Top Gun: Maverick e quella folle teoria dei fan apprezzata dal regista

Joseph Kosinski, per quanto abbia smentito tale possibilità, ha comunque lasciato campo libero all'interpretazione.

Top Gun è un grande classico del cinema degli anni 80′, un’avventura simbolo in cui esplode tutto il machismo, l’eroismo, con anche un vero e proprio tributo per dei tempi che purtroppo non ci sono più. Detto questo, il mito incrollabile di Pete “Maverick” Mitchell (interpretato da Tom Cruise) non è mai crollato, a tal punto che, recentemente, Joseph Kosinski, dopo tutti questi anni, ha portato sul grande schermo il tanto atteso sequel, Top Gun: Maverick, campione d’incassi nel 2022, che secondo Steven Spielberg è riuscito a salvare il cinema mondiale, riportando gli spettatori nelle sale. Insomma, un grande ritorno che è stato ampiamente apprezzato, sia da pubblico che dalla critica.

Top Gun: Maverick è stato il film simbolo del 2022

Top Gun: Maverick - Cinematographe

Ebbene, come al solito quando escono film di questo calibro, i fan spesso si scatenano nelle più svariate teorie, sia folli che non e anche Top Gun: Maverick sembra non esimersi da questa pratica. Difatti, alcuni fan hanno ipotizzato, in modo decisamente classico e perfettamente in linea con tante teorie simili del mondo cinematografico, che in realtà tutto quello che vive Maverick all’interno della pellicola è un sogno, perché il pilota sarebbe morto nel momento in cui riesce ad oltrepassare la velocità Mach 10 con il suo Jet. Da quel momento in poi, tutto il lungometraggio sarebbe in realtà un viaggio di redenzione onirico, dall’amore ritrovato Penny (Jennifer Connelly), al rapporto ritrovato di fratellanza con Iceman (Val Kilmer) fino ad arrivare al perdono dei figlio del suo ex copilota, Rooster (Miles Teller).

Lo stesso regista di Top Gun: Maverick ha in realtà smentito totalmente questa teoria ma, in una recente intervista per CinemaBlend, ha spiegato di amare moltissimo il fatto che il cinema, molto spesso, si lascia interpretare in maniera molto libera:

“Lo adoro. Il cinema è pensato per essere interpretato. Mi piace che ci siano diversi modi per leggerlo. Si spera che sia un’opera d’arte pensata per essere interpretata, e adoro le persone che ci leggono queste cose. È come La teoria del grande Lebowski secondo cui Donnie non è davvero lì, quindi no, lo accolgo con favore.”

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