The Family: recensione della docuserie di Netflix

Recensione della miniserie The Family, che offre uno spaccato della realtà odierna americana, mostrando uno scenario da fanta-politica che è invece reale e ben documentato.

Potrebbe inizialmente sembrare una fiction di fanta-politica alla House of Cards, ma il realtà è tutto vero. O quantomeno le vicende su cui si basa The Family cercano di raccontare una certa visione della realtà. La miniserie documentario che è stata appena distribuita su Netflix prende spunto dal libro scritto da Jeff Sharlet, intitolato “The Family: The Secret Fundamentalism at the Heart of American Power”. La storia alla base riguarda una lobby fondata negli anni Trenta del Novecento, che, attraverso i principi del Cristianesimo ha cercato di creare piccoli gruppi di potere in grado d’inserirsi nei grandi apparati politici nazionali e internazionali.

La storia raccontata attraverso The Family potrebbe avere dell’incredibile, ma, a mano a mano che i filmati di repertorio e le interviste proposte presentano sempre più volti noti (dall’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, all’ex inquilino della Casa Bianca Bill Clinton) l’incredulità lascia spazio alla presa di coscienza. La serie viene etichettata come “cospirativa”, perciò alcuni fatti raccontati potrebbero anche essere esposti con una certa soggettività, ma tutto ciò che viene descritto è ampiamente documentato.

The Family: la storia di una lobby a metà tra Fede e Stato

The Family, Cinematographe.it

Lo scandalo riguardante la The Family, che portò alla luce il ramificato potere del gruppo fondamentalista cristiano, scoppiò quando il senatore americano John Ensign e il Governatore del South Carolina Mark Sanford si ritrovarono al centro di un caso mediatico a sfondo sessuale. I due personaggi durante una conferenza stampa menzionarono per la prima volta la The Family, e i mass media iniziarono ad approfondire il ruolo dell’organizzazione cristiana nella politica statunitense.

L’uomo più potente della The Family è Doug Coe, organizzatore di eventi annuali ai quali partecipa il Presidente degli Stati Uniti di turno, il quale viene presentato nella docuserie come un personaggio che antepone Dio e il Cristianesimo sopra ogni cosa. Ma in realtà Coe ha sempre avuto in mente una precisa strategia per assoggettare la politica nazionale e internazionale.

The Family offre uno spaccato della realtà odierna americana, mostrando uno scenario da fanta-politica che è invece reale e ben documentato nella miniserie

The Family apre una sorta di squarcio nella realtà dello spettatore medio. Ciò che spesso è stato considerato fanta-politica, o un qualcosa di adatto alla trama di uno spy-thriller, in questa docuserie viene mostrato in tutta la sua inquietante realtà. Per quanto la visione di Jeff Sharlet (intervistato a più riprese durante la docuserie) possa comunque proporre una visione alla quale si può non credere totalmente, le interviste ed i filmati di repertorio mostrati sono ampi e dettagliati.

Sin dagli anni Cinquanta la The Family ha riscosso consensi all’interno della politica americana, ed è andata nel tempo a stringere rapporti sempre più forti con altri Stati, come ad esempio la Russia.

The Family: tra fiction, interviste e filmati di repertorio

The Family, Cinematographe.it

Il primo episodio di The Family permette, attraverso, una ricostruzione fatta con attori, di mostrare come la lobby riesca ad avvicinare giovani disposti ad abbracciare totalmente la causa del gruppo. E proprio lo scrittore Jeff Sharlet si è in passato inserito all’interno di una di queste Sette, vivendone le dinamiche dall’interno e successivamente raccontandole.

Ciò che inquieta della The Family è il modo in cui viene distorto e utilizzato per fini prettamente personali il messaggio del Cristianesimo: spesso nelle interviste si fa riferimento all’esempio di Davide, ed al concetto del “chosen”, il prescelto dal quale ogni colpa e responsabilità verrà in ogni caso spazzata via.

La regia di Jesse Moss è abile nell’alternare i momenti di ricostruzione e fiction (che riguardano soprattutto il primo episodio), con le interviste e i filmati di repertorio. Ogni episodio ha il suo tema centrale che viene ben analizzato e sviluppato tramite le parole dei protagonisti (Jeff Sharlet compreso).

Ciò che manca alla lunga alla serie sono un certo ritmo e intensità che, considerando gli intrighi e la possibilità di attirare il pubblico con le tematiche trattate, risultano essere un po’ deficitari. Manca un vero e proprio climax, gli eventi che portano alla rivelazione della The Family non seguono un ritmo crescente, portando lo spettatore verso uno stato emotivo di continua curiosità e voglia di capire come si svilupperà (o meglio si è sviluppata) la vicenda.

The Family resta comunque un’interessante docuserie di Netflix, utile per capire e conoscere alcune vicende praticamente sconosciute in Italia, e che negli Stati Uniti sono state al centro di casi mediatici. Gli appassionati di storia contemporanea, politica, e fanta-politica, potranno trovare in questa miniserie una fonte di curiosità e interesse.

Regia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3
Fotografia - 3

3

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