Daredevil – Stagione 3: recensione della serie tv Netflix

Torna dopo più di un anno e mezzo d'attesa la nuova stagione Marvel-Netflix dedicata al Diavolo di Hell's Kitchen. La nostra recensione di Daredevil 3.

Dopo il debutto di The Defenders, primo crossover Marvel-Netflix tra le quattro serie tv con protagonisti Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage ed Iron Fist abbiamo atteso con impazienza notizie sull’uscita della terza stagione dedicata al Diavolo di Hell’s Kitchen. La prima e più apprezzata serie tv nata dal connubio Marvel con la piattaforma streaming ci lasciava da un lato con la rivelazione di Matt Murdock come Daredevil a Karen Page – alla fine della seconda stagione uscita il 18 Marzo 2016 – e dall’altro con la scomparsa di Devil sotto le macerie del Midland Circle – dopo l’epico scontro tra i Difensori e la Mano nella stagione crossover uscita ad Agosto dello scorso anno. Annunciata circa un mese fa, con grande entusiasmo ed un pizzico di sorpresa, la terza stagione di Daredevil arriva finalmente su Netflix con tredici nuovi episodi.

Daredevil: la terza stagione dal 19 Ottobre su Netflix, il nostro resoconto alla serie cardine e sempre più convincente del progetto Marvel

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Cliccando play al primo episodio della terza stagione intitolato Resurrection (Resurrezione) veniamo inondati quasi immediatamente da un senso di forte familiarità. Dopo le timide seconde stagioni di Jessica Jones, Luke Cage ed Iron Fist – queste ultime due di recente cancellate da Netflix – ci sentiamo a casa addentrandoci per la terza volta nelle atmosfere della serie che sin da subito ha convinto critica e pubblico. Seguendo il ciclo Rinascita scritto da Frank Miller ed illustrato da David Mazzucchelli nel 1986, questi nuovi episodi costruiscono una trama che affonda le sue radici nel fumetto e le rielabora contestualizzando la storia attorno alla trilogia televisiva Daredevil iniziata nel 2015 con il debutto della prima stagione. Il primo personaggio che lega carta al piccolo schermo è quello di Suor Maggie, interpretata da Joanne Whalley. I masticatori della storia fumettistica del Diavolo di Hell’s Kitchen conoscono perfettamente il personaggio, ma, per non rovinare la visione di chi ne è ancora immerso, evitiamo di svelare la reale identità della donna, certamente molto vicina a Matt Murdock – sarà oltre la metà della stagione che gli spettatori inesperti ne avranno rivelazione.

Una sapiente scrittura accentua le dinamiche e l’intimità dei vecchi e nuovi personaggi

Daredevil 3 Cinematographe.it

La terza stagione di Daredevil introduce altri due nuovi importanti personaggi: gli agenti dell’FBI Benjamin Pointdexter e Rahul Nadeem, rispettivamente interpretati da Wilson Bethel e Jay Ali. Al primo – il nuovo Bullseye – è focalizzato il nuovo ciclo televisivo dedicato a Devil e il percorso narrativo si addentra in modo ambivalente ovvero prepotente e viscido come un serpente nel passato e nella psicologia di un personaggio di estremo interesse – in tal senso elogiamo un carismatico quinto episodio intitolato The Perfect Game (La partita perfetta) in cui un sapiente utilizzo di luci, ombre e presenze ci spinge in un oscuro vortice costituito da un’inquietudine tangibile e bellissima. È anche sul cambio di toni e sui giochi di regia che si poggia questa nuova stagione. Una scrittura precisa e sempre in linea con lo stile impegnato e poco incline alla leggerezza, che invece caratterizza le altre serie sorelle, plasma Daredevil innalzandosi su vari livelli che ben riescono ad incastrarsi – per un esempio pratico del discorso ci basta volgere lo sguardo alla palpabile dualità tra il quinto ed il sesto episodio di stagione: l’introspezione narrativa del primo muta totalmente nel secondo trasformandosi in un ottimo esempio di thriller e quindi riprendendo senza intoppi la trama orizzontale ora provvista di nuovi elementi.

Il ritorno di Wilson Fisk, chiave del successo delle serie Daredevil

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A differenza dei progetti gemelli Marvel per Netflix, Daredevil può contare sulla presenza di un forte e convincente elemento villain. Wilson Fisk, presente sin dal primo episodio, è ancora oggi il personaggio chiave di una serie tv che punta sull’infinita rivalità tra il protagonista e Kingpin. Dopo la timida presenza nella seconda stagione a vantaggio di una maggiore focalizzazione su Frank Castle, Wilson Fisk torna a brillare di luce propria sviscerando tutto il male, ma anche la bellezza intellettiva e fisica di un personaggio potente e magistralmente interpretato da Vincent D’Onofrio. L’attore plasma perfettamente il suo Fisk bilanciando una fisicità magmatica ad un’interpretazione vocale profonda, calma, ma salda nelle intime intenzioni di un personaggio unico. Fisk non ha superpoteri, ma mente, manipola, corrompe, e come un cancro silenzioso e nascosto attrae la sua preda per poi distruggerla dall’interno. Non c’è ancora un cattivo in grado di scardinare Wilson Fisk dalla sua posizione di eccellenza.

Charlie Cox, l’anima del Diavolo di Hell’s Kitchen

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Così come Kingpin non possiamo concludere la nostra analisi sulla terza stagione di Daredevil tralasciando il suo protagonista. Posta Marvel’s The Defenders come giro di Boa, Charlie Cox è chiamato a tornare nuovamente nei panni di Matt Murdock quando questi deve ricominciare da tabula rasa a conseguenza di un forzato reset. Portato in salvo e curato dalle suore del convento di Hell’s Kitchen guidato da padre Lantom, il vigilante inizia un percorso fisico e spirituale che lo porta a dubitare della sua esistenza non solo come Matt ma anche come Daredevil. Sul suo stesso piano vengono posti anche i personaggi di Foggy Nelson e Karen Page, compagni imprescindibili della vita del protagonista e anche loro provati dalle vicende che ruotano attorno alla matassa che pian piano si sbriglia. Non si può che fare un grande plauso alla recitazione di questo trio ormai perfettamente modellato, ma al tempo stesso in continua evoluzione. Ritroviamo gli stessi Matt, Foggy e Karen, certo, ma cresciuti, con venature e sfumature inedite, che pian piano ci vengono mostrate e che vanno, ancora una volta, ad approfondire le vite intime, le idee, i caratteri, i sentimenti celati.

Daredevil: non un semplice cinecomic per il piccolo schermo

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Questa serie si erge sull’olimpo delle serie tv dedicate ai supereroi – e non solamente Marvel. Daredevil ha dimostrato di essere una gemma nel deserto non solo ponendo in scena personaggi convincenti – come quelli poco prima raccontati – ma servendosi di una scrittura ed una regia che lavorano in simbiosi. I tredici episodi che si concludono con l’episodio A new Napkin (Un pezzo di carta) si diluiscono in un lungo thriller urbano impreziosito da scene d’azione curate al minimo dettaglio e marchio di fabbrica di questa particolare serie Marvel. Il parsimonioso lavoro di ogni singolo reparto tecnico – come il lavoro sulle luci, le inquadrature o sulla colonna sonora – aiuta a confezionare un prodotto televisivo che quasi sfiora la perfezione. Svestendo Daredevil della sua primitiva concezione da serie tv sull’eroe di un fumetto, ci troviamo davanti ad un prodotto televisivo che nulla ha da invidiare alle serie più impegnate ed apprezzate della nostra contemporaneità. Non è facile mantenere questi alti standard dopo tre stagioni: Daredevil ha dimostrato che un team compatto è in grado di riuscire nell’impresa.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4