La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton – recensione della serie Netflix

Non si può appiccare un fuoco senza una scintilla, e le scintille non mancano nell’universo di Bridgerton nonostante ci siano un nuovo matrimonio combinato e un re lontano dal talamo. Si sta parlando de La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, l’atteso prequel e spin-off della serie in costume basata sui romanzi di Julia Quinn e firmata dalla showrunner dei record Shonda Rhimes, che ci fa ritrovare l’affezionata ed enigmatica voce narrante di Lady Whistledown in una storia incentrata sull’ascesa al trono della regina Carlotta: sono gli anni della sua relazione amorosa con re Giorgio III e di un cambiamento sociale grazie al quale è nato il mondo dell’alta società presente nella serie originale.

La regina Carlotta una storia di Bridgerton

Carlotta, tedesca con probabili discendenze berbere, è un personaggio che abbiamo visto in età matura in Bridgerton e troviamo qui anche adolescente con il volto dell’attrice africana India Amarteifio a far coppia con Corey Mylchreest che, – beninteso, starà per essere incoronato come nuovo rubacuori della saga dei Bridgerton – interpreta con grande stile il suo sposo famoso per la pazzia.

La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton – La storia della regina andata in sposa giovanissima a re Giorgio III

La protagonista compare nella scena d’apertura, espressione del risentimento di Carlotta verso suo fratello, che ne mostra l’indole capricciosa quando un’opera d’arte – un’antica scultura mezzo busto – viene scaraventata a terra per rabbia. “Andiamo indietro di cinque passi per seguirla” in questa storia di finzione che, come suggerisce il titolo, si concentra esclusivamente sulla regina Carlotta (un personaggio già interpretato sul grande schermo da Helen Mirren in La pazzia di Re Giorgio) che è la lettrice più avida delle cronache di Lady Whistledown. Carlotta è realmente esistita? Assolutamente sìSophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz è stata regina di Gran Bretagna e Irlanda in quanto moglie di re Giorgio III, regnando dal momento del loro matrimonio avvenuto nel 1791 (il loro primo incontro pare fosse accaduto solo sei ore prima) fino alla sua morte nel 1818. Lo spin-off targato Netflix inizia con la partenza in carrozza dalla Germania settentrionale verso Londra, Carlotta è ingabbiata in un abito talmente sofisticato che potrebbe ucciderla. Sua madre e suo padre sono morti, e suo fratello – non avendo avuto scelta – firma un contratto per darla in moglie al re d’Inghilterra perché non può un’oscura provincia della Germania “inimicarsi” quello che era lo Stato più potente della Terra. Carlotta perciò deve sposare, “per dovere nei confronti del suo Paese“, un uomo che non conosce. Intanto nel prequel Lady Whistledown e tutta l’Inghilterra nutre la speranza che l’attuale regina si adoperi per favorire unioni nella sua famiglia: ha tredici rampolli e nessuno ancora ha generato un erede al trono legittimo (sic!): nessuno di loro riesce a costruire relazioni rispettabili. “Vergini alla mia sinistra, puttane a destra“, esclama la regina a proposito delle sue figlie troppo vecchie e dei suoi figli promiscui…

Riesce il Grande Esperimento: la serie prequel e spin-off di Bridgerton è girata splendidamente

Dietro la macchina da presa di questa serie splendidamente girata c’è Tom Verica (Grey’s Anatomy, The Umbrella Academy, Inventing Anna) che beneficia di molta luce naturale per le riprese. Le vetrate del palazzo reale, le finestre e la luce delle candele contribuiscono ad accentuare i raggi accecanti e i colori caldi. La giovane regina Carlotta è la prima fonte del Grande Esperimento: apprendiamo che le nozze politicamente convenienti fra re Giorgio III d’Inghilterra e Carlotta sono anche l’impulso per la fine dell’imbarazzante divisione razziale presente nella società londinese. Corey Mylchreest ci lascia di stucco nei panni di re Giorgio, India Ria Amarteifio è una giovane regina particolarmente accattivante mentre Adjoa Andoh fa un gradito ritorno come Lady Danbury. Ma c’è una coppia inaspettata che riesce a fare più clamore del re e della regina d’Inghilterra che non “consumano” il matrimonio nella prima notte di nozze: quella composta da Brimsley, il genuino valletto della regina, e dall’algido servitore del re pronto a proteggere il suo monarca malato di mente anche nelle sequenze più tragiche e toccanti. Per i fan di questo regno immaginario poi può essere degno di nota che La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton  traccia, per così dire, un nuovo corso nel territorio e mostra personaggi dello stesso sesso più solidali l’uno con l’altro.

La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton – conclusione e valutazione

Per il grande racconto delle origini sempre immerso nei giardini che si dispiegano in una gloriosa distesa di petali e vegetazione, l’autrice sceglie un ritmo narrativo lento con lo scopo di spiegare il complesso contesto e concedere il tempo di “somatizzare” la storia incentrata su questa figura di Bridgerton. Si apprezzano una messa in scena in profondità di campo e un minor uso delle canzoni pop moderne in versione salotto dell’Inghilterra della Reggenza, ma soprattutto la gradevole doppia linea narrativa che permette da un lato di preservare il fascino intrigante del prequel e dall’altro di mantenere la curiosità per aver trasformato un personaggio secondario, ma molto amato della storia originale, in una protagonista. Lo spettacolo ci fa seguire infatti le vicende di una giovanissima Carlotta, nello spin-off alle prese con il comportamento imprevedibile e le occasionali reazioni violente del sovrano, e dell’attuale incontentabile regina nel prequel, interpretata sempre da Golda Rosheuvel, che perciò non perde il pelo e neanche il vizio: continua ad indossare parrucche alte e a volere “più oro” sul suo albero di Natale.

I sei episodi de La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton sono disponibili su Netflix a partire dal 4 maggio 2023.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3

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