F is for Family – Stagione 5: recensione della serie TV Netflix

La serie ispirata all'infanzia dell'attore Bill Burr giunge al suo atto conclusivo, tra necessità di chiudere i conti col passato e voglia di guardare in qualche modo al futuro. Con la solita dose di spietato cinismo.

Fin dai suoi esordi (6 anni fa, era il dicembre del 2015), F is for Family ha cercato di esplorare molti aspetti della vita suburbana americana (e, in generale, occidentale). Assieme alla famiglia Murphy abbiamo ragionato sul lavoro, sui soldi, sul senso di comunità. E, ovviamente, sulla sanità mentale. Arrivati alla quinta (e ultima) stagione, dunque, è giunto il momento di tirare le somme. L’ultimo ciclo della serie TV animata – su Netflix dal 25 novembre – ideata da Bill Burr e Michael Price chiude il cerchio senza eccessivi buonismi o scorciatoie, tenendo fede alla sua spinta iniziale.
Siamo ancora negli anni ’70, in un quartiere della classe media statunitense, e un doppio scossone agita il (già di suo agitatissimo) nucleo familiare capeggiato da Frank e Sue: la morte del padre di Frank, Bill, e la nascita del quarto figlio. Una fine e un inizio, in una visione bilanciata e complementare della vita; ma ben presto capiamo come l’attenzione principale è rivolta al passato, al tormento per le questioni irrisolte e per le piccole-grandi verità non dette o, peggio, nascoste.

F is for Family 5: l’evoluzione di una pazza famiglia disfunzionale

F is for Family - Cinematographe.itÈ interessante constatare come la F del titolo, oltre a fare sarcasticamente riferimento all’insulto anglofono per eccellenza (f*ck!) si adatti benissimo a molte delle disavventure affrontate da Frank & Co.: F può stare anche per Fallimento, Frattura, Frustrazione. Mai e poi mai per Felicità, ma del resto la felicità è un obiettivo da raggiungere. O, forse, un’ideale inesistente. La quinta stagione di F is for Family conclude il suo arco narrativo esaurendo un po’ la carica satirica e sovversiva delle prime stagioni, ma amplificando l’introspezione e il senso di disillusione nei confronti delle cose del mondo.

Nulla di nuovo, ovviamente, considerando che Netflix è stata una pioniera nella creazione di serie tv animate indirizzate a un target di adulti (con, in cima alla lista, l’indimenticabile BoJack Horseman). Qui il cinismo continua a essere l’unico grimaldello per addentrarsi nelle tragicomiche vicissitudini di un genitore sempre inadatto e sbagliato (a caccia di una misteriosa box 16, le ultime parole pronunciate dal padre in punto di morte), di una madre alla disperata caccia di un briciolo di emancipazione e di uno stuolo di bambini e pre-adolescenti fagocitati da problemi più grandi di loro.

“Non diventare ostaggio del tuo passato, ci sono cose che non possono essere cambiate”

F is for Family - Cinematographe.itA rendere la serie generalmente riuscita, pur con qualche eccesso di retorica e con qualche passaggio a vuoto dettato magari da una sottotrama meno efficace, è la sua qualità di scrittura: i personaggi non restano immutati nel tempo, come di norma accade nelle sit-com (e questa è, a tutti gli effetti, una vera e propria situation comedy), ma evolvono e imparano dai propri errori. Una puntata, in buona sintesi, non vale un’altra: occorre seguire un ordine cronologico, per non correre il rischio di restare sulla superficie delle cose, aggrappati alla sola potenza delle gag più dichiaratamente comiche.

Solo così ci si può accorgere, ad esempio, che la sequenza finale (no spoiler!) è l’unica in cui lo spettatore incontra la famiglia Murphy al completo. Un evento incredibile ma vero, dopo ben 44 episodi di conflitti e massacri, crolli emotivi e disastri finanziari più o meno rimediabili. Qualcosa, alla fine, è cambiato, superando – e soprattutto, accettando – il passato. F allora può davvero significare Famiglia, per quanto ci si sopporti a fatica e per quanto l’esaurimento nervoso sembri sempre dietro l’angolo. A fine anni ’90/inizio anni 2000, F is for Family sarebbe stato un perfetto prodotto da primo pomeriggio, tra un episodio dei Simpson e uno dei Griffin. Ed è questo, probabilmente, il miglior complimento che gli si possa fare.

Leggi anche Le migliori serie TV da vedere su Netflix 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.4

Tags: Netflix