Michela Giraud: La verità, lo giuro! – Recensione dello show comico Netflix

La comica e attrice Michela Giraud in uno spettacolo a tutto tondo – e senza peli sulla lingua – sulla sua vita e la sua carriera, dall'infanzia al raggiungimento del successo sul lavoro.

Tra i pregi principali di Netflix c’è sicuramente quello di aver sdoganato da un lato i documentari (permettendo la visione di prodotti altrimenti invisibili, candidati agli Oscar compresi), e dall’altro le stand-up comedy, ovvero gli spettacoli comici in cui i performer di turno snocciolano il loro repertorio solitamente all’interno di un teatro / palazzetto davanti ad un pubblico attivamente coinvolto. La cosa più vicina a questa forma d’arte in Italia la vediamo grazie a Zelig, anche se si tratta perlopiù di sketch della durata di 8-10 minuti.
Il comedian da stand-up invece si esibisce di norma per un’ora o poco più, e predilige la satira corrosiva, ai limiti dell’offesa. Michela Giraud ha raggiunto la definitiva consacrazione grazie alla prima stagione di LOL – Chi ride è fuori, ampliando il proprio bacino d’utenza dopo una lunga esperienza in radio e soprattutto tv (Colorado, 2015; CCN – Comedy Central News, 2017; La TV delle ragazze – Gli Stati Generali, 2018). Per questo, La verità, lo giuro – su Netflix dal 6 aprile – è uno show collaudato, in cui l’attrice ripercorre quelli che sono considerati i suoi cavalli di battaglia.

Michela Giraud: La verità, lo giuro! – La doppia faccia della fama

Michela Giraud: La verità, lo giuro! - Cinematographe.itDal palco del Vinile, a Roma, rigorosamente in piedi e da sola, davanti al suo pubblico (“Che calore, che spensieratezza. Sembra il 2019”), Michela Giraud racconta la sua verità, attraverso il punto di vista forte che la contraddistingue da sempre. Uno dei tratti principali della sua comicità è l’autoironia, e anzi la sua comicità parte dalla presa in giro di se stessa (“Sono una bellezza picassiana”): Giraud scherza sulle svolte grottesche della sua vita in modo morbido e divertito, ricordando essenzialmente non solo quanto sia importante la forza di volontà ma anche l’indulgenza verso la propria persona.

Del resto, la fama ha le sue controindicazioni, e quando si è sovraesposti si deve anche fare attenzione a quello che si dice. Come quando scherzò con troppa leggerezza sul concetto di identità non binaria, venendo bersagliata da feroci critiche su Twitter (mentre su Facebook fioccavano i complimenti). O come quando venne biasimata per una battuta che tirava in ballo Giancarlo Magalli (che, dal canto suo, non se la prese minimamente). Passaggi, questi, utili a introdurre una riflessione sui social e sul peso effimero del successo: l’insulto sui social, da un lato, e la definizione di “donna di successo” secondo la rivista Forbes Italia, dall’altro, sono estremizzazioni che non rappresentano la realtà.

La verità, lo giuro! – Una satira sui luoghi comuni e sulle etichette normative

Michela Giraud: La verità, lo giuro! - Cinematographe.itIl resto del comedy special, come già accennato all’inizio, è essenzialmente dedicato alle tematiche già affrontate dall’attrice, in particolar modo nel suo tour del 2020. Spazio quindi allo sketch sul concetto dell’estetica curvy (“Il curvy sta alla moda come l’ultima stagione di Game of Thrones sta alle serie”), alla tirata sui maschi bianchi etero (“Quanti siete in sala? Potete alzare la mano eh, non sono Michela Murgia”) e, in generale, a una satira pungente che prende di mira i canoni prestabiliti. Passando naturalmente per il vissuto personale, soprattutto quello legato all’adolescenza e alle tragicomiche fasi della crescita.

Ed è proprio quando tocca le questioni legate alla sua crescita, in relazione alla famiglia, che La verità, lo giuro! entra nel vivo: gli aneddoti incentrati sulle esperienze da bambina e da ragazza sono i migliori, dalle disavventure con la danza classica ai crolli di autostima (“Guardavo ai camion non con paura ma con speranza”), fino al rapporto con la sorella con Sindrome di Asperger (senza filtri e molto diretta, che “Fa tutto quello che vorremmo fare noi, ma che ha il coraggio di fare solo Vittorio Sgarbi”). E c’è spazio anche per un piccolo momento di commozione, che in fondo riassume l’approccio alla comicità di Michela Giraud: si può – e si deve! – poter ridere e sorridere di tutto, mantenendo sempre vive le scintille dell’umanità e della sincerità.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.1

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