Above Suspicion: recensione del film thriller con Emilia Clarke

Un agente modello dell'FBI e una ragazza allo sbando intrecciano una torbida relazione amorosa, nel momento in cui lei diventa una preziosa informatrice in un caso di narcotraffico. Tratto da una storia vera.

Per raccontare la vera storia del detective FBI Mark Putnam, che nel 1989 uccise l’informatrice con cui aveva instaurato una torbida relazione amorosa, il regista australiano Phillip Noyce (The Quiet American, 2002; The Giver – Il mondo di Jonas, 2014) sceglie il punto di vista “postumo” della donna, che racconta a ritroso le fasi salienti dei suoi ultimi mesi di vita. Above Suspicion – film dalla storia produttiva travagliata, pronto dal 2017 ma distribuito solo ora grazie ad Amazon Prime Video – non sceglie quindi tanto la via del thriller quanto quella del resoconto cronachistico.
Le analogie con l’indimenticabile Viale del tramonto (in cui il protagonista già morto narra la sua verità allo spettatore in un lungo flashback) finiscono però qui: la pellicola con protagonista Emilia Clarke sembra infatti prendere più che altro spunto da opere quali Un gelido inverno (con il quale non a caso condivide l’autore della colonna sonora, Dickon Hinchliffe) e L’amore bugiardo – Gone Girl, per atmosfere e sottotesto morboso. Un bizzarro caso di corruzione e misoginia, esposto come un melodramma con calcolati e prevedibili spunti noir.

Above Suspicion: correndo con il diavolo in persona

Above Suspicion - Cinematographe.itAbove Suspicion, ovvero “al di sopra di ogni sospetto”: tutti i personaggi hanno qualcosa da nascondere, sono più complessi di quanto possa apparire e vengono trascinati nel vortice della perdizione a causa delle loro passioni / ossessioni. A partire ovviamente dalla protagonista Susan Smith, dipendente dalla droga e vittima di abusi per tutta la sua vita, che vede nell’agente Putnam una via di fuga e una seconda chance, possibilmente lontana dalla depressa ex città mineraria del Kentucky in cui è confinata. Un carattere sospeso a metà tra totale ingenuità e premeditazione, descritta come una femme fatale che finisce in un gioco più grande di lei.

Una vittima, essenzialmente, come ha modo di affermare lei stessa nella sua confessione post mortem, che dopo essere rimasta folgorata da un uomo che sembra uscito dal mondo perfetto di una rivista di moda, ha l’opportunità di entrare a contatto con lui per sgominare la banda di narcotrafficanti di cui fa parte anche il suo ex marito. Difficile capire quanto la ragazza creda ad una fantasia d’amore e quanto ad un sogno di libertà; e lo stesso può dirsi per l’ambiguo Putnam, coinvolto a livello umano e al contempo conscio approfittatore di una situazione che gli permetterebbe uno scatto di carriera.

Le relazioni pericolose

Above Suspicion - Cinematographe.itPopolato dalle facce giuste al momento giusto (menzione d’onore per la ritrovata e qui purtroppo sottoutilizzata Thora Birch, che interpreta la sorella di Susan), Above Suspicion manca forse di una certa incisività di toni e contenuti: da un lato mantiene la medietà tipica della docufiction, da guardare come una mera rappresentazione di fatti realmente accaduti; dall’altra cerca blandamente di accontentare palati più o meno fini, con le concessioni al melò sentimental-amoroso (con tocchi di prurigine erotica) e al courtroom / procedural drama (nel momento del processo) e dei suoi successivi sviluppi.

Qualunque direzione prenda la storia, si avverte tuttavia la volontà di mettere in scena un sottobosco malato e a suo modo perverso, in cui ci sono solo “due modi per fare soldi da quando hanno chiuso le miniere: lavorare per le pompe funebri o vendere droga”. È questo clima di soffocamento e oppressione a portare Susan e Mark a intraprendere un gioco così pericoloso, e – ad esempio – a far accettare alla di lui moglie Kathy una circostanza per lei assolutamente sfavorevole. Above Suspicion non è un film né noioso né monotono, ma non è neanche mai coinvolgente da un punto di vista emotivo. Ed è proprio il suo fondo di realismo rurale e nichilismo (fatalismo?) a salvarlo dall’oblio.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8