Wes Anderson non ha dubbi: “non ho una mia estetica”

In una recente intervista, il famoso film-maker americano ha parlato del suo stile in termini decisamente molto precisi.

Wes Anderson è un autore che, chiaramente, non ha bisogno di presentazioni: stiamo parlando, in particolare, di un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico americano nato ad Houston il 1° maggio 1969. Un film-maker che, da qualche anno a questa parte, si è affermato prepotentemente ad Hollywood con un stile decisamente atipico e, apparentemente, con un’estetica davvero peculiare che a molti fa invidia, tra parallelismi, l’uso davvero accurato e colorato della luce, dei racconti surreali e molto artistici e molto altro ancora. Detto questo, però, a quanto pare al cineasta non piace molto la definizione di estetica, come ha sottolineato in una recente intervista per Deadline.

Wes Anderson è recentemente tornato alla ribalta con il film Asteroid City

Wes Anderson, cinematographe.it

Proprio Wes Anderson, infatti, ha specificato che in realtà possiede una sorta di “invenzione” che cambia a seconda del film di riferimento e che “non è uno stile tipico per tutti” perché fa delle riprese in un modo talmente specifico da differenziarsi dagli altri. Tra i marchi di fabbrica di Anderson, in particolare, ci sono le carrellate che, secondo il regista, sono iniziate all’interno di Bottle Rocket, per puro caso, quando stava riprendendo un campo da baseball e ha dovuto allargare l’inquadratura per un’esigenza tecnica. Il film-maker ha poi concluso spiegando che il suo stile, in realtà, è in continua evoluzione.

“Sai, trovi la cosa che ti piace, e poi la fai di nuovo, la fai in modo un po’ diverso, e poi dici: ‘OK, io'”. Proverò una cosa diversa qui. Andrò in un’altra direzione.

Ed effettivamente, se si fa caso alla filmografia di Wes Anderson, si nota che effettivamente che ci sono delle continue sperimentazioni da parte dell’artista, coinvolgendo generi diversi, attori differenti, anche metodi di girare completamente agli antipodi. Un regista che quindi vuole continuamente trovare una dimensione altra e che, forse proprio per questo motivo, rifiuta il concetto di estetica.

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Fonte: Deadline