47 Metri: Uncaged – recensione del film di Johannes Roberts

La recensione di 47 Metri: Uncaged, di Johannes Roberts già regista di 47 metri di cui questo film è il sequel. Nel cast, Sophie Nélisse e Corinne Foxx. Il film sarà sulle principali piattaforme VOD a partire dal 24 luglio.

Protagonista di 47 Metri: Uncaged è Mia (Sophie Nélisse) la cui vita da teenager è veramente dura. Non ha un bel rapporto con la sorellastra Sasha (Corinne Foxx) e per di più a scuola viene continuamente bullizzata a causa della sua timidezza e del suo sentirsi poco avvenente rispetto alle altre ragazze.
Per ovviare a questo problema, il padre di Mia, Grant (John Corbett) decide di comprare ad entrambe un biglietto per una crociera con cui potranno ammirare i grandi squali bianchi, ma non ha fatto i conti con Alexa (Brianne Tju) e Nicole (Sistine Stallone), le migliori amiche di Sasha, che le convincono a seguirle in quella che definiscono “una laguna segreta”.
Una volta arrivate, scoprono che l’idea è quella di immergersi e visitare le rovine scomparse di un’antica città Maya ormai sommersa, dove Grant ed i suoi due giovani assistenti stanno ultimando dei lavori per permettere una visita archeologica la settimana seguente.
Con bombole e pinne, le quattro si preparano ad una grande avventura, ma non hanno fatto i conti con gli squali…

47 Metri: Uncaged omaggia i classici del genere. 

Nel 2017, 47 Metri si era rivelato un b-movie horror abbastanza originale nelle idee, per quanto in realtà non è che proponesse nulla di particolarmente nuovo od originale: due sorelle, nelle profondità marine, alle prese con una terribile avventura a base di squali e tenebre. Però funzionava, non un capolavoro, ma funzionava quello che serviva.
Ora dopo tre anni ecco che arriva il sequel, sempre diretto da Johannes Roberts, sceneggiatore assieme a Ernest Riera, che confeziona 89 minuti di azione in cui se non altro non fa nulla per creare qualcosa di forzato o per forza diverso dai mille altri film sul tema che dal giugno del 1975 (data di uscita de Lo Squalo di Spielberg) regolarmente ad ogni estate vengono vomitati sul mercato estivo.
47 Metri: Uncaged è sicuramente un film che cerca di proporre un’avventura negli abissi strizzando l’occhio sia al filone di Jaws, che a cult come Blu Profondo, Paradise Beach o il megakolossal Shark – Il Primo Squalo.
Gli omaggi si sprecano, così come il tentativo da parte di Roberts di collegarsi ad una piccola perla del genere survivor come The Descent.

47 Metri: Uncaged

Un film incerto e che non osa abbastanza.

Tuttavia in un’ultima analisi, 47 Metri: Uncaged è un film che ha veramente poco da offrire e sovente quel poco lo offre male, utilizzando l’homage ad altri film del genere come scusa per confezionare infine un prodotto ben poco originale ed energico.
Le protagoniste sono abbastanza credibili, sotterranea si aggira la dinamica del bullismo e del body-shaming, per una volta non vediamo i personaggi fare più idiozie del necessario, tuttavia l’insieme scricchiola paurosamente in più di un’occasione.
Gli squali per dirne una, sono creati con una CGI a dir poco patetica per un film da quasi 50 milioni di dollari, a conti fatti non sono molti diversi da quelli visti a suo tempo in Blu Profondo, film che però è del 1999!
La regia di Roberts poi sovente si rivela ben poco ispirata, soffre si può dire del vecchio vizio di telefonare ogni colpo di scena, ogni variazione ritmica, poco aiutata in questo senso da una sceneggiatura che non sa se stringere la mano alla plausibile o al fantasioso.
Nell’incertezza crea un menage à trois con entrambe, con risultati veramente strambi e ben poco interessanti, i dialoghi (ok non sono mai il piatto forte di un film così però…) sono sovente  davvero ridicoli e senza senso e appesantiscono il tutto.

47 Metri: Uncaged.

Più che brutto, un film che annoia. 

E dire che qualche bella idea nello script ci stava e poteva essere sviluppata meglio, invece 47 Metri: Uncaged spreca la possibilità data da una cornice come quella degli antichi Maya sommersi, diventa l’ennesimo survival movie dove pure il sangue scorre poco (forse per problemi di budget) e dove di spavento ve n’è davvero una quantità scarsa.
In un film del genere ci si aspetta sangue, terrore, colpi di scena, oppure l’incertezza dovuta alla furia della natura, ad animali imprevedibili, astuti, che strizzano l’occhio alle fiere che abbondano nei miti di tutte le culture ed epoche…
Insomma ci sono molte strade diverse, molti stili con cui parlare della paura atavica che ci smuove vedere quella pinna in mezzo al mare, l’ignoto sotto quella superficie…ma questo film alla fin fine più che impaurire in diversi momenti annoia, fa venir voglie di rispolverare qualche DVD del cinema che fu e riassaporare anche il peggiore dei film della saga de Lo Squalo, largamente superiore a questo.

Il film sarà sulle principali piattaforme VOD a partire dal 24 luglio.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Recitazione - 2.5
Fotografia - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.4