Guida astrologica per cuori infranti – stagione 2: recensione della serie Netflix

Si riparte dalla Bilancia per arrivare ai Pesci: i sei episodi di Guida astrologica per cuori infranti che mancavano per completare la mini-serie Netflix scritta e diretta da Bindu De Stoppani sono disponibili. Per concederci il piacere (non) colpevole del sogno. E di una pausa dalle angosce stringenti della cronaca.

Disclaimer, prima di cominciare: questa recensione di Guida astrologica per cuori infranti 2 è una dichiarazione d’amore. Senza se e senza ma. A una serie dal titolo lungo e forse fuorviante, composta da un totale di dodici episodi in tutto, sei dei quali disponibili dall’8 marzo 2022, che fa (bene, benissimo) tutto quello che deve fare.

Una serie che fa bene tutto quello che una rom-com, dovrebbe fare, nel segno della tradizione (ma senza effetto déja-vu) 

“Guida astrologica per cuori infranti 2” è disponibile su Netflix dall’8 marzo 2022.

Rinnova il rom-com senza uscire troppo dal seminato della sua gloriosa tradizione; gioca coi cliché senza farli sembrare tali – una giovane donna brillante ma un po’ goffa, ferita nei sentimenti, ha un’intuizione lavorativa formidabile ed è tumultuosamente attraversata da un’attrazione poco governabile per il suo nuovo capo sexy e ombroso –; ricorre alle simbologie zodiacali per proporre una riflessione sul rapporto tra responsabilità e destino (è inutile continuare a pensare che la persona giusta ci venga consegnata dalle stelle, la persona giusta è quella che noi riteniamo tale, perché ci piace e perché non indietreggiamo di fronte alla paura che ci fa); si affida a caratterizzazioni dei personaggi principali e secondari che, pur nell’inevitabile semplificazione del tratto di scrittura, non ne banalizza l’umanità e a interpreti che sanno sintonizzarsi ai registri giusti e mantenersi in equilibrio sulla necessaria levità; infine procede a ritmo spedito negli spazi interni ed esterni di una città – Torino – che mantiene, rispetto alla più rappresentata (e patinata) Milano, un suo fascino antico e a suo modo ovattato, salva dalla rapacità del tempo e delle mode, autentica nella sua bellezza signorile che non promette ciò che non può mantenere. 

Guida astrologica per cuori infranti 2: tra Torino e Parigi, il secondo tempo dell’amore tra Alice e Davide

Primo tango a Parigi: la ville lumière teatro della passione (impossibile?) tra Alice Bassi (Claudia Gusmano) e Davide Sardi (Michele Rosiello)

A rigore, in un episodio di questa seconda riuscitissima stagione, quello dedicato al segno del Capricorno, i due protagonisti – Alice Bassi, creatrice di un dating show in cui i concorrenti, accompagnati dall’astrologo Tio e dalla ‘diva Marlin, cercano l’anima gemella sulla base della compatibilità astrologica; Davide Sardi, il suo capo e produttore, un uomo tanto affascinante quanto inibito da un dolore e dai suoi sensi di colpa – si recano in trasferta a Parigi per un impegno di lavoro: quando c’è la ville lumière, un uomo che vi si sa orientare senza navigatore, una giovane donna che di quell’uomo non può essere soltanto amica, una suite pagata profumatamente e un contrattempo che costringe a restarvi, non occorrono avanguardie.

Guida astrologica per cuori infranti 2: una tregua necessaria dalla cronaca

Michele Rosiello (Davide), Claudia Gusmano (Alice), Lucrezia Bertini (Cristina) e Alberto Paradossi (Carlo)

Il tempismo nel caricamento sulla piattaforma dei sei nuovi (e, sigh, ultimi) episodi di Guida astrologica per cuori infanti non poteva allora risultare più perfetto: sappiamo che fuori infuria la guerra e che la pandemia fatica a estinguersi, e proprio per questo concedersi il piacere di una storia in cui, se fino alla fine ‘soffriamo’ a causa di stelle che restano in silenzio, alla fine l’happy ending si compie è un balsamo, ci alleggerisce e ci consola, dandoci quella tregua dall’esposizione alle cronache battenti e angosciose di queste settimane (e degli ultimi due anni) di cui forse abbiamo bisogno.

Eh sì, perché al rom-com questo, in fondo, chiediamo: di replicare la realtà senza edulcorarne i colpi meschini – le sciagure amorose; gli imprevisti di una quotidianità che richiede equilibrismi spesso frustranti e fallimentari – e tuttavia correggerne il tiro, illuderci che la ‘magia’ può entrarne a far parte e non perché si è deposta la propria fiducia nelle architetture celesti, ma perché le si è sapute smantellare in modo che non coprissero più i desideri che prima occultavano. Tifare per Alice è, così, tifare per noi stessi e bandire il senso di colpa dalle nostre vite: quando le circostanze esterne predispongono alla gravità e alla cupezza, è proprio allora che bisogna andare ostinatamente in senso contrario.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.6

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