Iron Fist – Stagione 2: recensione della serie tv Netflix [NO SPOILER]

Finn Jones torna per la quarta volta nei panni di Danny Rand nella seconda attesa stagione di Iron Fist. La nostra recensione.

L’ultima apparizione di Danny Rand sul piccolo schermo, quello di Netflix, risale ad un paio di mesi fa, giugno per l’esattezza. Venuto in soccorso di Luke Cage, nella seconda stagione della serie dedicata a Power Man, Pugno d’Acciaio aveva dato man forte al suo amico durante l’ennesimo scontro ad Harlem. Nonostante questo gli Eroi in Vendita – è questo il nome del duo protagonista di mille avventure sulla carta stampata – hanno ripreso le proprie strade dopo gli eventi nei sotterranei del Midland Circles di New York. Cage è tornato nel suo quartiere, mentre Danny, ispirato da Matt Murdock AKA Daredevil, inizia ad agire come vigilante solitario per il bene della città.

Il cuore nel passato e la testa al futuro per Danny Rand nella seconda stagione di Marvel’s Iron Fist

Iron Fist Cinematographe

Se torniamo brevemente a quel 17 marzo 2017 – data di debutto su Netflix della prima stagione di Iron Fist – ci accingiamo ad entrare nella successiva stagione della serie con giustificata prudenza. Tra le serie Marvel/Netflix, infatti, Iron Fist è quella che più di tutte ha ricevuto nel corso del tempo pareri discostanti e mai del tutto omogenei. Il personaggio nato dalla penna e matita di Ray Thomas e Gil Kane, inedito in televisione, portava con se il fardello del presentarsi al mondo preceduto da ben più collaudati personaggi, come, ad esempio, il noto Daredevil. Dopo una prima stagione timida, ma da certi punti di vista convincente – leggi QUI la recensione della prima stagione – la Marvel rilascia una nuova stagione fortemente attesa.

L’intreccio narrativo della seconda stagione comincia similmente alle altre serie tv sorelleLuke Cage Jessica Jones in particolare. Danny ora vive assieme alla sua Colleen nel dojo riconvertito ad abitazione e tra un lavoro di trasloco ed un altro vigila per proteggere la sua città. Il ragazzo, certamente più consapevole del suo potere e nel suo ruolo nel mondo, o nel suo micro-mondo, appare sin dal primo episodio più maturo e focalizzato sui propri obiettivi e la propria morale. Che sia stata la battaglia con i Difensori contro la Mano, eterna nemesi dell’Iron Fist, o l’esempio di Daredevil, Danny dimostra d’impatto un equilibrio nuovo e costruito dopo tanto lavoro. Ma la pace è solo una situazione temporanea e con la sconfitta della Mano e il vuoto lasciato da essa New York brama nuove pedine che rimpiazzino il male estirpato. Una nuova guerra è alle porte e un cancro ben più velenoso inizia ad insinuarsi nel cuore della città.

Vecchi e nuovi nemici mettono alla prova un ritrovato Danny Rand

Iron Fist Cinematographe

Se c’è una costante in questo progetto televisivo Marvel/Netflix è il ritorno di personaggi tra una stagione e l’altra. Basti pensare a Wilson Fisk, protagonista di entrambe le stagioni di Daredevil, o Mariah Dillard per Luke Cage o lo stesso Killgrave per Jessica Jones, seppur quest’ultimo caso sia, in un certo senso, implicito nella storia della detective privata. Anche in questo caso ritroviamo Davos (Sacha Dhawan), compagno d’addestramento di Danny ai tempi di K’un Lun, tornato a New York con un progetto forse non proprio inaspettato. È lui, infatti, il nemico principale di questa seconda stagione di Iron Fist e pedina importante non solo per la storia stessa, ma soprattutto per il percorso narrativo del protagonista.

Questa stagione pone sotto una luce nuova il personaggio interpretato da Finn Jones, sempre più convincente nei panni di Pugno d’Acciaio. Nel corso dei dieci episodi che compongono la stagione – tre in meno rispetto allo standard, se non si tiene conto del crossover The Defenders – approfondiamo con maggiori dettagli il passato del ragazzo, del suo rapporto con Davos, del duro addestramento e del percorso che lo ha portato a vincere il drago Shou-Lao l’Immortale. È proprio la relazione con Davos la chiave di questa stagione 2 di Iron Fist poiché focalizza tutti i dubbi di Danny verso il suo potere in merito al proprio passato, alla rabbia repressa e a quell’impulsività sempre difficile da tenere a bada. Davos e Danny, fratelli-nemici, si fronteggiano per qualcosa che, sotto un differente punto di vista, è maggiore del potere dell’Iron Fist stesso.

I rapporti interpersonali sono la chiave di volta di questa seconda stagione della serie tv Marvel/Netflix

Non solo la coppia Davos-Danny, la seconda stagione di Iron Fist gioca sul racconto di vari rapporti personali. Abbiamo Danny e Colleen Wing, in primo luogo, una coppia sempre più affiatata, ma mai nel modo più mieloso del termine. La relazione tra i due, cresciuta pian piano e accompagnata da ostacoli sempre alla mano, si è consolidata nel tempo dimostrando una maturità quasi palpabile. Danny e Colleen sono lo Ying e lo Yang, complementari, diversi, eppure uniti dallo stesso destino e dallo stesso percorso. Volgendo lo sguardo altrove c’è il rapporto fraterno di Joy (Jessica Stroup) e Ward Meachum (Tom Pelphrey), ormai estranei dopo gli eventi che hanno portato alla morte di Harold nella prima stagione della serie. I due, lacerati dal passato, si ritrovano distanti e poco inclini a trovare punti d’accordo dimostrando un orgoglio quasi malsano. Diverse sfumature che portano in luce personaggi perlopiù convincenti e a cui dà manforte un cast ormai ben collaudato.

Iron Fist Cinematographe

Vari e sempre presenti sono i riferimenti al grande Universo di cui questa serie fa parte – non solo il micro-universo The Defenders, ma il ben più grande UCM. Riferimenti agli Avengers e non solo sono quei piccoli dettagli che arricchiscono un progetto studiato e ben incastonato nel suo contesto. Ma qual è, in questo caso particolare, il collegamento diretto alle altre serie? Questo è certamente il personaggio di Misty Knight (Simone Missick), presente in vari episodi della nuova stagione e che, in un certo senso, sostituisce la costante presenza di Claire Temple, interpretata da Rosario Dawson sin dalla prima stagione di Daredevil. La presenza di Misty, nonostante le tempistiche sullo schermo, non appare mai eccessiva né fuori luogo. Al contrario riesce ad equilibrare un apporto femminile alla stagione che, lungi dall’aprire un discorso non consono alla sede, si pone in perfetta sintonia con la storia raccontata. Per chiarire: Misty, assieme alle altre protagoniste femminili come Colleen, Joy, o la nuova arrivata Mary Walker, si amalgamano perfettamente nel crogiolo di personaggi fronteggiandosi con le controparti maschili egualmente ben raccontati.

Discorso maggiore, a tal proposito, meriterebbe il personaggio di Colleen, nuovamente interpretata da un’ottima Jessica Henwick, chiamata a raccontare nuove sfumature di una donna che, probabilmente, ha ancora molto da svelare. Come vera co-protagonista assieme a Danny Rand, Colleen ha questa volta maggiore spazio senza togliere luce al suo compagno e ciò risulta molto efficace.

La storia e la regia: la seconda stagione di Iron Fist convince davvero?

iron fist 2

Partiamo subito col dire che questa seconda stagione nasce sulla base di qualcosa di nuovo. Sin dal primo episodio, introduttivo, notiamo una certa differenza con la stagione dello scorso anno. I personaggi, già delineati, mostrano una maturità e consapevolezza. La sceneggiatura si muove su varie linee narrative che si incontrano e scontrano fino ad una risoluzione finale. Cosa c’è allora che non va? Uno degli appigli che potrebbe farci storcere il naso è un certo ritmo diluito che molto ricorda la stagione precedente. La cadenza narrativa, anche questa volta, potrebbe risultare allungata, lenta rispetto ad altri prodotti come l’indiscusso Daredevil, o lo stesso Punisher, tuttavia, a visione conclusa, appare un elemento quasi necessario alla storia stessa. Magari questa non è solo la storia di Danny Rand, magari è una storia più grande, la storia dell’Iron Fist, delle sue origini, dei suoi segreti, e un flemmatico percorso è la chiave per raccontarla al meglio. In conclusione peccato non aver avuto la possibilità di approfondire il personaggio probabilmente più atteso di questa seconda stagione, ovvero quello di Mary Wakler AKA Typhoid Mary interpretato da Alice Eve. La carismatica attrice certamente introduce un personaggio interessante, curioso e misterioso che, si spera, abbia più carte da giocare nel futuro dell’universo televisivo Marvel.

In definitiva Marvel’s Iron Fist 2 vince la sfida del superare il gradino precedente pur mantenendo una certa identità fatta di ritmi cadenzati, ma questa volta arricchiti da combattimenti coreografici sempre presenti, dinamici e piacevoli per l’azione. I personaggi approfondiscono il loro passato e operano in una New York diversa dal magico sogno che spesso ci viene presentato. La città, nuovamente protagonista, è teatro di un malessere che cerca di guarire con l’aiuto di alcuni suoi abitanti. Quale sarà il futuro di Iron Fist? Il finale di stagione, giocato in due episodi conclusivi convincenti e dall’alto tasso d’azione, ci pone davanti a molte domande che solo il tempo potrà soddisfare.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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