originalità nel proporre un film che è in tutto e per tutto un riuscitissima metafora inerente il passaggio dell’età giovanile a quella adulta, nonché la perfetta odissea personale di un uomo in balia delle proprie paure, dei propri errori e della propria irrazionalità.

Racchiuso completamente in un microcosmo dove la natura pare sempre assediare un’umanità confusa e un pò derelitta, After Midnight (Something Else) evita di dare ogni tipo di certezza allo spettatore, di confortarlo con un’epicità e un sopra le righe sempre evitati in virtù di un sovvertire le regole del mutamorfismo cinematografico. Si ride molto più di quanto ci si spaventi in questo film, ma sono chiari e sempre coerenti i rimandi ad alcuni dei temi centrali dei monster-movies d’oltreoceano.

After Midnight 2

After Midnight (Something Else): la vulnerabilità del maschio occidentale

Sicuramente è importante il tema della violenza, dell’isolamento, della paura nella società americana verso ciò che non si conosce, la visione di una civiltà solo di facciata, la distruzione della sicurezza del focolare, con la casa che si stringe attorno al protagonista. Ove vi era amore ora vi è dolore, dove c’era sicurezza regna il pericolo. Ma After Midnight  (Something Else) va oltre questo cliché e mette in scena uno dei “drammi” del giorno d’oggi: la vulnerabilità del maschio occidentale. La sua immaturità per essere più precisi.

Hank si fa portatore di tutti i limiti dei trentenni di oggi, eterni ragazzoni che non hanno alcuna intenzione di crescere, di assumersi delle responsabilità, di posare i giochi da fanciullo e di abbracciare completamente l’uomo che vi è in loro. After Midnight (Something Else) ha nel suo mostro la personificazione della paura della famiglia, della paternità, in quanto sconosciute, oscure, perché figlie di un ignoto connesso con il costruire realmente qualcosa con l’altra persona.

Più che un film dell’orrore, un film sulle paure del genere maschile, sulla sua incapacità di andare oltre sé stesso, di guardare in faccia la realtà di un mondo che ci chiede di cambiare, di evolverci, per non diventare degli oscuri mostri senza dimora.

Il tutto però in After Midnight (Something Else), è sempre trattato in modo ironico, leggero, originale e semplice, soprattutto grazie alla grande chimica tra i due interpreti protagonisti, sempre molto naturali e spontanei nel mostrarci non una coppia idealizzata, ma una come ce ne sono tante intorno a noi.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.7