A spasso con Willy: recensione del film di animazione francese

Tra pianeti lontani, amicizie inaspettate e lezioni di vita, il cartone animato francese A spasso con Willy porta al cinema l'avventura: ecco la recensione

La Francia è il paese da cui proviene la produzione del cartone animato A spasso con Willy che, distribuito da Notorious Pictures, ci trasporta in una storia fantastica raccontata da un bambino di dieci anni e due amici incontrati per caso su un pianeta sconosciuto.

Tutto inizia quando Willy, in missione con i genitori su una navicella spaziale come esploratori, viene espulso su un razzo di atterraggio per salvarsi la vita dopo un attacco improvviso di meteoriti. Insieme a lui, un robot di servizio dotato d’intelligenza artificiale e programmato per occuparsi di lui in attesa del suo recupero dallo spazio da parte di genitori. Una separazione improvvisa e traumatica che si trasforma però in dono prezioso perché un anno su un pianeta sconosciuto, fa di Willy un bambino sempre genuino e giocoso, ma più consapevole di sé e soprattutto in grado di cavarsela da solo.

Un film di animazione perfettamente adatto per il pubblico dell’infanzia, ma costruito su quel solo livello di narrazione, quindi meno sorprendente per un pubblico adulto, sia dal punto di vista della sceneggiatura che dal punto di vista del tipo di animazione. Ciò non toglie che A spasso con Willy sia un cartone animato ricco di spunti interessanti per il giovane pubblico, a partire soprattutto dalla grafica.

A spasso con Willy: la grafica digitale in rilievo

Una grafica digitale che ci ricorda inevitabilmente Avatar, quando Willy si ritrova in un pianeta rigoglioso di vegetazione, colori, natura selvaggia e animali sconosciuti. Tutto molto luminoso, tutto realizzato con la tecnica in “rilievo”, tecnica che dona la sensazione di trovarsi realmente su quel tipo di pianeta e non in un cartone animato. Il passaggio di camera da una varietà di lenti permette anche la visione di campi, di ampio respiro, ma che al tempo stesso rende piuttosto statico il ritmo e i passaggi di sceneggiatura.

All’interno di questi campi, l’approccio di Willy agli animali che incontra, ad esempio Flash, insegna il modo migliore per approcciarsi a un ambiente e alle altre creature: esplorazione e rispetto dei luoghi in cui ci ritroviamo e dei suoi abitanti. Willy diventa parte del pianeta stesso, i suoi stati d’animo, le sue scelte si riflettono anche in quello che accade attorno a lui, lo stato di salute della vegetazione, la pioggia, la grandine.

A spasso con Willy cinematographe.it
L’immedesimazione con il protagonista è quindi immediata, un bambino sicuramente spaventato, ma che non si perde d’animo e soprattutto evita di commiserarsi. Un altro elemento che salta all’occhio è la mancanza di momenti particolarmente emozionali. Sia quando Willy si divide dai genitori, sia quando si separa dal pianeta in cui vive per un anno e quando riabbraccia i genitori, rimane tutto emotivamente molto contenuto all’interno di una narrazione che si può quindi definire piuttosto bilanciata. Non ci sono infatti improvvisi colpi di scena o climax narrativi e proprio per questo il cartone animato è comunque un buon prodotto che non cade in facili momenti di tristezza.

Un altro messaggio che passa al pubblico più giovane è sicuramente l’attesa. Un concetto lontano ai bambini, difficile da concepire per loro che non hanno la concezione del tempo che passa, un’ora di gioco vola come se fosse di cinque minuti e un viaggio in macchina è lungo come un’eternità. La domanda “Ma quanto manca?” è la più tipica nel mondo dell’infanzia ed è anche la stessa che Willy continua a porsi appena giunto sul nuovo pianeta. Vuole sapere quanto manca all’arrivo della sonda e del ricongiungimento con i suoi genitori, ma poi si rende conto che è una domanda poco importante. L’importante è la sopravvivenza e il vivere per riempire l’attesa.

E questa sopravvivenza fa di Willy improvvisamente un bambino adulto, che quando si ritrova a poter finalmente tornare a casa, non sa neanche più cosa significhi e quale sia la sua casa. Perché alla fine dei conti, quello stesso pianeta, insieme a un robot sferico e un animale dai mille piedi è stata per un po’ di tempo la sua casa e probabilmente nel suo animo rimarrà tale.

A spasso con Willy uscirà nei cinema il prossimo 18 aprile.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.7