Extravergine: recensione dei primi due episodi della serie comedy italiana

La nostra recensione dei primi due episodi di Extravergine, la comedy italiana che offre uno sguardo fresco e ironico sulla sessualità, non senza qualche cliché 

Non è facile slegare la produzione seriale italiana dalla lunga tradizione di fiction appartenente ai principali canali televisivi. Negli ultimi tempi il panorama delle serie tv nostrane si è tuttavia allargato, dando vita a titoli di più ampio respiro e degni di essere associati alle più grandi produzioni mondiali. È il caso di Gomorra e Suburra, che hanno conquistato rispettivamente Sky e la piattaforma Netflix, o il più recente Romolo + Giuly. Seguendo questo filone di serie tv internazionali il 9 ottobre 2019 è uscita su Fox e su FoxLife Extravergine, la nuova serie diretta da Roberta Torre, che racconta con uno sguardo femminile e un tono freschissimo la vita di una giovane blogger in una realtà incentrata sull’apparenza e sulla centralità del sesso.

Tra innovazione visiva e qualche stereotipo di troppo, Extravergine ha saputo strappare più di un sorriso, conquistando soprattutto lo sguardo!

Extravergine: un po’ serie tv, un po’ video social

Innovare, svecchiare, rimodernare. La chiave del successo si trova sempre nel raccontare al pubblico una verità – più o meno nota – con un tono nuovo. Il sesso è uno dei tanti argomenti che praticamente in ogni media viene affrontato con frequenza e in modo diverso, con esiti felici o con qualche strafalcione.

Extravergine mira – o almeno, fa di questo tentativo una sorta di manifesto poetico – a svecchiare il modo di trattare la tematica, in parte amplificandola fino a farle sfiorare i limiti dell’esagerazione, in parte ridimensionando qualcosa che per l’opinione comune ha un’importanza enorme.

Extravergine Cinematographe.it

In una realtà eccessivamente legata all’idea del sesso come crescita personale e auto-affermazione, si muove goffamente Dafne Amoroso (nomen omen forse?), una bookblogger di 29 anni che vive con frustrazione un lavoro poco riconosciuto e il fatto di essere ancora vergine. Quando per errore tutti credono che lei sia la protagonista di un video hot diventato virale, Dafne si trova a dover gestire la rubrica sul sesso nel magazine digitale per il quale scrive, affrontando un argomento che le è completamente sconosciuto. Questo la porterà ad avvicinarsi, con imbarazzo e curiosità, al mondo del sesso in tutte le sue sfaccettature.

Salta subito all’occhio quanto il principale elemento di novità che Extravergine porta con sé sia legato soprattutto al suo format particolarissimo e decisamente gradevole. Il ritmo frenetico della narrazione e del montaggio delle scene, la regia esuberante e la fotografia colorata fanno di questa comedy italiana qualcosa di davvero originale, quasi fuori posto sul piccolo schermo.

A prima vista Extravergine non ha l’aria di essere una serie tv come molte altre, ma somiglia piuttosto a un lungo e bizzarro video musicale, oppure un simpatico sketch comico adatto ai social. Questa cifra stilistica permette alla serie di dimostrare fin dai primi secondi una grande indipendenza formale da tutti gli altri prodotti noti, un’emancipazione che segue passo passo la volontà di trattare una tematica che in alcuni spazi televisivi sembra ancora essere tabù.

Extravergine Cinematographe.it

Tra salti temporali, didascalie e hashtag che compaiono sullo schermo, Extravergine stravolge le regole della classica serie tv, imitando in parte il tono innovativo di Fleabag. Lontana dai risultati eccezionali della dramedy inglese, Extravergine ha comunque il merito di riuscire a conquistare l’attenzione dello spettatore, grazie a una protagonista divertente e nella quale è facile riconoscersi (ben interpretata da Lodovica Comello).

Considerata strana per la sua verginità, Dafne sembra in realtà la più “normale” tra gli individui che si trova a frequentare, in ambito personale e lavorativo. I personaggi di Extravergine si muovono infatti secondo un copione piuttosto rigido, che non solo li avvicina ad alcuni stereotipi, ma che li rende anche simili a macchiette comiche. Questo schematismo nella loro psicologia sembra tuttavia funzionare bene in un format eccentrico come quello di Extravergine, fatto di voci fuori campo e sfondamenti della quarta parete, ma comincia anche a dimostrare qualche calo di stile laddove la simpatia lascia spazio a qualche stereotipo di troppo.

Extravergine: quando l’abito non fa (del tutto) il monaco

L’innegabile fascino visivo di Extravergine se da un lato è in grado di testimoniare la freschezza del prodotto, dall’altro non riesce a scusare del tutto una sceneggiatura e una costruzione psicologica dei personaggi ancora eccessivamente legata a stereotipi.
Per quanto il cliché sia spesso fonte di ironia e di messa in ridicolo di situazioni quotidiane, un titolo che promette a gran voce di svecchiare il panorama della serialità italiana deve farlo partendo dalle fondamenta.

Dafne inizia la sua “avventura” nella serie come neofita del sesso, condizione che le permette – quando costretta dalle circostanze – di affrontare la tematica con uno sguardo del tutto nuovo e curioso. La genuinità e il forte punto di vista femminile con cui la sessualità viene avvicinata in Extravergine, avrebbe potuto essere facilmente affiancata anche a una visione nuova della società stessa e dei rapporti.

Extravergine Cinematographe.it

La serie si ritrova per esempio a essere ancora legata a vecchi luoghi comuni, quello secondo cui deve per forza essere la ragazza più in carne a ricoprire il ruolo della Food Blogger nella rivista per cui Dafne scrive. Suona un po’ come un cliché anche il fatto che sia proprio la Book Blogger dai gusti nerd a essere l’unica vergine del gruppo e che la passione per la lettura non vada a braccetto con la voglia di divertirsi alle feste.

Tutto questo non impedisce però lo sviluppo di una trama piuttosto curiosa e divertente, che – se la presenza di cliché si rivelasse nelle seguenti puntate un po’ meno invadente – potrebbe permettere alla serie di decollare.

Extravergine: le grandi potenzialità di una serie fresca e tutta italiana

Extravergine Cinematographe.it

Nonostante alcuni alti e bassi, Extravergine non ha mancato – nelle due puntate d’apertura della serie – di essere un titolo capace di intrattenere e divertire, con uno sguardo fresco sul mondo lavorativo, personale e su quello complesso dei rapporti umani. Quando si parla di sesso il rischio di scadere anche involontariamente nel volgare è sempre dietro l’angolo, ma Extravergine ha evitato il pericolo con uno stile personale e frizzante, ponendo piuttosto l’accento sulla sua componente più ironica e assurda. Con un punto di vista femminile, giovane e vivace, affiancato dall’intervento di personaggi altrettanto divertenti, la serie ha dato prova di possedere proprie grandi potenzialità, che potrebbero essere confermate o smentite nei prossimi episodi.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.3

Tags: Fox