Detective Forst: recensione della serie crime Netflix

La recensione della serie polacca tratta da due dei sei romanzi di Remigiusz Mróz incentrati sulle indagini del detective Wiktor Forst. Disponibile dall’11 gennaio 2024 su Netflix.

Le serie poliziesche o crime che dir si voglia sono sempre di più, con le produzioni di show del genere in questione che nel corso delle stagioni stanno aumentando in maniera esponenziale per fare fronte alle richieste crescenti degli abbonati alle diverse piattaforme, tanto che il 2024 si aperto con nuovi titoli a tema, così come il 2023 si era chiuso ospitandone altrettanti. Nel Vecchio Continente molte industrie del settore hanno incrementato in maniera sostanziale la propria offerta seriale, tra queste figura anche quella polacca che ha inaugurato l’anno con Detective Forst, approdata l’11 gennaio 2024 su Netflix con i suoi sei episodi da 40 minuti circa cadauno. 

Le temperature rigide e i sentieri impervi fanno da cornice climatica e topografica ai fatti di sangue al centro di Detective Forst

Detective Forst cinematographe.it

Tratta da Agata Malesińska e Jacek Markiewicz da due dei sei romanzi (Exposure e Overhang) che vanno a comporre la saga che lo scrittore Remigiusz Mróz ha incentrato personaggio di Wiktor Forst, un detective dal carattere eccentrico e spavaldo, le cui metodologie investigative non convenzionali lo portano a essere prima trasferito da Cracovia e poi sospeso dall’incarico di guidare un’importante indagine su dei casi dei crimini avvenuti sui Monti Tatra, al confine tra la Slovacchia e la Polonia. L’espulsione non gli impedirà però di portare avanti le indagini e di unire le forze con una giornalista altrettanto fuori dagli schemi come lui di nome Olga Szrebska per trovare il responsabile di una serie di brutali omicidi che nel frattempo agisce indisturbato. E a complicare ulteriormente la situazione ci pensano le temperature rigide e i sentieri impervi che fanno da cornice climatica e topografica ai fatti di sangue. Detective Forst in tal senso strizza l’occhio alle serie scandinave come I delitti di Valhalla, L’uomo delle castagne o Entrapped, con le quali condivide tanto le atmosfere quanto la capacità di giocare con la suspense.

L’interpretazione di Borys Szyc e la confezione estetico-formale sono i punti di forza di una serie capace di tenere incollati gli spettatori al divano di casa

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Sono proprio le atmosfere gelide al contempo inquietanti, l’intricata ragnatela mistery che alimenta il racconto, la costruzione tridimensionale dei personaggi, ma soprattutto la gestione della tensione crescente, i punti di forza della serie, quelli sui quali gli showrunner e i registi Leszek Dawid e Daniel Jaroszek hanno deciso di puntare per consegnare al pubblico un show di altissimo livello, di quelli capaci di tenerti incollati al divano di casa. Il tutto reso possibile dalla materia prima messa a disposizione dalle pagine dello scrittore polacco Mróz, autore prolifico e spesso paragonato a Stephen King nel suo Paese, che siamo sicuri grazie alla visibilità enorme data dallo show acquisterà una certa popolarità anche al di fuori dei propri confini. E anche se questa non è la prima volta che l’autore viene adattato per il formato seriale, Detective Forst è probabilmente la migliore trasposizione di una sua opera attualmente in circolazione per i motivi di cui sopra. A questi ci sentiamo di aggiungere anche il contributo davanti la macchina da presa di attori di grande caratura, a cominciare da Borys Szyc che si cala alla perfezione nei panni di un poliziotto impavido, schietto e indocile, modellato sapientemente a immagine e somiglianza degli archetipi del genere in questione. Ci pensa poi la confezione, nello specifico la regia, il montaggio e soprattutto la fotografia ad alzare ulteriormente l’asticella qualitativa (vedi le scene del bordello clandestino del terzo episodio) di una serie che ha ancora tanto da dire e mostrare.

Detective Forst: valutazione e conclusione   

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Dai romanzi dello scrittore polacco Remigiusz Mróz una serie crime che strizza l’occhio a quelle scandinave per la sapiente costruzione della tensione, l’intricata ragnatela mistery e le atmosfere gelide e inquietanti. Gli showrunner e i registi sfruttano al meglio il potenziale drammaturgico messo a disposizione dalla matrice letteraria, dando forma e sostanza a uno show che colpisce sia visivamente che narrativamente lo spettatore di turno. La confezione estetico-formale lascia il segno così come le performance degli interpreti coinvolti a cominciare dal protagonista Borys Szyc.   

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

4.1

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