Gen V: recensione della serie spin-off di The Boys

Lotte fra supereroi e batticuore nell'accattivante serie tv con Patrick Schwarzenegger che esplora il potere dei social media.

Benarrivati alla Godolkin University, fate spazio alle matricole nella facoltà di lotta al crimine! Agli aspiranti super o “mini eroi” che potranno diventare i nuovi protettori delle grandi città. La Generazione V della serie spin-off di The Boys vi trascinerà nell’unico ateneo per supereroi d’America. A differenza di The BoysGen V non si concentra sui supereroi adulti che spadroneggiano sul suo mondo immaginario ma su giovani studenti che metteranno alla prova i propri confini morali e lotteranno per scalare la classifica della scuola ed entrare nella squadra di eroi d’élite. Le prime tre puntate del nuovo show originale targato Prime Video sono disponibili per la visione dal 29 settembre 2023. A seguire sarà rilasciato un episodio a settimana fino al finale di stagione fissato il 3 novembre.

Benarrivati alla “Godolkin”, dove si istruiscono giovani eroi

La scena d’apertura ci prepara a un evento unico nella storia della “Godolkin University School of Crimefighting “- un campus per giovani supereroi supervisionato dalla malvagia società Vought International. I media annunciano un mondo post razzista, e subito dopo l’obiettivo ci mostra Marie Moreau (Jaz Sinclair), il personaggio centrale della Generazione V – la supereroina diciottenne con la capacità di controllare e rendere il proprio sangue un’arma. “Miss Moreau”, “Miss Coagulo” o “Bloody girl”; insomma l’ultima arrivata è una matricola entusiasta e desiderosa di dimostrare che ha quello che serve per unirsi ai “Sette”. Marie è cresciuta in un orfanotrofio per giovani supereroi come lei, e ha l’occasione di dare una svolta alla sua vita quando viene accettata alla Godolkin che è lo stesso college in cui sono stati addestrati eroi iconici come The Boys‘ A-Train (Jessie T. Usher), Queen Maeve (Dominique McElligott) e The Deep (Chace Crawford). In poco tempo riesce a richiamare l’attenzione dei big della scuola: del superforte Jordan Li (interpretato da London Thor e Derek Luh); di Cate Dunlap (Maddie Phillips), che è una telepate con abilità manipolatorie; e di Luke Riordan, alias Golden Boy (Patrick Schwarzenegger), uno studente popolare con un potere invincibile di pirocinesi. Tra questi Luke sembra destinato a raggiungere la vetta della squadra dei “Sette” , ma i suoi sogni e quelli dei suoi amici vengono scossi quando si imbattono in una pericolosa macchinazione gestita nella loro scuola da Vaught.

Batticuore e lotte fra super nell’accattivante Gen V, la serie che esplora il potere dei social media

Non ci si annoia un istante guardando Gen V, un prodotto che i fan di The Boys non possono perdersi. Perché funziona. Lo show televisivo intrattiene e diverte. E le storie dei suoi eroi hanno una loro grazia e semplicità, sono toccanti. Inoltre la serie creata da Craig Rosenberg, Evan Goldberg e Eric Kripke fa anche un buon lavoro nell’usare i supereroi nascenti per esplorare “il mondo dei privilegiati” e il potere dei media (ad esempio, il numero di follower che gli studenti hanno sui social è importante quasi quanto il loro potere). Marie, che può contare sulle sue sole forze, viene inizialmente “deviata” verso il programma minore dell’università, e deve stare sempre attenta a non attirare l’attenzione su di sé perché, a differenza dei super ricchi, non ha nessuna rete di conoscenze. Anche altre questioni sono ben incapsulate nel plot: Jordan è il personaggio non binario che può cambiare sesso quando desidera; Emma può miniaturizzarsi vomitando ( cioè facendosi violenza e in una maniera disgustosa), ed evocando così il mondo dell’autolesionismo e dei disturbi alimentari. Persino altre pressioni sociali e la pornografia sono sparse nello show, che è al suo meglio sin dal pilot nonostante i primi episodi – un po’ meno focalizzati e più simili a quelli di The Boys – presentino le gag meno raffinate e i momenti più violenti.

Gen V: valutazione e conclusione

Le prime tre puntate della serie tv – incentrata sulla prima generazione di supereroi che scoprono che i loro poteri non sono doni divini ma il prodotto di iniezioni di “composto V” – sono state all’altezza delle nostre aspettative. L’episodio pilota parte con una solita nota di violenza, come si è visto in The Boys, introducendo i personaggi e la Godolkin University. Ed è proprio la caratterizzazione di questi – peraltro con una credibilissima Marie, il carisma di Andre e il fascino della celebrità del campus Golden Boy che ha il volto angelico di Patrick Schwarzenegger – contribuisce alla buona riuscita dello spettacolo che riesce a divertire e intrattenere combinando il caratteristico tono cupamente comico di The Boys in una storia di formazione dai risultati irregolari e accattivanti.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3