Outlander – Stagione 4: recensione del primo episodio

In onda in prima visione su Fox Life dal 9 novembre, la quarta stagione di Outlander vede Jamie e Claire ricostruirsi una vita in America. La recensione del primo episodio.

Outlander ci ha spesso abituato non solo a viaggi nel tempo ma anche a viaggi più banali tra uno stato all’altro o persino tra diversi continenti. Già alla fine della prima stagione vediamo infatti Claire e Jamie salpare per la Francia, dove parte della seconda stagione è ambientata. Nella terza, invece, protagonisti diventeranno i Caraibi dove Jamie e Claire, da poco ritrovatisi, dovranno andare per tentare di salvare Ian, nipote di Jamie, rapito da un gruppo di pirati. Oltre alla Scozia, è un altro un luogo molto importante per la storia di Outlander: l’America. Una volta tornata del presente dopo la battaglia di Culloden, Claire riprenderà la sua vita con Frank per poi spostarsi, poco dopo, alla volta degli Stati Uniti dove potrà finalmente studiare per diventare medico. Ed è proprio l’America la vera protagonista di questa quarta stagione e il luogo in cui i nostri due protagonisti cercheranno di gettare le basi per una nuova vita.

Outlander 4: dove eravamo rimasti e cosa succede adesso?

Outlander - Stagione 4 Cinematographe.it

Dopo essere riusciti a salvare Ian (John Belle) da una Geillis (Lotte Verbeek) ormai incontrollabile, Claire (Caitriona Balfe) e Jamie (Sam Heughan), insieme a tutti gli altri che li avevano accompagnati nei Caraibi, sono pronti a salpare per la Scozia ma durante una tempesta la loro nave affonda e naufragano sulle coste della Georgia. È però in Nord Carolina che li ritroviamo, in un villaggio abitato da immigrati scozzesi, poco prima che Hayes, uno dei loro compagni di viaggio, venga giustiziato con l’accusa di omicidio. Intenzionati a tornare in Scozia non appena saranno riusciti a vendere un prezioso rubino sopravvissuto al naufragio, a Claire e Jamie viene offerto di rimanere in America e, nonostante la guerra di indipendenza sia ormai piuttosto vicina, i due decidono di accettare.

Come spesso accade in Outlander, i simbolismi giocano una parte molto importante nella tessitura narrativa e tanti indizi vengono disseminati in punti diversi dell’episodio. In particolare, grande rilievo hanno i monologhi che solitamente ci introducono all’azione o contestualizzano alcuni avvenimenti. È sul cerchio e sul fascino che per secoli ha esercitato sull’uomo che Claire rivolge la sua attenzione all’inizio di America the beautiful. Mentre si elencano oggetti, tra cui la fede nuziale, e fenomeni astronomici in cui questa figura ha assunto di volta in volta significati diversi vediamo un gruppo di uomini nel Nord America del 2000 a.C. radunarsi intorno a un gruppo di pietre disposte a cerchio e compiere una qualche sorta di danza o rito propiziatorio. Impossibile, a questo punto, non pensare alle pietre di Craigh na Dun e all’importanza che queste hanno avuto nella vita della stessa Claire. Queste nuove pietre e la fede nuziale, o per meglio dire le due fedi, della donna sembrano già destinate ad rivestire un ruolo di primo piano all’interno di questa nuova stagione.

Outlander 4: tra simbolismo e traumi

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Uno dei nodi narrativi che Outlander è sempre riuscito a sciogliere con maestria, sia per merito di un’ottima recitazione da parte degli attori coinvolti che per una sceneggiatura scritta con tatto e cura, è il momento in cui un personaggio che ha subito una violenza è chiamato a fare i conti con i ricordi che lo tormentano. Se abbiamo già visto una tale dinamica con Jamie, stavolta è il turno di Ian di fare i conti con l’esperienza traumatica che è stato costretto a vivere. Violentato da Geillis quando questi si era mostrato restio ad andare a letto con lei, tra le lacrime Ian ricorda come abbia sì detestato ogni momento di quell’atto sessuale ma di come, al tempo stesso, il suo corpo sembrasse comunque trarne piacere. Tormentato dalla vergogna, il giovane trova conforto nelle parole semplici ma dirette di Jamie che riporta l’intera questione a un piano meramente fisico: il tuo pene non avrà una coscienza, ma tu sì. Sembra persino superfluo sottolineare quanto una scena del genere sia rilevante di questi tempi e per più di un motivo. Non solo serve a normalizzare l’idea che lo stupro è una violenza che riguarda anche gli uomini ma con una sola battuta separa il piano fisico da quello morale puntando il dito contro chiunque possa anche solo pensare che una risposta positiva del corpo durante uno stimolo sessuale seppur non consensuale sia immediatamente terreno fertile per costruire un’accusa nei confronti della vittima.

Outlander 4: un inizio di stagione solo parzialmente riuscito

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Dopo una prima metà di episodio piuttosto buona dove, come sempre, si gettano le basi per l’intera stagione e si introducono nuovi e già ben caratterizzati personaggi, America the beautiful sembra però improvvisamente perdere la rotta per andare a terminare in un finale di episodio che verosimilmente farà alzare qualche sopracciglio per pure scelte stilistiche. Tra degli effetti visivi che all’improvviso producono un risultato dalla grana grossissima durante la prima lunga traversata sul fiume e una scelta musicale piuttosto inadatta come sottofondo dell’ultima, importante scena, l’episodio si chiude su una nota decisamente stonata soprattutto dopo un inizio così promettente. Giunti ormai alla quarta stagione e avendo già avuto prova della qualità generale di questo prodotto, siamo sicuri però che questa sia solo una piccola caduta di stile, un neo che, una volta al cospetto degli episodi futuri, potremo presto dimenticare.

Il primo episodio della quarta stagione di Outlander è andato in onda sul canale statunitense Starz il 4 novembre mentre in Italia il 9 novembre in prima serata su Fox Life.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 1.5
Emozione - 2.5

2.5