Vittorio Gassman e lo strano epitaffio: la criptica frase incisa sulla tomba dell’attore rispecchia la sua indimenticabile personalità

Sulla lapide di Vittorio Gassman una criptica frase ne descrive a pieno l'essenza.

L’espressione di Vittorio Gassman è comune tra i professionisti del mestiere

Per decenni Vittorio Gassman è stato uno dei protagonisti assoluti del cinema, del teatro e della cultura italiana. Nato a Genova il 1° settembre del 1922, si è spento il 29 giugno del 2000 a Roma e oggi è sepolto presso il cimitero del Verano. L’epigrafe della lapide riporta solo “attore” e poi una frase, che ha suscitato la curiosità di parecchi: “non fu mai impallato”.

Vittorio Gassman - Cinematographe.it

L’epitaffio è stato scritto dallo stesso Vittorio Gassman, come egli raccontò in un’intervista-confessione a Corrado Augias per l’edizione della Repubblica uscita il 2 dicembre del 1989. Allora aveva 67 anni e un periodo di malattia lo aveva obbligato a disdire alcune apparizioni pubbliche, dando il via alle voci sulle sue condizioni di salute.

Verso la fine della chiacchierata Augias gli chiese che direbbe di sé. Di rimando, Vittorio Gassman svelò di aver già scritto la propria epigrafe. Sulla lapide si sarebbe letto: “Vittorio Gassman, fu attore”. Dunque, una piccola chiosa in fondo, quasi illeggibile: “Non fu mai impallato”.

E qui arrivò la spiegazione: impallato è un termine tecnico cinematografico. Ciò che lo è viene celato alla macchina da presa. Non è accaduto con lui. Si è sempre fatto vedere, si è sempre esposto e, sui palcoscenici teatrali, ha persino avuto un certo coraggio che, date le premesse, per lui è il massimo, spiegò l’iconico attore e regista.

Sono Gassman! Vittorio re della commedia

Sebbene non sia di immediata comprensione, l’epitaffio di Vittorio Gassman ne riassume la generosità artistica: si è messo a nudo davanti alla telecamera o in teatro, donandosi senza risparmiarsi.

Nella stessa intervista evitò di indossare una maschera, onesto fino in fondo pure sulle proprie insicurezze e i propri timori, a cominciare dalla morte. Un paio di volte alla settimana s’interrogava sulla sua lucidità e si era sempre rassicurato. Lo spaventava il futuro, nello specifico la morte, verso la quale provava ripugnanza. Non sapeva cosa lo avrebbe aspettato, il che lo rendeva inquieto.

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