Love, Death and Robots – Stagione 4: recensione della serie TV

I nuovi episodi della quarta stagione dello spettacolo continuano a sorprendere i fan con storie uniche animate in modo innovativo.

Nel 2022 ci eravamo addentrati nel mondo fantastico ed entusiasmante di Love, Death & Robots, quando Netflix aveva reso disponibili per la visione gli episodi della terza stagione di una delle serie antologiche più seguite e ben fatte della piattaforma di streaming. Oggi, a distanza di tre anni da quel terzo ciclo di puntate, arriva un nuovo ciclo – il quarto – di questo spettacolo animato ideato da Tim Miller e David Fincher, che ha sconvolto il modo di fare animazione e di narrare storie sul piccolo schermo, consentendoci come mai prima d’ora un incredibile viaggio nell’immaginazione.  

Love, Death and Robots – Stagione 4 – I nuovi episodi continuano a sorprendere i fan con storie uniche animate in modo innovativo

Sono dieci le nuove puntate dello show, e ogni episodio dura dai 6 ai 17 minuti massimo riuscendo a condensare in un piccolissimo spazio idee profonde e a volte filosofiche relative ai temi dell’amore, della morte e della tecnologia in una stagione che riteniamo sia migliore della precedente, ma ancora piuttosto lontana dai suoi primi passi. La quarta stagione si distingue per le atmosfere più cupe e violente, per la presenza di temi legati al dominio alieno sull’uomo, alle guerre, allo sterminio degli esseri umani, ma anche alla religione esplorata in più di un episodio, sotto diversi punti di vista e non solo. Ed è proprio il fatto di saper cambiare prospettiva l’aspetto più curioso di Love Death & Robots 4, che riesce a realizzare dei bellissimi esercizi di stile narrativo. Ci sono oggetti inanimati e animali che prendono parola e ci raccontano le loro giornate, la loro visione del mondo, persino cosa ne pensano degli esseri umani. Insomma, lo spettatore vede quello che vedono i loro occhi in un modo davvero originale. 

Uno spettacolo significativo con una grandissima qualità delle immagini

Come detto, lo spettacolo che è stato realizzato da studi di animazione sempre differenti e dislocati in svariati Paesi del mondo – conferma la cura minuziosa ed eccellente dell’animazione. Ricordiamo a tal proposito che diversi registi hanno diretto i diversi episodi. La qualità delle immagini è straordinaria, e alcune idee sono più convincenti delle altre. La quarta stagione di Love, Death & Robots si fa guardare quindi piacevolmente soprattutto da chi adora l’animazione e da chi ama le serie antologiche, ma soprattutto dal pubblico che ama pensare fuori dagli schemi.

Love, Death and Robots – Stagione 4: valutazione e conclusione

Abbiamo apprezzato la creatività alla base di alcune storie capaci di trasmetterci la meraviglia dei vecchi tempi. Un po’ come avevamo visto con la serie tv britannica Black Mirror, a cui questo spettacolo si ispira, si è dovuti passare da stagioni meno convincenti per poter tornare a sorprendere nuovamente i fan con storie uniche animate in modo innovativo. Alcuni episodi sono meno invitanti degli altri e ci aspettiamo che nel prossimo capitolo accadrà qualche cosa di rivoluzionario. Alla fin fine si tratterà di replicare la perfezione. E non è proprio come fare un esercizio facilmente ripetibile perché la serie creata per Netflix da Tim Miller e David Fincher, dopo tre anni, ha presentato al pubblico una serie di corti affidati a vari autori e studi di animazioni in una panoramica di storie avvincenti, che spaziano dal tono ironico a quello drammatico passando anche per l’horror più puro, ma cogliendo anche alcuni spunti filosofici apprezzati tanto quanto una difficile alleanza tra un gatto ambizioso e un robot domestico che viene approvata a discapito di “tonti” padroni umani in una delle storie satiriche che funziona meglio anche perché riesce a burlarsi di entrambi i mondi. Il gatto protagonista, poi, è sicuramente un personaggio indimenticabile, e non vediamo l’ora di conoscere il seguito di questa storia.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

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