Ultraman: la recensione della serie animata di Netflix

Ultraman è il sequel della serie televisiva giapponese degli anni Sessanta dedicata al supereroe discendente dagli Ultra. La serie è disponibile su Netflix dall'1 aprile.

Riportare in auge una serie televisiva degli anni Sessanta, proponendola a una platea mondiale, e attualizzando un personaggio che, nella sua veste più vintage, sarebbe apparso anacronistico, e adatto magari solo a un pubblico di nostalgici nipponici. Invece, ciò che Netflix ha realizzato con la serie animata dedicata a Ultraman è un’operazione di ringiovanimento che è servita a introdurre a un pubblico di neofiti il personaggio reso celebre dalla serie televisiva giapponese del 1966. Mentre per i vecchi appassionati di Ultraman questa nuova serie ripropone un character e delle situazioni che hanno fatto la storia del telefilm, ma allo stesso tempo punta a innovare e a far fare un salto nel futuro, che sembra essere stato ben definito.

Ultraman: un supereroe nipponico tra passato e futuro su Netflix

Ultraman, Netflix  cinematographe.it

La nuova serie dedicata a Ultraman riprende alcuni personaggi del vecchio telefilm: su tutti il supereroe impersonato da Shin Hayata, il pilota che tanto tempo prima era stato colpito dal componente della guarnigione intergalattica degli Ultra, e che, per effetto di quell’incidente, si era trasformato in Ultraman. Ora Hayata è anziano, e ha persino dimenticato di essere stato Ultraman. Ma suo figlio Shinjiro sembra avere ereditato degli straordinari poteri. Sarà per effetto di tutto ciò che la SSSP (ovvero l’agenzia investigativa scientifica) e il Mondo intero reclameranno a gran voce il ritorno di Ultraman, che sarà impersonato dal giovane e fresco Shinjiro, il quale si troverà improvvisamente a confrontarsi con alieni e mostri dai poteri eccezionali.

Ultraman: ecco il nuovo trailer della serie animata

L’idea di creare un passaggio di consegne all’interno della serie è interessante e funziona. Il percorso di Shinjiro, il quale da adolescente come tanti si troverà a confrontarsi con il classico superpotere che dona grandi responsabilità, incrocia storia di formazione e superoismo. Si tratta di un canovaccio tipico che abbiamo incontrato parecchie altre volte nelle storie di supereroi, che però, unito agli elementi della vecchia serie di Ultraman, riesce a fornire spunti interessanti e diversi dal solito.

Se Shinjiro con l’armatura di Ultraman addosso può sembrare un novello Iron Man, il suo percorso introspettivo ricorda quello di Peter Parker, e riesce sicuramente a interessare. Ma ci sono diversi elementi che riescono a far sviare Ultraman dalla più classica serie sui supereroi: i componenti dell’agenzia SSSP hanno individuato la presenza di alieni sulla Terra (molti dei quali pericolosi), nascosti in mezzo agli umani, o rintanati in quartieri dove possono confrontarsi e vivere più liberamente. Sarà proprio questo elemento a rendere la serie una sorta d’incrocio tra X-Files e Men in Black.

Ultraman: nuove tecniche di animazione, vecchi espedienti narrativi

Ultraman, Netflix

La tecnica utilizzata per l’animazione di Ultraman è la 3DCG, che unisce una forte presenza del digitale a una buona dose di realismo e attenzione per i dettagli. Certo, non siamo arrivati ai livelli di Love, Death & Robots, ma la qualità non manca alle animazioni delle tredici puntate della serie.

Alla regia di Ultraman  ci sono Kenji Kamiyama e Shinji Aramaki, i quali riescono a dare ritmo alle puntate e a non infarcire la serie di episodi riempitivi. Anche perché un punto di forza di questo Ultraman è il fatto che sia composto in totale da 13 episodi di venti minuti l’uno, il che è utilissimo per comprimere la narrazione, e per non creare pause narrative o momenti “morti” che rischiano di allontanare lo spettatore dalla serie.

L’Ultraman proposto da Netflix fa da sequel, reboot e spin-off. Un’operazione interessante in tempi in cui i vecchi franchise vengono rispolverati in maniera raffazzonata. Un’operazione del genere è sicuramente utile per rivitalizzare una vecchia serie televisiva nipponica degli anni Sessanta, ma potrebbe essere un esempio anche per altri tipi di prodotto. Perché l’Ultraman proposto da Netflix riesce a risultare allo stesso tempo un sequel, un reboot e uno spin-off. E in tempi nei quali le operazioni di recupero di vecchi franchise vengono spesso portate avanti in maniera piuttosto raffazzonata questa serie riesce a ridare linfa vitale a un telefilm con oltre cinquant’anni di vita, senza però farla apparire come un’operazione forzata.

Inoltre, il team creativo che ha lavorato a Ultraman è riuscito a riproporre vecchi elementi, adatti al tipo di approccio alle serie fantastiche giapponesi di cinquant’anni fa, dandogli una visione più moderna e adeguata ai tempi che corrono. I mostri kaiju che riempivano la vecchia serie televisiva di Ultraman vengono riproposti in questi nuovi episodi dando un senso più appropriato allo spettatore di oggi, e creando una narrazione compatta che giova a tutta la serie, oltre che al singolo episodio.

Insomma, per tutti gli amanti dei supereroi e della cultura action e fantascientifica giapponese Ultraman è un prodotto adeguato, di buon intrattenimento, e con un’animazione interessante. Un’altra proposta degna dell’offerta di Netflix.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Animazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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