10 giorni senza mamma: recensione del film di Alessandro Genovesi

Fabio De Luigi deve badare ai suoi tre figli in 10 giorni senza mamma, tra gag e conformità nella nuova commedia di Alessandro Genovesi.

La mamma è sempre la mamma, anche quando non c’è. Il confronto con qualsiasi altra persona resta ogni qualvolta impari: fratelli, zii, amici. Padri. Nonostante si cerchi di portare in auge l’idea del cambiamento sociale e ci si approcci con una condivisione maggiore agli stilemi della vita familiare, il nostro istinto primordiale ci porta sempre ad accucciarci nel grembo delle nostre genitrici, ritenendolo luogo primo di conforto e, soprattutto, di sopravvivenza. Ma i tempi vanno – a rilento – avanti e anche la figura paterna può, adesso, mostrare di saper organizzare la routine vitale.

10 giorni senza mamma porta al cinema la ricollocazione genitoriale e la necessità di riposo che non può più venir sottratta alle madri. Commedia di Alessandro Genovesi – co-sceneggiata insieme a Giovanni Bognetti -, quella con Fabio De Luigi e Valentina Lodovini è un alternarsi di momenti reali che toccano quotidianità sparse, ma che vengono poi dissolte in una narrazione la cui presa va lentamente scemando.

10 giorni senza mamma – La stanchezza di una madre e di un film che arranca 10 giorni senza mamma cinematographe

La commedia si presenta come una sequela di gag e situazioni che, a differenza dei suoi personaggi ben caratterizzati e distaccati dalle consuetudini filmiche e stereotipate dalla società, si susseguono con un calo del ritmo perpetuo e, in ultimo, insofferente. Le dinamiche tra padre e figli non sanno distaccarsi da ciò a cui siamo bene abituati e che, nonostante i loro interpreti, non ci offre nulla di cui emozionarci. Nè, tantomeno, con cui intrattenerci.

Sostituirsi alla mamma Giulia della Lodovini – impegnata in una sana vacanza sulle spiagge di Cuba – non fa che mettere il papà Carlo di De Luigi nei prevedibili contesti che chiunque avrebbe potuto con (troppa) facilità progettare e poi mettere su carta. Non perché, in fondo, ordinari e perciò vicini quasi ad ogni famiglia, ma poiché osservati nella prospettiva scontata con cui la sceneggiatura ha deciso di approcciarsi, senza tentare di uscire dal recinto innalzato sperando così, impunemente, di rimanere al sicuro.

10 giorni senza mamma – Dai dialoghi veritieri alle trovate (poco) rocambolesche 10 giorni senza mamma cinematographe

La veridicità con cui 10 giorni senza mamma si apre, puntando sulla sincera stanchezza di una madre che ama i propri figli e la propria casa, un padre che delega ogni faccenda casalinga alla compagna e sul conflitto che lo sbilanciamento di doveri famigliari instaura, non riceve corrispondenza nella controparte rocambolesca che, invece di far decollare il film, ne appiana i toni. Se i dialoghi iniziali tra Valentina Lodovini e Fabio De Luigi sembrano attinenti alla realtà, se i tre figli promettono sviluppi e personalità dal potenziale sfruttabile, il risvolto che sono portati ad intraprendere arresta qualsiasi presunto entusiasmo percepito. Per non infierire sui pessimi interventi con Niccolò Senni e Antonio Catania, vera inadeguatezza di tutto il film.

Un costringersi alla conformità da parte di un regista e sceneggiatore come Alessandro Genovesi che, nel bene e nel male, era riuscito fino ad ora a diversificare lo spettro della comicità cinematografica nostrana, sfuggendo dalla norma e offrendo lavori in grado di distaccarsi, in un modo o nell’altro, dalla semplice risata. Un’opera che va ad aggiungersi alla lista delle passabili, ma pur sempre dimenticabili commedie italiane, in cui la qualità di Genovesi sembra apparentemente svanita, ma che ci auguriamo di poter riscoprire nel suo prossimo film.

10 giorni senza mamma, prodotto da Colorado Film in collaborazione con Medusa Film, sarà nelle nostre sale dal 7 febbraio, distribuito da Medusa Film.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 2

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