The Other Black Girl: recensione della serie Disney+

La serie, disponibile su Disney+, è tratta dall'omonimo romanzo di Zakiya Dalila Harris

Un po’ comedy, un po’ dramma, un po’ horror, il nero, il bianco, le sfumature; progetti come quello di The Other Black Girl sono figli della contemporaneità, progenie di una cultura permeata dalla discriminazione che, per mezzo dell’arte, prova a rivalersi e a sfruttare la ghettizzazione raziale come arma dalle multiple potenzialità, non più solamente un muro da abbattere, ma una base su cui costruire un qualcosa di concretamente sfaccettato. La nuova serie TV distribuita negli Stati Uniti da Hulu e a noi arrivata grazie a Disney+ è l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo scritto nel 2021 da Zakiya Dalila Harris; un’opera in 10 episodi, sviluppati dalla stessa scrittrice assieme all’attrice e sceneggiatrice Rashida Jones (Toy Story 4, The Ten). Protagoniste della serie sono Sinclair Daniel e Ashleigh Murray ed è ad accompagnarle vi è un cast di tutto rispetto, come loro onnipresente in ogni episodio: Brittany Adebumola, Hunter Parrish, Bellamy Young, Eric McCormack, Garcelle Beauvais, Shakirah DeMesier e Cassi Maddox.

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The Other Black Girl: il ruolo dell’altro

The Other Black Girl cinematographe.it

La Wagner Books è il punto di partenza, lo è stato per Kendra Rae Phillips (Cassi Maddox), unica redattrice di colore della prestigiosa casa editrice nel 1988, e lo è ora per Nella Rogers (Sinclair Daniel), che da semplice impiegata sembra aver acquisito un ruolo fondamentale all’interno dell’azienda. Se da un lato il passato di Kendra e il suo rapporto, saltuariamente accennato, con l’amica Diana Gordon (Garcelle Beauvais) fin dall’inizio sembrano nascondere una sotto trama dark e tensiva, oggi Nella non è più costretta a fronteggiare isolata gli sguardi e pregiudizi dei colleghi e di tradire la propria integrità per compiacere romanzieri bianchi dalla penna ricolma di discriminazione, grazie all’arrivo in ufficio dell’altra ragazza nera, Hazel-May McCall (Ashleigh Murray).

Accomunate dalla passione per il best seller Burning Heart, scritto anni prima da Diana e pubblicato da Kendra, le due aspiranti editrici sembrano legare fin da subito ma Hazel inizia molto presto a comportarsi in maniera ambigua, prima tradendo la fiducia della nuova amica, poi prodigandosi per difenderla, senza nascondere un interesse via via sempre più morboso nei suoi confronti. Tra strane visioni di un passato non suo, il ritorno sulla scena di Diana Gordon e un imprevisto cambio di rotta nella direzione e della Wagner (di proprietà di Richard Wagner, interpretato dall’Eric McCormack di Will & Grace), Bella si ritrova ad ondeggiare tra soddisfazioni lavorative e insoddisfazioni personali, sostenuta costantemente dalle uniche due colonne della sua vita: il fidanzato Owen (Hunter Parrish) e la migliore amica Malaika (Brittany Adebumola).

Emarginate che emergono

Sinclair Daniel cinematographe.it

Nella ed Hazel si sostengono, si tradiscono, si aprono e si nascondo, incerte di sé stesse, incerte di un mondo in cui si sono catapultate ma che continua a volerle dominare. L’obbiettivo della due colleghe è comune e la grossa differenza si riscontra nell’idea, nel concetto, nel bisogno di mantenersi onesta che si scontra con la voglia di reagire a secoli di ingiustizie; ed è qua che la produzione propone uno scarto, un salto in avanti rispetto all’infinità di progetti, il più delle volte molto validi, dedicati alla lotta contro la discriminazione e la disparita. Questa volta non è tutto nero o bianco; le carte in tavola sembrano farlo supporre, il contrasto è netto, è evidente, eppure qualcosa si nasconde e lo fa in bella vista, rimane nell’oscurità per venire alla luce poco alla volta, facendosi comprendere col tempo, sfumando, dal nero al bianco.

The Ohter Blak Girl: valutazione e conclusione

La contaminazione dei generi funziona quando è giustificata da un’idea forte e sostenuta dal talento cineastico delle proprie maestranze. Ashleigh Murray riesce ad incarnare perfettamente quella dicotomica alternanza tra la leggerezza da commedia e l’angoscia del mistero, thriller, horror, antitetico, mentre la sua controparte Sinclair Daniel attribuisce intensità drammatica al proprio personaggio, che traina con forza l’intera stagione. Oltre ad esse, ogni personaggio è ben strutturato, posto nella posizione ideale e conforme al movimento di tutti gli altri: Vera Parini (Bellamy Young), i già citati Malaika e Richard Wagner, le giovani Kendra e Diana, tutti studiati per essere parte necessaria di un puzzle ben incastonato. L’emozione arriva ma va probabilmente a scemare a causa di un pretesto narrativo di svolta ben pensato ma non ottimamente messo in atto, rimasto fragile e non all’altezza di una serie che rimane comunque un’ottima scoperta e un’opera da cui assorbire e apprendere tanto.

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Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.7