Secret Invasion: recensione della serie TV Marvel

Secret Invasion è una serie più matura e oscura delle altre targate Marvel, con una regia mai banale e una sceneggiatura di ferro!

Secret Invasion è una serie dei Marvel Studios, disponibile dal 21 giugno 2023 su Disney+.
Chi è chi? Se spietati alieni mutaforma, gli Skrull, possono prendere le sembianze di chiunque, e se decidono di infiltrarsi nella nostra società per i loro fini, di chi ci si può fidare? Chiunque può essere un nemico: chiunque può essere uno Skrull.
Da queste premesse semplici quanto magnetiche nelle loro potenzialità narrative nasce la storia ideata sui fumetti da Brian Michael Bendis (e disegnata da Leinil Francis Yu) che adesso diventa una serie TV.

Un lungo percorso

Samuel L. Jackson as Nick Fury in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Des Willie. © 2023 MARVEL.

Il tempo vola quando ci si diverte: sembra infatti ieri che il Marvel Cinematic Universe ha debuttato in televisione con WandaVision, eppure sono passati due anni e mezzo da quando la coppia più ellittica dei fumetti ha iniziato un percorso narrativo ad ostacoli che ad oggi conta quasi quaranta progetti tra grande e piccolo schermo.
Una delle cose che rende l’universo Marvel così ricco e sfaccettato è la sua incredibile varietà: di temi, di stili, di personaggi, una natura multiforme che esplode letteralmente dalle pagine e dal 2008, con Iron Man, si sta tentando di traslare al cinema.
Per questo, ogni film e quindi ogni serie ha una caratteristica propria, una natura a sé stante: proprio come il suo corrispettivo a fumetti, il MCU ha diverse sottosezioni narrative dove ogni parte corrisponde ad un genere.

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Secret Invasion: la politica della Marvel, la Marvel nella politica

SECRET INVASION recensione cinematographe.it
(L-R): Cobie Smulders as Maria Hill and Samuel L. Jackson as Nick Fury in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Des Willie. © 2023 MARVEL.

E una delle più floride e interessanti che negli anni ha prodotto – a fumetti e nell’audiovisivo –  le cose più intense è il filone politico: ne fanno parte opere come la serie regolare di Captain America (che negli anni ’70 con Englehart e negli anni Zero con Brubaker ha pubblicato cicli di storie capolavoro) che è quella con più personaggi intrisi di attualità.
Sulla stessa scia, anche Captain America: The Winter Soldier, il bel film dei benemeriti fratelli Russo, e lo show Disney+ Falcon & The Winter Soldier: inevitabilmente, sulla stessa scia parte Secret Invasion, che per diversi motivi cambia la prospettiva della miniserie cartacea (là ad essere sostituiti dagli Skrull erano gli eroi) e mette al centro della narrazione il Nick Fury di Samuel L. Jackson, così iconico e forte dal punto di vista narrativo da aver travolto anche il Fury dei fumetti.
Intrighi, complotti, misteri, e ovviamente colpi di scena, storie avvolte e ingarbugliate su loro stesse, sono gli ingredienti di uno show che non ha paura di mostrarsi adulto nel sottotesto (e non solo) senza risparmiare riflessioni non banali sulla realtà che ci circonda.

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Il riso abbonda…

Da sempre, per intuizione del genio di Stan Lee, il mondo Marvel è stato “il mondo fuori dalla finestra”, e sono proprio le storie a sfondo politico quelle meglio riuscite e più appassionanti: Secret Invasion, in questo senso riporta tutto nella giusta prospettiva, dimenticando le (pur legittime e per altri versi appassionanti) fuoriuscite mistico-orrorifiche. I primi episodi della serie, inoltre, riescono ad accantonare quell’ironia che a volte sfocia in battute poso riuscite che tanto hanno fatto discutere i detrattori di, ad esempio Thor: love & Thunder, ma che ultimamente sembrava aver preso fin troppo piede nelle produzioni Marvel Studios.

Qua siamo invece in presenza di un prodotto senz’ombra di dubbio più maturo, oscuro a tratti, che con i toni freddi della fotografia ci porta in una Russia inospitale e claustrofobica e mette in scena diversi spunti molto intriganti, come New Skrullos, l’ex centrale nucleare ora avamposto segreto militare degli alieni. Forse i classici “spiegoni” prendono troppo spazio, ma non va dimenticato che lo show è pur sempre un’opera di grande intrattenimento mainstream, e deve necessariamente essere accessibile ad un pubblico più ampio possibile.

E in fondo, è un compromesso davvero piccolo per l’architettura generale che i primi episodi sembrano aver messo in piedi.
È poi un dato di fatto che, come è ormai tradizione, i grandi attori riescano a tirare fuori il meglio dai personaggi creati da Lee: il Nick Fury di Jackson non sembra aver perso un grammo del suo carattere sagace e affilato, e le new entry sembrano avere basi solide su cui costruire un intreccio interpersonale appassionante.

Secret Invasion: valutazione e conclusione

Potrebbe essere insomma lo show che riprende là dove aveva interrotto Loki: ovvero, una serie Marvel Studios su Disney+ che usa alla perfezione gli standard narrativi della Marvel declinandoli però con un’altissima professionalità cinematografica.
Una regia mai banale e una sceneggiatura di ferro che uniscono in perfetto equilibrio le necessarie convenzioni dell’easy telling alla vorticosità di un racconto come quello ideato da Bendis. La fotografia è perfetta, plumbea e visionaria.