Tim Burton e la sua infanzia difficile: i traumi vissuti dal regista prendono vita nelle sue opere

Tim Burton, tra i registi di maggior successo della Storia del Cinema, racconta da dove derivano temi e ambientazioni dei suoi film.

Tim Burton, regista, sceneggiatore, scrittore, disegnatore e produttore cinematografico, è considerato uno degli autori di maggior successo della Storia del Cinema. Il più giovane vincitore del Leone d’oro alla carriera, ha ricevuto due candidature all’Oscar come Miglior film d’animazione nel 2005 per La sposa cadavere e per Frankenweenie nel 2012. Tim Burton, che oggi, 25 agosto 2021, compie 63 anni, ha diretto film che, a livello globale, hanno registrato incassi al Box Office pari a 4 miliardi di dollari, concentrandosi su ambientazioni gotiche e fantastiche, spesso minacciate da un’oscurità misteriosa e su temi che rimandano, il più delle volte, a quello della solitudine. Da Edward mani di forbice a Mars Attacks!, da Big Fish a La fabbrica di cioccolato, da Alice in Wonderland a Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, solitudine ed emarginazione hanno, in qualche modo, sempre fatto parte della vita di Tim Burton.

L’infanzia di Tim Burton

Tim Burton

Il giovanissimo Burton fino a 12 anni ha vissuto in casa con i genitori; i due murarono le grandi finestre, che davano sul prato, che il figlio aveva in camera, costringendolo così a doversi arrampicare sulla scrivania per raggiungere un’altra piccola finestra che gli permetteva di vedere fuori. Una decisione i cui motivi sono ancora oggi ignoti, “i miei genitori ora non ci sono più, quindi immagino che la domanda sul perché hanno scelto di sigillare la mia stanza rimarrà senza risposta. Credo che semplicemente non volevano che scappassi“, ha dichiarato il regista in merito. Tim Burton si è sempre definito un solitario, non aveva amici e aveva difficoltà ad entrare in contatto con alte persone, in particolare con le ragazze. Nonostante fosse definito un ragazzo abbastanza normale, con voti superiori alla media e che giocava nella squadra di pallanuoto della scuola, il regista ha descritto la sua infanzia come “un inferno privato”.

Una solitudine interiore

Tim Burton Dumbo Cinematographe.it

Passavo molto tempo da solo, ricordo che vivevamo vicino a un cimitero e che io trascorrevo le mie giornate inventando storie e guardando molti film. Credo che sia spaventoso quanto fossi solitario“, ha dichiarato durante un’intervista. Essendo cresciuto sentendosi un estraneo, Tim Burton si è sempre tenuto a distanza dal mondo di Hollywood, trovando in Londra la sua seconda casa; è un luogo al quale si sente di appartenere, e dove ha vissuto con la famiglia, composta dall’adesso ex-moglie Helen Bonham Carter e i figli, che oggi hanno 18 e 14 anni. “Penso che la sensazione di solitudine o di essere un estraneo, per chi l’ha provata, sia un qualcosa che non ti lascia mai del tutto“, ha affermato Tim Burton durante un’intervista. “Si può essere felici, avere successo, essere circondato da amici e persone, ma quella sensazione rimane comunque dentro di te“.

 

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