Cannes 2017 – A Gentle Creature (Krotkaya): recensione del film di Sergei Loznitsa

Un esasperante viaggio fisico e metaforico sulle orme del riconoscimento di un diritto minimo, reso irraggiungibile dall'impenetrabilità e indifferenza delle istituzioni russe.

A Gentle Creature, per la regia dell’ucraino Sergei Loznitsa, rappresenta un complesso viaggio, fisico e metaforico, attraverso l’impenetrabilità delle istituzioni russe, in cui anche ottenere il riconoscimento di un diritto minimo sembra essere impossibile. La protogonista, una creatura gentile (Vasilina Makovtseva) della quale non si conosce il nome, che vive sola dopo la condanna del marito, incarcerato (non si sa se lecitamente) per omicidio, in un paese russo. Un giorno riceve indietro un pacco inviato presso la prigione e contente beni di prima necessità.

Non capendo il motivo della restituzione e preoccupandosi per la sorte del marito, decide allora di intraprendere un viaggio verso la prigione, al fine di verificarne lo stato di salute. Ma quella che doveva essere una semplice visita si trasforma in una vera e propria Odissea, contro la fortezza impenetrabile delle istituzioni e dell’indifferenza umana.

A Gentle Creature: Sergei Loznitsa auriga di una storia a cavallo tra realtà e metafora

a gentle creature

A Gentle Creature appare sin dall’inizio un’opera di non facile approccio. L’esasperazione degli ostacoli burocratici che la protagonista trova sul suo cammino si miscela con riferimenti diretti e precisi alla situazione socio-politica russa, espressi per mezzo di personaggi a cavallo tra fiaba e realtà, nessuno dotato di un nome ma ciascuno esprimente una precisa tipologia di essere umano. I dialoghi appaiono quasi inesistenti, ogni personaggio sembra condurre un monologo che la protagonista assorbe passivamente, continuando il suo percorso dimesso e paziente verso un obiettivo che si allontana progressivamente, senza una ragione plausibile.

La Gentle Creature del titolo appare così come una donna completamente sola, circondata da persone prive di qualunque genere di empatia e costantemente sull’orlo di situazioni irreversibili in cui tutti sembrano voler approfittare della sua ingenuità, in un continuo rimbalzare di indicazioni ed informazioni che non fanno altro che continuare a farla girare in circolo senza trovare una via d’uscita, come in un incubo in cui tutto diviene all’improvviso assurdo ma non è possibile urlare.

A Gentle Creature: la  sublimazione onirica di una lotta inutile contro una burocrazia esasperata ed esasperante, pretesto per negare i diritti

a gentle creature

Tra moduli (a pagamento) da compilare, abusi delle autorità e controlli di sicurezza esasperanti, la donna si ritrova intrappolata in un sistema che assomiglia ad un girone infernale, in un teatro (dis)umano dove non esiste coerenza o logica ed in cui – addirittura – la permanenza nella città della prigione, in attesa di riuscire a compiere la visita o ricevere sostegno da una sorta di ufficio reclami impegnato in casi che andrebbero gestiti più da un tribunale dei diritti umani, viene definito come un’occasione di svago, per donne abituate a vivere in catene nei loro paesi.

Il film di Sergei Loznitsa, nonostante un’innegabile abilità tecnica ed originalità della costruzione narrativa, appare estraniante per un pubblico non completamene immerso nella realtà descritta, rivelandosi una sorta di raffinata simbologia di fatti che non si conoscono abbastanza a fondo da poterne cogliere ogni sfumatura. Un’opera che alterna il piano del reale con l’astrazione, sfociando in un’interminabile sequenza che anticipa un finale che è il caso di dirlo – dopo tutta la strada percorsa – non risulta accettabile.

Una buona prova di stile, condotta da un’attrice molto brava nell’esprimere lo smarrimento del suo personaggio, ma decisamente troppo personale per poter essere condivisa con il pubblico di un Festival Internazionale, o tantomeno trovare senso in una distribuzione cinematografica al di fuori del Paese di produzione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

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