Vis a Vis: El Oasis – Recensione della serie TV Netflix

Recensione di Vis a Vis - El Oasis, serie tv di otto episodi con cui prosegue la storia di Zulema e Macarena, protagoniste del fenomeno Netflix.

Dal 31 luglio 2020 su Netflix è disponibile Vis a Vis: El Oasis, quella che è nata per essere una serie spin-off di Vis a Vis – Il prezzo del riscatto ma che, sulla piattaforma streaming, viene descritta come una vera e propria stagione 5. Si potrebbe quindi partire sottolineando come questo aspetto sia già di per sé errato. Ciò che emerge sin dal primo episodio, infatti, è che El Oasis abbia ben poco a che fare con i primi 40 episodi della serie tv, vero e proprio fenomeno che negli scorsi mesi ha dominato l’interesse di un sempre maggior numero di abbonati Netflix.

Persone di ogni età, soprattutto donne, sono state protagoniste di massicce sessioni di binge watching attraverso le quali si sono immerse nelle atmosfere lugubri di Cruz del Sur, empatizzando con le protagoniste dello show, sentendosi un giorno vittime di abusi come Macarena ed il giorno successivo scoprendosi o immaginandosi anime ribelli e indomabili come Zulema. Sono state infatti loro due i perni dello show, alternandosi al centro della scena con Maca che ha lasciato la scena a Zulema nel corso della terza e quarta stagione.

Un sali e scendi di emozioni che non però riesce a ripetersi in questi otto nuovi episodi, complice l’assenza di determinate attrici e attori che, pur presentandosi in passato come spalle delle due protagoniste, arricchivano la scena con le loro rispettive peculiarità che, a lungo andare, sono risultate perfettamente complementari e per questo vincenti. Il pubblico tenterà così di aggrapparsi a qualsiasi dettaglio risulti familiare pur di tornare a percepire alcune sensazioni che Vis a Vis – Il prezzo del riscatto era riuscito a scaturire.

Zulema e Macarena: un po’ Bonnie e Clyde, un po’ Thelma e Louise

Vis a Vis: El Oasis - Cinematographe.it

La serie tv riprende la narrazione da dove si era interrotta: nelle ultime sequenze dell’episodio 4×08, Tere informava gli spettatori che di Macarena (Maggie Civantos) e Zulema (Najwa Nimri) si riuscivano ad avere notizie solo attraverso gli articoli dei giornali, lasciando così ben intendere che le due avevano intrapreso una nuova strada delinquenziale, imparando poco o niente dalla loro lunga reclusione. Sarebbe stato quindi interessante assistere ad una serie di colpi messi in atto dalle due Lupin in gonnella, se non fosse che sin dall’inizio di Vis a Vis: El Oasis, Macarena distrugge questo sogno e annuncia di voler intraprendere una sorta di percorso di redenzione. Anche in questo caso il personaggio di Maggie Civantos continua a non decidere come vuole vivere: da brava ragazza o assecondando definitivamente il suo lato più disgraziato? Non sfrutta l’occasione di concludere la sua metamorfosi da angelo a demone, ma sceglie ancora una volta di rimanere nel mezzo. Sotto questo aspetto, quantomeno, Zulema ha dalla sua parte una più rispettabile (e comprensibile) coerenza, fino alla fine.

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Per evitare che la serie si concluda quindi dopo pochi minuti, Iván Escobar e gli altri ideatori dello show scelgono di portare in scena l’organizzazione di una rapina da mettere in atto durante il matrimonio della figlia di un famoso narcotrafficante, Victor Ramala (David Ostrosky), con tanto di reclutamento di una banda nello stile di un’altra serie tv spagnola di cui non c’è neanche bisogno di rivelare il titolo. Entrano così in scena Mònica Ramala (Lisi Linder), Triana Azcoitia (Claudia Riera), Laura “La Flaca” Ros (Isabel Naveira) e Goya Fernàndez (Itziar Castro), vecchia conoscenza di Vis a Vis. Durante la cerimonia, però, non tutto va come previsto e le ragazze dovranno fare i conti con una escalation di eventi pronti a distruggere ogni parte del loro piano.

Vis a Vis: El Oasis, il cerchio si chiude

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Inizialmente, gli scenari desertici sembrano fare da sfondo ad una sorta di “strada per El Dorado”, dove però il punto di arrivo per potersi spartire l’oro porta il nome di El Oasis, salvo poi rivelarsi la tappa infernale del loro cammino verso la tanto bramata ricchezza. Alcune scelte di regia e il parallelismo tra Zulema e Macarena rendono la narrazione più accattivante, aumentando il ritmo in alcuni momenti che, altrimenti, rischierebbero di risultare fin troppo piatti. Rispetto alle stagioni precedenti, si azzarda un po’ di più nelle scene d’azione, alcune delle quali risultano piacevolmente splatter (qualcuno ha pensato a Goya con la mazza nella stanza dei ragazzini?) mentre non convincono del tutto alcune scelte di montaggio, soprattutto nei primi episodi: gli sbalzi temporali risultano eccessivi e, pur volevo sfruttarli per ricostruire tutto ciò che ha preceduto l’arrivo a El Oasis, si rischia di creare soltanto confusione. Molto più apprezzabile, invece, la colonna sonora che alterna brani malinconici ed intensi a pezzi dal ritmo più vivace che accompagnano al meglio alcune scene chiave della serie tv. Tra questi riconosciamo anche brani in italiano come Angeli di Mariana Daris (che ascoltiamo nella scena della morte di Monica) e Un Sospiro di Serena Altavilla (feat. Cyril Giroux).

I nuovi personaggi non riescono ad eguagliare il carisma delle due protagoniste. Goya, rispetto a ciò che era in carcere, la ritroviamo docile come un gattino e solo dal terzo episodio la story-line diventa più intrigante: quando cioè la fiducia all’interno della banda va a scemare e viene svelato il mistero relativo ai proprietari dell’hotel. Da lì si apre una parentesi thriller che però, ben presto, lascerà spazio a tutto il lato drammatico dei vari filoni narrativi. Zulema e Macarena si trovano ad affrontare la sfida più complicata, che non riguarda più il guardarsi alle spalle o primeggiare sugli altri: dovranno finalmente guardarsi allo specchio e arrivare alla resa dei conti con loro stesse.

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Nonostante non ci siano le iconiche divise delle detenute che abbiamo imparato a conoscere e in parte apprezzare nel corso del tempo, il giallo continua a dominare ogni scena della serie tv. Una scelta di certo non casuale, soprattutto se si pensa al significato che viene da sempre associato a tale colore: non solo la gelosia, che di certo non è mancata in Vis a Vis, ma anche tanta immaginazione, aspettative per il proprio futuro, desiderio di novità ed una vitalità a fasi alterne. Chi ama il giallo tende inoltre a cercare l’approvazione di chi lo circonda e fa il possibile per essere ammirato e non soffrire così di solitudine. E non è forse questo, a grandi linee, il modo migliore per descrivere Zulema e compagne? Eternamente insoddisfatte e insicure, incapaci di sfruttare al meglio le opportunità che la vita offre loro, da ogni punto di vista, umano e sociale.

Vis a Vis: El Oasis e quella libertà troppo difficile da gestire

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Senza la divisa gialla, i personaggi perdono il proprio smalto e solo Zulema riesce a mantenere intatto il filo che la ricollega al suo passato, come evidenziato dalle apparizioni di se stessa con indosso le vesti da detenuta. Seppure abbia ripetuto più volte che per lei la cosa più importante sia la libertà, per la quale ha combattuto con ogni mezzo, la ritroviamo a delinquere e a giocare con la sorte, dimostrando così che in fondo la Riccia non era l’unica a non saper badare a se stessa, soprattutto quando non hai più nulla da perdere. Zulema dietro le sbarre rappresentava qualcuno, si sentiva superiore alle altre e non è riuscita ad essere “una delle tante” al di fuori di Cruz del Sur, soprattutto quando è stata messa di fronte all’unica cosa che neanche uno scorpione come lei sarebbe stato in grado di sconfiggere.

La voglia di mandare tutto all’aria durante il matrimonio sottolinea proprio questa sua incapacità di rispettare le regole, qualsiasi esse siano. Non riesce poi a rimanere da sola, cercando comunque l’appoggio di Macarena che conferma di essere la sua nemica-amica numero uno. Che poi verrebbe da chiedersi come abbia fatto una criminale come Zulema ad uscire dal carcere con quelle tempistiche ma ciò che abbiamo imparato da questa serie tv è che non bisogna farsi troppe domande e godersi lo show così com’è, con tutte le sue incongruenze ed imperfezioni che di certo non sono mancate nel corso delle stagioni.

Non è mai troppo tardi per fare la scelta giusta

Vis a Vis: El Oasis - Cinematographe.it

In definitiva, Vis a Vis: El Oasis non aggiunge e non toglie poi molto a ciò che era stato già raccontato nella serie Netflix, riuscendo comunque a placare per circa otto ore il senso di astinenza e smarrimento che in moltissimi hanno provato quando sembrava essere calato definitivamente il sipario sullo show. Una quinta stagione necessaria per chiudere il cerchio relativo a Zulema e Macarena che adesso non sono più detenute chiamate a scontare una condanna in carcere ma sono due donne, con i loro pregi ed i loro difetti, chiamate a fare i conti con la parte più profonda di sé, a tirare le somme di ciò che hanno costruito/distrutto nel corso della vita e quindi tenersi stretto quello che è loro rimasto. Una stagione che unisce elementi thriller ad altri addirittura comici, ma che è caratterizzata da una profonda drammaticità su più fronti che non può che rendere ancora più amaro l’addio alle due donne che in fondo ricorderemo sempre così, mai troppo vicine né troppo lontane.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.7

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